pignoramento esattoriale


Avvio variazione e cessazione attività

19 Giugno 2010 - Giorgio Valli


Avvio variazione e cessazione dell'attività autonoma o imprenditoriale Quando si intraprende un'attività economica, sia di tipo autonomo che imprenditoriale, il primo passo consiste nel segnalare l'inizio dell'attività al fine di ottenere il numero di Partita Iva (occorre segnalarlo entro 30 giorni dall'inizio dell'attività o dalla costituzione della società). Il numero di Partita Iva (Articolo 35 del decreto del Presidente della Repubblica numero 633 del 1972) viene attribuito dall'Agenzia delle Entrate al momento della dichiarazione di inizio attività e resta invariato fino alla cessazione. Il numero di Partita Iva è formato da 11 caratteri numerici, di cui i primi 7 individuano il contribuente attraverso un numero progressivo, i successivi 3 sono il codice identificativo dell'Ufficio, l'ultimo è un carattere di controllo. Esso deve essere indicato nelle dichiarazioni, nella home page dell'eventuale sito web e in ogni altro documento ove richiesto (parcelle, ricevute, ecc.). Il numero di Partita Iva è fondamentale per [ ... leggi tutto » ]


Studi di settore – cosa sono

19 Giugno 2010 - Giorgio Valli


A cosa servono gli studi di settore Gli studi di settore hanno, ormai, una storia quasi ventennale, essendo stata, la loro disciplina, introdotta nel nostro ordinamento con l'articolo 62-bis del decreto legge 30 agosto 1993. numero 331, convertito, con modificazioni, nella legge 29 ottobre 1993, numero 427. Nel corso degli anni agli studi di settore sono state apportate numerose modifiche strutturali e di indirizzo in relazione alle finalità da perseguire. Gli studi di settore introducono nel rapporto tra Fisco e contribuenti elementi di certezza, di trasparenza e di perequazione del prelievo. In origine gli studi di settore erano stati concepiti con un'ottica di accertamento nei confronti delle piccole imprese e dei professionisti e la determinazione dei ricavi o compensi presumibilmente realizzati era l'obiettivo strumentale. Nel corso degli anni, l'Amministrazione finanziaria si è resa conto che la capacità di produrre ricavi o conseguire compensi, anche all'interno di attività identiche, può cambiare [ ... leggi tutto » ]


Per la vendita coattiva della casa il prezzo a base d’asta è il valore commerciale o quello catastale?

14 Giugno 2010 - Andrea Ricciardi


 Mi hanno riferito che il prezzo di vendita a base d'asta della casa di mia proprietà, espropriata per debiti con Equitalia - in seguito a tasse che non ho potuto versare allo Stato (IRPEF ed IRAP) - sarà quello calcolato in base alla rendita catastale. Mi confermate la cosa? A me sembra una procedura iniqua vendere una casa al valore catastale e non a quello commerciale. Oltre al danno si aggiungerebbe la beffa: il ricavato, in questo modo, non servirà nemmeno a coprire tutti i miei debiti. C'è qualche modo di ricorrere contro questo furto legalizzato? E' legittima una procedura così penalizzante per il contribuente debitore? Attendo con ansia una vostra risposta. Purtroppo, devo confermarle che il prezzo base dell'incanto è pari, ai sensi dell'articolo 79 DPR 602/1973, all'importo ottenuto moltiplicando la rendita catastale dei fabbricati o il reddito dominicale dei terreni, rispettivamente aumentati del 5% e del 25%, per [ ... leggi tutto » ]


La mia casa sarà messa all’asta da equitalia per debiti contratti con l’agenzia delle entrate. quale sarà il prezzo di vendita?

14 Giugno 2010 - Andrea Ricciardi


La mia casa sarà messa  all'asta da Equitalia  per debiti contratti con l'Agenzia delle Entrate ed io volevo sapere, se possibile, come sarà fissato il prezzo base per la vendita coattiva. Grazie per una vostra risposta. Franco - Modena. Il prezzo base dell'incanto è pari, ai sensi dell'articolo 79 DPR 602/1973, all'importo ottenuto moltiplicando la rendita catastale dei fabbricati o il reddito dominicale dei terreni, rispettivamente aumentati del 5% e del 25%, per i coefficienti previsti dell'articolo 52 del DPR numero 131/1986. Quindi: 120 per i fabbricato dei gruppi catastali A e C, tranne A10 e C1 140 per i fabbricati del gruppo catastale B 60 per i fabbricati del gruppo catastale D e della categoria A10 40,8 per i fabbricati del gruppo catastale E e della categoria C1. Casi particolari di determinazione del prezzo base d'asta sono costituiti dalla presenza di diritti reali di godimento sull'immobile. In particolare il [ ... leggi tutto » ]


Dichiarazione dei redditi – redditi da fabbricati

30 Dicembre 2009 - Giorgio Valli


Dichiarazione dei redditi – Concetto di abitazione principale Abitazione principale è quella nella quale il contribuente o i suoi familiari (coniuge, parenti entro il terzo grado e affini entro il secondo grado) dimorano abitualmente. Per l'abitazione principale compete la deduzione dal reddito complessivo fino all'ammontare della rendita catastale dell'unità immobiliare stessa e delle relative pertinenze, rapportata alla quota di possesso e al periodo dell'anno durante il quale l'immobile (e relative pertinenze) è stato adibito ad abitazione principale. La deduzione spetta anche quando l'unità immobiliare costituisce la dimora principale soltanto dei familiari del contribuente stesso, ivi residenti. È bene ricordare che la deduzione per l'abitazione principale compete per una sola unità immobiliare, per cui se il contribuente possiede due immobili, uno adibito a propria abitazione principale e l'altro utilizzato da un proprio familiare, la deduzione spetta esclusivamente per il reddito dell'immobile adibito ad abitazione principale del contribuente. Dichiarazione dei redditi – [ ... leggi tutto » ]