comunione ereditaria


Comunione ereditaria di immobile non comodamente divisibile – le regole per l’assegnazione

29 Maggio 2015 - Andrea Ricciardi


In caso di comunione ere­ditaria avente ad oggetto un immobile non comodamente divisi­bile, se vi sono coeredi titolari di quote identiche e tutti chiedono l'assegnazione, il giudice ha il potere-dovere di scegliere tra i più richiedenti valutando ogni ragione di op­portunità e convenienza, dandone adeguata motivazione; se poi non sia ravvisabile alcun criterio oggettivo di preferenza (o nessuno dei condividenti voglia giovarsi della facoltà di at­tribuzione dell'intero), soccorre il rimedio residuale della vendita all'incanto. E' da escludere che la scelta del condividente cui assegnare il bene possa dipen­dere dalla maggiore offerta, che uno di essi faccia, rispetto al prezzo di stima. Il procedimento di divisione, infatti, non è soggetto a gara tra i condividenti, altrimenti verrebbe meno la parità di con­dizione degli aspiranti assegnatari e la scelta verrebbe ad essere determinata, o quanto meno influenzata, dalle maggiori o minori possibilità economiche degli aspiranti. Se la scelta dell'assegnatario dovesse essere determinata [ ... leggi tutto » ]


Usucapione del bene in comunione ereditaria

22 Novembre 2014 - Piero Ciottoli


Per quanto attiene il possesso di un bene insieme ad altri soggetti, il godimento esclusivo della cosa comune da parte di uno dei possessori non è, di per sé, idoneo a far ritenere lo stato di fatto cosi determinatosi funzionale all'esercizio del diritto di usucapione. La circostanza venutasi a creare, infatti, può essere conseguenza di un atteggiamento di mera tolleranza da parte degli altri soggetti, risultando necessario, a fini della usucapione, la manifestazione del dominio esclusivo sulla cosa comune da parte dell'interessato attraverso un'attività durevole, apertamente contrastante ed inoppugnabilmente incompatibile con il possesso altrui, gravando l'onere della relativa prova su colui che invochi l'avvenuta usucapione del bene. In particolare, il coerede che dopo la morte del de cuius sia rimasto nel possesso del bene ereditario, per rivendicare il diritto all'usucapione del bene ereditato è tenuto ad estendere tale possesso in termini di esclusività, il che avviene quando il coerede goda [ ... leggi tutto » ]


Usucapione del bene ereditato » per il possesso a discapito degli altri coeredi va dimostrato l’uso esclusivo

17 Novembre 2014 - Andrea Ricciardi


Bene ereditato tra più coeredi: un erede per averne il pieno possesso, tramite usucapione, deve manifestarne pubblicamente l'uso esclusivo. Il coerede che dopo la morte del de cuius sia rimasto nel possesso del bene ereditario, può, prima della divisione, usucapire la quota degli altri eredi, senza necessità di interversione del titolo del possesso. A tal fine, egli, che già possiede animo proprio ed a titolo di comproprietà, è tenuto ad estendere tale possesso in termini di esclusività, il che avviene quando il coerede goda del bene in modo inconciliabile con la possibilità di godimento altrui e tale da evidenziare una inequivoca volontà di possedere uti dominus e non più uti condominus, non essendo sufficiente che gli altri partecipanti si astengano dall'uso della cosa comune. Questo, in sintesi, l'orientamento espresso dalla Corte di Cassazione con sentenza 24214/14. Da ciò che si evince dalla suddetta pronuncia, il coerede può diventare esclusivo padrone [ ... leggi tutto » ]


Donazione indiretta di un immobile » per dimostrare che il bene ricevuto è escluso dalla comunione legale non basta un atto notarile

14 Ottobre 2014 - Andrea Ricciardi


In caso di donazione indiretta di un immobile, per dimostrare che il bene donato sia escluso dalla comunione legale, non basta la dichiarazione contenuta nell'atto notarile, ma è necessaria una prova più consistente. In caso di donazione indiretta di un immobile, per verificare se tale bene rientri o meno nella comunione legale, l'attestazione del notaio, dell'avvenuto pagamento del corrispettivo dell'immobile con denaro donato dal padre alla figlia, non può considerarsi sufficiente, trattandosi di una mera presa d'atto della dichiarazione resa al riguardo delle parti. Secondo normativa vigente, l'atto pubblico forma piena prova solo della provenienza del documento dal pubblico ufficiale che lo ha redatto, delle dichiarazioni rese dalle parti o dei fatti che agli attesti avvenuti in sua presenza, ma non è piena prova della veridicità intrinseca delle predette dichiarazioni. Questo, in sintesi, l'orientamento espresso dalla Corte di Cassazione con sentenza 21494/14. Per ben comprendere gli aspetti di questa importante [ ... leggi tutto » ]


La liquidazione delle somme e/o dei titoli depositati sul conto corrente del de cuius nell’ipotesi di successione mortis causa con pluralità di eredi

9 Aprile 2013 - Annapaola Ferri


La liquidazione delle somme e/o dei titoli depositati sul conto corrente del de cuius nell'ipotesi di successione mortis causa con pluralità di eredi Come avviene la liquidazione delle somme e/o dei titoli depositati sul conto corrente (e/o nel deposito titoli) del de cuius nell'ipotesi di successione mortis causa con pluralità di eredi? In merito alla sorte dei crediti ereditari nell'ipotesi di successione mortis causa con pluralità di eredi si registrano, in giurisprudenza e in dottrina, due diversi orientamenti. Da un lato, infatti, si afferma che i crediti del de cuius dovrebbero seguire lo stesso destino dei debiti, conseguentemente dividendosi automaticamente tra i coeredi in ragione delle rispettive quote - in forza di quanto prevede il noto principio secondo il quale nomina et debita hereditaria ipso iure dividuntur (I debiti ereditari si ripartono di diritto fra tutti i coeredi). Secondo un diverso indirizzo, invece, i crediti del de cuius, a differenza [ ... leggi tutto » ]