licenziamento giusta causa e giustificato motivo


Rifiuto del lavoratore di passare da tempo pieno a tempo parziale – non può costituire motivo di licenziamento

29 Ottobre 2015 - Tullio Solinas


La norma nazionale, interpretata alla luce di quella comunitaria, impone di ritenere che il datore di lavoro che licenzi il lavoratore che rifiuta la riduzione di orario ha l'onere di dimostrare che sussistono effettive esigenze economico ­organizzative in base alle quali la prestazione non può essere mantenuta a tempo pieno, ma solo con l'orario ridotto, nonché il nesso causale tra queste e il licenziamento. Il rifiuto di un lavoratore di essere trasferito da un lavoro a tempo pieno ad uno a tempo parziale, o viceversa, non dovrebbe, in quanto tale, costituire motivo valido per il licenziamento, senza pregiudizio per la possibilità di procedere a licenziamenti per altre ragioni, come quelle che possono risultare da necessità di funzionamento dell'azienda. La possibilità di riduzione dell'orario di lavoro tutela il lavoratore dalla trasformazione unilaterale dei proprio rapporto ad iniziativa del datore di lavoro, ma prende pure in considerazione le esigenze organizzative di [ ... leggi tutto » ]


Legittimo il licenziamento per giusta causa del lavoratore che nel periodo di assenza per malattia pratica la pesca subacquea

15 Settembre 2015 - Tullio Solinas


Il licenziamento può ritenersi giustificato quando un'attività svolta dal lavoratore nel periodo di assenza per malattia possa pregiudicare o ritardare la guarigione o il rientro in servizio, con violazione dei doveri generali di correttezza e buona fede e degli specifici obblighi contrattuali di diligenza e fedeltà. Nè può essere invocata a difesa la circostanza per cui tali attività non abbiano provocato alcun pregiudizio o ritardo se il lavoratore riprende alla scadenza della prognosi le proprie mansioni in azienda. Infatti, lo svolgimento di attività extralavorativa in periodo di assenza dal lavoro per malattia, costituisce illecito di pericolo e non di danno. Questo sussiste, percio,’ non soltanto quando quell'attività abbia effettivamente provocato un'impossibilità temporanea di ripresa del lavoro, ma anche quando la ripresa sia stata posta in pericolo, ossia quando il lavoratore si sia comportato in modo imprudente. Così hanno deciso i giudici della Corte di cassazione nella sentenza 16465/15, trattando il [ ... leggi tutto » ]


Licenziamento per scarso rendimento

27 Agosto 2015 - Chiara Nicolai


Il licenziamento per scarso rendimento, costituisce un'ipotesi di recesso del datore di lavoro per notevole inadempimento degli obblighi contrattuali del prestatore. E' pur vero che, nel contratto di lavoro subordinato, il lavoratore non si obbliga al raggiungimento di un risultato ma alla messa a disposizione del datore delle proprie energie, nei modi e nei tempi stabiliti, con la conseguenza che il mancato raggiungimento del risultato prefissato non costituisce di per sè inadempimento, giacchè si tratta di lavoro subordinato e non dell'obbligazione di compiere un'opera o un servizio (lavoro autonomo). Ove tuttavia, siano individuabili dei parametri per accertare che la prestazione sia eseguita con la diligenza e professionalità medie, proprie delle mansioni affidate al lavoratore, il discostamento dai detti parametri può costituire segno o indice di non esatta esecuzione della prestazione. Nel caso affrontato, era stata ravvisata una violazione del dovere di diligenza e collaborazione confrontando, in un ragionevole lasso di [ ... leggi tutto » ]


Il licenziamento del dirigente può fondarsi su esigenze di riorganizzazione aziendale

26 Agosto 2015 - Tullio Solinas


In tema di licenziamento, secondo la giurisprudenza di legittimità, la nozione di giustificatezza del licenziamento del dirigente, per la particolare configurazione del rapporto di lavoro dirigenziale, non si identifica con quella di giusta causa o giustificato motivo, potendo rilevare qualsiasi motivazione, purchè apprezzabile sul piano del diritto, idoneo a turbare il legame di fiducia con il datore di lavoro. Il licenziamento del dirigente, infatti, può fondarsi su ragioni oggettive concernenti esigenze di riorganizzazione aziendale, che non debbono necessariamente coincidere con l'impossibilità della continuazione del rapporto o con una situazione di crisi tale da rendere particolarmente onerosa detta continuazione, dato che il principio di correttezza e buona fede, che costituisce il parametro su cui misurare la legittimità del licenziamento, deve essere coordinato con la libertà di iniziativa economica, garantita all'imprenditore. Ad esempio, per stabilire se sia giustificato il licenziamento di un dirigente intimato per ragioni di ristrutturazione aziendale, non è dirimente [ ... leggi tutto » ]


Impiegato di banca – no al licenziamento per sovraindebitamento

4 Agosto 2015 - Roberto Petrella


Le condotte extra lavorative di un impiegato di banca possono integrare giusta causa di licenziamento soltanto se integranti illecito penale: ed infatti, la giurisprudenza si è limitata ad ammettere il licenziamento di dipendenti bancari resisi responsabili di reati contro il patrimonio. I debiti accumulati da un impiegato di banca non possono essere considerati tali da ledere irrimediabilmente il rapporto fiduciario con il datore di lavoro, vuoi perché essi trovavano origine in vicende esclusivamente private, vuoi perché, nel caso specifico, non è stato in alcun modo dimostrato che la situazione economica del dipendente avesse negativamente influenzato l'espletamento dei compiti lavorativi o il tenore professionale della prestazione. E' vero che il concetto di giusta causa non si limita all'inadempimento tanto grave da giustificare la risoluzione immediata del rapporto di lavoro, ma si estende anche a condotte extra lavorative che, seppur formalmente estranee alla prestazione oggetto di contratto, nondimeno possano essere tali da [ ... leggi tutto » ]