successione eredità


I diritti del coniuge superstite ed il calcolo della massa ereditaria

18 Novembre 2015 - Giorgio Martini


Al coniuge superstite, anche quando concorra con altri chiamati, sono sempre riservati i diritti di abitazione sulla casa adibita a residenza familiare e di uso sui mobili che la corredano, se di proprietà del defunto o comuni. Infatti, la ricerca di un nuovo alloggio per il coniuge superstite potrebbe essere fonte di un grave danno psicologico e morale per la stabilità delle abitudini di vita della persona. Il diritto di abitazione sulla casa adibita a residenza familiare e di uso sui mobili che la corredano vale per il coniuge superstite sia nella successione testamentaria che in quella legittima. Il valore capitale di tali diritti attribuiti al coniuge viene detratto dalla massa ereditaria, che poi viene divisa tra tutti i coeredi secondo le norme sulla successione legittima non tenendo conto, quindi, di tale attribuzione. In pratica, al coniuge superstite viene riservata una specifica tutela consentendogli la continuazione della sua permanenza nella [ ... leggi tutto » ]


Al coniuge superstite non può mai essere conferita la qualità di possessore dei beni ereditari in conseguenza dell’esercizio del diritto di abitazione e di uso dei mobili che corredano la casa familiare

18 Novembre 2015 - Carla Benvenuto


La permanenza del coniuge superstite dopo il decesso dell'altro coniuge nell'abitazione familiare appare qualificabile come esercizio del diritto di abitazione e di uso dei mobili che la corredano. Questo vale sia qualora il coniuge superstite sia legatario (successione per testamento) sia nell'ipotesi di successione legittima: pertanto deve escludersi che il fatto di continuare ad abitare, dopo l'apertura della successione, nella casa familiare e ad utilizzare i mobili che la corredano possa conferire al coniuge superstite la qualità di possessore di beni ereditari. Questo il principio giuridico enunciato dai giudici della Corte di cassazione con la sentenza 23406/15. [ ... leggi tutto » ]


Con la trascrizione dell’accettazione tacita effettuata contestualmente alla vendita di un immobile della massa ereditaria il chiamato consegue un notevole risparmio di costi

26 Ottobre 2015 - Stefano Iambrenghi


L'accettazione è tacita quando il chiamato all'eredità compie un atto che presuppone necessariamente la sua volontà di accettare e che non avrebbe il diritto di fare se non nella qualità di erede. L'accettazione tacita presuppone, quindi, l'esplicazione di un'attività personale del chiamato, con la quale venga posto in essere un atto incompatibile con la volontà di rinunciare e non altrimenti giustificabile se non nella qualità di erede, configurandosi, in tal modo, un comportamento che implica necessariamente la volontà di acquistare l'eredità. Ad esempio, comportano accettazione tacita dell'eredità gli atti di disposizione di singoli beni ereditari (l'ipotesi ricorrente è quella della vendita di un bene immobile della massa ereditaria), o anche comportamenti concludenti del chiamato, che abbia posto in essere un atto o una serie di atti significativi della volontà di accettare (è stata riconosciuta tale volontà in correlazione ad azioni tese a rivendicare la proprietà di beni ereditari o al [ ... leggi tutto » ]


Debiti ed eredità – i coeredi non sono debitori solidali

15 Ottobre 2015 - Ornella De Bellis


La legge stabilisce che i coeredi contribuiscono fra loro al pagamento dei debiti e pesi ereditari in proporzione delle loro quote ereditarie, salvo che il testatore abbia altrimenti disposto. Pertanto fra gli eredi non esiste un vincolo di solidarietà e gli stessi sono tenuti a rispondere del debito eventuale del de cuius esclusivamente pro quota, corrispondente alla porzione dell'asse ereditario ricevuto, vuoi come erede legittimo, vuoi come erede legittimario, vuoi come erede testamentario. Questo il principio sancito dai giudici della Corte di cassazione nella sentenza 19253/13. [ ... leggi tutto » ]


Il defunto aveva emesso un assegno di cui il beneficiario non riesce a motivare la causa – l’erede chiede ed ottiene la restituzione dell’importo facciale

8 Ottobre 2015 - Lilla De Angelis


Caio adiva il Tribunale territorialmente competente nella qualità di erede del de cuius, asserendo che quest’ultimo aveva pagato a Tizio, senza titolo, un'ingente somma di denaro a mezzo di assegno bancario. Chiedeva, pertanto, la condanna di Tizio alla restituzione di tale pagamento indebito. Tizio si costituiva in giudizio ribattendo che l'importo facciale dell'assegno era dovuto a sua madre in conseguenza della vendita di arredi perfezionata al defunto; transazione regolata con assegno che era stato intestato dal debitore, per volontà della stessa creditrice madre di Tizio, al proprio figlio. La vicenda approdava in Corte di cassazione dopo che i giudici di merito avevano accolto la richiesta di Caio argomentando che il pagamento a favore di Tizio era da considerarsi, nella sostanza, una donazione, pertanto nulla per mancanza di forma scritta; in assenza di un atto scritto spettava a Tizio fornire la prova di una causa sottostante all'emissione dell'assegno diversa dalla donazione, [ ... leggi tutto » ]