tasse - evasione ed elusione fiscale reati tributari ed abuso del diritto


L’eventuale stato di difficoltà finanziaria dell’azienda non libera il sostituto d’imposta dalle responsabilità penali connesse all’omesso versamento delle ritenute previdenziali ed assistenziali

16 Settembre 2015 - Lilla De Angelis


Il sostituto di imposta deve adempiere all'obbligo retributivo e a quello contributivo: in caso di difficoltà finanziarie, il soggetto interessato è tenuto a ripartire le risorse esistenti all'atto dell'erogazione degli emolumenti in modo da potere assolvere al debito verso l'erario e l'istituto previdenziale, anche se ciò comporti la impossibilità di pagare i compensi nel loro intero ammontare. Il principio richiamato vale sia se a fallire sia soltanto la società, che anche l'imprenditore; nella prima ipotesi, peraltro, ove non dichiarato fallito personalmente colui che era il rappresentante legale della società, lo stesso è tenuto al pagamento delle ritenute con le personali risorse finanziarie: non sono, insomma, le vicende fallimentari della società tenuta al versamento o dell'amministratore a costituire, di per sé stesse, cause di esclusione del dolo del delitto di omissione contributiva, o addirittura di esclusione della punibilità. Così si è espressa la Suprema Corte con la sentenza 36907/15 emessa dalla [ ... leggi tutto » ]


Donazione dopo l’accertamento fiscale – può integrare il reato di sottrazione fraudolenta

10 Settembre 2015 - Roberto Petrella


Salvo che il fatto costituisca più grave reato, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni chiunque, al fine di sottrarsi al pagamento di imposte sui redditi o sul valore aggiunto ovvero di interessi o sanzioni amministrative relativi a dette imposte di ammontare complessivo superiore a circa 51 mila euro, aliena simulatamente o compie altri atti fraudolenti sui propri o su altrui beni idonei a rendere in tutto o in parte inefficace la procedura di riscossione coattiva. Per la configurabilità del reato di sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte sono necessari lo scopo di sottrarsi al pagamento del proprio debito tributario e una condotta fraudolenta atta a vanificare l'esito dell'esecuzione tributaria coattiva. La condotta penalmente rilevante può essere costituita da qualsiasi atto o fatto fraudolento intenzionalmente volto a ridurre la capacità patrimoniale del contribuente stesso e a vanificare in tutto od in parte, o comunque rendere più [ ... leggi tutto » ]


La procedura di collaborazione volontaria con il fisco – voluntary disclosure in pillole

26 Agosto 2015 - Lilla De Angelis


La procedura di collaborazione volontaria (Voluntary Disclosure) è finalizzata a fornire al contribuente uno strumento che gli consenta di definire la propria posizione fiscale pregressa. La collaborazione volontaria con il fisco riguarda fra l'altro, ed in particolare, le procedure che il contribuente italiano deve attivare per consentire l'emersione e rientro di capitali detenuti all'estero (in paesi inclusi nella c.d. black list) con una sensibile riduzione delle sanzioni previste. I paesi, a cui ci si riferisce, definendoli inclusi in black list, sono quelli esteri diversi dagli Stati membri dell'Unione europea, da quelli aderenti all'accordo sullo Spazio economico europeo, da quelli, anche extra europei, che non hanno sottoscritto un trattato bilaterale relativo allo scambio di informazioni contro le doppie imposizioni e l'evasione fiscale. Al fine di consentire all'Amministrazione di controllare la veridicità delle informazioni indicate nella dichiarazione dei redditi per i periodi d'imposta successivi a quello di adesione alla collaborazione volontaria, il [ ... leggi tutto » ]


Normativa sull’abuso del diritto in ambito fiscale

25 Agosto 2015 - Giorgio Valli


In cosa consiste l'abuso del diritto in ambito fiscale Configurano abuso del diritto una o più operazioni prive di sostanza economica che, pur nel rispetto formale delle norme fiscali, realizzano essenzialmente vantaggi fiscali indebiti. Tali operazioni non sono opponibili all'amministrazione finanziaria, che ne disconosce i vantaggi determinando i tributi sulla base delle norme e dei principi elusi e tenuto conto di quanto versato dal contribuente per effetto di dette operazioni. Le operazioni prive di sostanza economica che, pur nel rispetto formale delle norme fiscali, realizzano essenzialmente vantaggi fiscali indebiti, e quindi configurano abuso del diritto, sono le operazioni prive di sostanza economica i fatti, gli atti e i contratti, anche tra loro collegati, inidonei a produrre effetti significativi diversi dai vantaggi fiscali. Sono indici di mancanza di sostanza economica, in particolare, la non coerenza della qualificazione delle singole operazioni con il fondamento giuridico del loro insieme e la non conformità [ ... leggi tutto » ]


Le somme prelevate con carte di credito e bancomat possono costituire elementi presuntivi di evasione fiscale

3 Luglio 2015 - Giorgio Valli


Per legge, l'esistenza di attività non dichiarate può desumersi anche sulla base di presunzioni semplici, purché queste siano gravi, precise e concordanti. Inoltre l'inesattezza degli elementi indicati nella dichiarazione dei redditi può, in particolare, derivare dalla incompletezza, inesattezza e non veridicità delle registrazioni contabili, desumibile anche da altri documenti relativi all'impresa. Ad esempio, la discordanza tra le somme riscosse dal contribuente tramite carta di credito e p.o.s. ed i ricavi risultanti dalle scritture contabili dichiarati dalla società, integra senz’altro una presunzione legale di maggiori ricavi, corrispondenti alle rimesse attive della carta di credito e del bancomat, conformemente a quanto già affermato dalla giurisprudenza consolidata in materia di accrediti su conto correnti bancari, salvo l'onere, a carico del contribuente e non dell'Agenzia delle entrate, di provare specificamente una diversa destinazione di detti accrediti. Queste le considerazioni giuridiche che si leggono nella sentenza 13494/15 della Corte di cassazione. [ ... leggi tutto » ]