lavoro – mobbing straining demansionamento o svolgimento di mansioni superiori


Le prove del demansionamento e della dequalificazione del lavoratore

20 Gennaio 2016 - Tullio Solinas


In tema di demansionamento e di dequalificazione, il riconoscimento del diritto del lavoratore al risarcimento del danno professionale, biologico o esistenziale, che asseritamente ne deriva, non ricorrendo automaticamente in tutti i casi di inadempimento datoriale, non può prescindere da una specifica allegazione sulla natura e sulle caratteristiche del pregiudizio medesimo. Mentre il risarcimento del danno biologico è subordinato all'esistenza di una lesione dell'integrità psico-fisica medicalmente accertabile, il danno esistenziale, da intendere come ogni pregiudizio (di natura non meramente emotiva ed interiore, ma oggettivamente accertabile) che alteri le abitudini del lavoratore e gli assetti relazionali propri, inducendolo a scelte di vita diverse quanto all'espressione e realizzazione della sua personalità nel mondo esterno, va dimostrato con tutti i mezzi consentiti dall'ordinamento. In tale contesto assumono precipuo rilievo la prova per presunzioni, per cui dalla complessiva valutazione di precisi elementi dedotti quali le caratteristiche, la durata, la gravità, la conoscibilità all'interno ed all'esterno [ ... leggi tutto » ]


Il datore di lavoro ha l’onere di provare l’insussistenza di qualsiasi demansionamento denunciato dal proprio dipendente

24 Dicembre 2015 - Tullio Solinas


Quando il lavoratore denuncia demansionamento o dequalifcazione, ha l'onere di allegare gli elementi di fatto significativi circa l'inesatto adempimento dell'obbligo di adibizione a mansioni corrispondenti alla categoria e qualifica di appartenenza o a mansioni equivalenti alle ultime effettivamente svolte. Al datore di lavoro incombe invece l'onere di dimostrare l'esatto adempimento del suo obbligo, attraverso la prova della mancanza in concreto di qualsiasi dequalificazione o demansionamento, ovvero attraverso la prova che l'una o l'altro siano state giustificate dal legittimo esercizio dei poteri imprenditoriali o disciplinari, comunque da una impossibilità della prestazione derivante da causa a lui non imputabile. Così si è espressa, a proposito di demansionamento ai danni del dipendente ed onere della prova a carico del datore di lavoro, la Corte Suprem nella sentenza 25780/15. [ ... leggi tutto » ]


Dequalificazione e mobbing – il danno esistenziale deve essere provato

25 Novembre 2015 - Tullio Solinas


Il danno esistenziale si fonda sulla natura non meramente emotiva ed ulteriore (propria del danno morale), ma oggettivamente accettabile del pregiudizio, attraverso la prova di scelte di vita diverse da quelle che si sarebbero adottate se non si fosse verificato l'evento dannoso. Il danno esistenziale, infatti, essendo legato indissolubilmente alla persona, e quindi non essendo passibile di determinazione secondo il sistema tabellare, al quale si fa ricorso per determinare il danno biologico, stante la uniformità dei criteri medico legali applicabili in relazione alla lesione dell'indennità psicofisica, necessita imprescindibilmente di precise indicazioni che solo il soggetto danneggiato può fornire, indicando le circostanze comprovanti l'alterazione delle sue abitudini di vita. Non è dunque sufficiente la prova della dequalificazione, dell'isolamento, della forzata inoperosità, dell'assegnazione a mansioni diverse ed inferiori a quelle proprie, perché questi elementi integrano l'inadempimento del datore, ma, dimostrata questa premessa, è poi necessario dare la prova che tutto ciò, concretamente, [ ... leggi tutto » ]


Può essere compresa nella domanda di risarcimento danni da preteso mobbing anche quella di risarcimento per lo stato di scarsa utilizzazione del lavoratore

24 Novembre 2015 - Piero Ciottoli


Può essere compresa nella domanda di risarcimento dei danni da preteso mobbing anche quella, di portata e contenuto meno ampio, di risarcimento dei danni da dequalificazione professionale, conseguente allo stato di inattività o di scarsa utilizzazione del lavoratore. il mobbing è una figura complessa che designa un complesso fenomeno consistente in una serie di atti o comportamenti vessatori, protratti nel tempo, posti in essere nei confronti di un lavoratore da parte dei componenti del gruppo di lavoro in cui è inserito o dal suo capo (bossing), caratterizzati da un intento di persecuzione ed emarginazione finalizzato all'obiettivo primario di escludere la vittima dal gruppo. Ai fini della configurabilità del mobbing lavorativo devono quindi ricorrere molteplici elementi: una serie di comportamenti di carattere persecutorio, illeciti o anche leciti se considerati singolarmente, che, con intento vessatorio, siano stati posti in essere contro la vittima in modo miratamente sistematico e prolungato nel tempo, direttamente [ ... leggi tutto » ]


Legittimo il demansionamento del lavoratore in seguito a ristrutturazione aziendale

22 Novembre 2015 - Tullio Solinas


La disciplina delle mansioni e sul divieto di declassamento va interpretata alla stregua del bilanciamento del diritto del datore di lavoro a perseguire un'organizzazione aziendale produttiva ed efficiente e quello del lavoratore al mantenimento del posto, con la conseguenza che, nei casi di sopravvenute e legittime scelte imprenditoriali, comportanti, tra l'altro, interventi di ristrutturazione aziendale, l'adibizione del lavoratore a mansioni diverse, ed anche inferiori, a quelle precedentemente svolte senza modifica del livello retributivo, non si pone in contrasto con il dettato del codice civile se essa rappresenti l'unica alternativa praticabile in luogo del licenziamento per giustificato motivo oggettivo. Tanto è in coerenza con la ratio sottesa a numerosi interventi normativi quali quello riguardante le lavoratrici madri, che durante il periodo di gestazione e sino a sette mesi dopo il parto - se il tipo di attività o le condizioni ambientali sono pregiudizievoli alla loro salute - devono essere spostate ad [ ... leggi tutto » ]