azione esecutiva


Conseguenze della par condicio creditorum nel processo esecutivo

1 Febbraio 2014 - Paolo Rastelli


Il nostro ordinamento accoglie il principio della par condicio creditorum e rifiuta il riconoscimento del diritto di priorità al creditore procedente. Ne deriva che il creditore intervenuto, munito di titolo esecutivo, si trova in una situazione paritetica a quella del creditore procedente. In pratica, sia il creditore pignorante, sia quello interveniente sono titolari dell'azione di espropriazione che deriva dal titolo di cui ciascuno di essi è munito e che ciascuno di essi esercita nel processo esecutivo. A sorreggere tale enunciato, prima la legge numero 80 del 2005, poi la legge numero 263 del 2005, che hanno definito la categoria dei soggetti legittimati all'intervento, rendendolo possibile: ai creditori il cui credito sia fondato su titolo esecutivo; ai creditori che, al momento del pignoramento, abbiano eseguito un sequestro sui beni pignorati oppure abbiano un diritto di prelazione risultante dai pubblici registri o un diritto di pegno; ai creditori che, al momento del [ ... leggi tutto » ]


Pignoramento – il debitore deve essere avvisato della possibilità di conversione

1 Settembre 2013 - Carla Benvenuto


Il debitore deve essere avvisato del proprio diritto di ottenere la conversione del pignoramento L'avvertimento ex articolo 492, comma 3, Cpc  (ovvero la facoltà di conversione della cosa pignorata in un somma di denaro pari al debito) è necessario anche nell'atto esecutivo presso terzi. La Suprema Corte, con la sentenza numero n° 6662 del 23 marzo 2011, fa chiarezza sulle novità legislative che negli ultimi anni hanno interessato il pignoramento. L'omissione dell'avvertimento rivolto al debitore della possibilità di richiedere la conversione, pur non comportando la nullità dell'atto di pignoramento in sé considerato, non può essere reputata priva di conseguenze sul corso della procedura esecutiva; infatti, se è vero che l'avvertimento in questione riproduce nell'atto di pignoramento una norma già altrimenti operante nel sistema quale è quella dell'articolo 495 codice di procedura civile, se dalla mancanza del primo non si facesse derivare conseguenza alcuna, essendo comunque indiscutibile l'applicabilità di tale ultima previsione, [ ... leggi tutto » ]


Pignoramento e difetto di notifica – il debitore esecutato ha cinque giorni per opporsi agli atti esecutivi

30 Agosto 2013 - Simone di Saintjust


Il debitore sottoposto ad esecuzione che sostiene di non aver avuto notizia del pignoramento a suo carico ha solo cinque giorni di tempo per far valere tale difetto di notifica attraverso l'opposizione agli atti esecutivi di cui all'articolo 617 Cpc. Cinque giorni che decorrono da quello della comunicazione o notifica dell'atto successivo che necessariamente presuppone il pignoramento. Lo ha chiarito la Cassazione nella sentenza 22279/10 con cui ha confermato la tardività dell'opposizione all'atto di pignoramento di alcuni debitori esecutati, in quanto proposta oltre il termine di cinque giorni - previsti dall'articolo 617 Cpc - decorrenti dalla notifica della diffida a presentare il rendiconto che, invece, avevano ricevuto. Sul punto, infatti, la Suprema corte ha ricordato che l'inosservanza di tale termine perentorio comporta l'inammissibilità dell'opposizione proposta perché tardiva. Inammissibilità che può essere rilevata d'ufficio anche in sede di legittimità. Ma non è tutto. Per sgombrare il campo da eventuali equivoci, poi, [ ... leggi tutto » ]


Azioni esecutive

10 Luglio 2013 - Paolo Rastelli


LE AZIONI ESECUTIVE PER IL RECUPERO DEL CREDITO Le azioni esecutive servono a soddisfare il proprio credito, soprattutto quando si è già ottenuta una sentenza favorevole dal giudice, dovrebbe essere se non automatico almeno semplice. Nel nostro diritto non è proprio così . Sovente accade che il creditore, pur se munito di una sentenza che gli dà ragione, rimanga ugualmente insoddisfatto perché il suo debitore non esegue spontaneamente la sentenza. Il processo esecutivo serve a questo: realizzare coattivamente il risultato pratico di un obbligo giuridico disatteso, anche contro la volontà del debitore, che ne risponde con tutti i suoi beni presenti e futuri (articolo 2740 Codice Civile). In questo modo il creditore potrà ottenere dal giudice la consegna o il rilascio dell'oggetto dell'obbligazione (dare, fare, etc.) con l'esecuzione forzata su: beni mobili; beni immobili; beni di eventuali terzi giuridicamente collegati al debitore; o facendo eseguire l'obbligo di fare o non fare [ ... leggi tutto » ]


Azione esecutiva e pignoramento – quando il creditore aggredisce il patrimonio del debitore

16 Aprile 2013 - Paolo Rastelli


Azione esecutiva e pignoramento – quando il creditore aggredisce il patrimonio del debitore Si definisce “azione esecutiva” il procedimento attraverso il quale il creditore che sia in possesso di un “titolo esecutivo” (cambiale, assegno, sentenza definitiva, ecc.) può aggredire il patrimonio del debitore. Le azioni esecutive sono svolte da uno o più creditori, siano essi privilegiati o chirografari, anche sullo stesso bene, mobile, immobile, mobile registrato o credito vantato da debitore, sono cumulabili in quanto il creditore può agire con i possibili mezzi di espropriazione forzata previsti dalla legge, ovvero il pignoramento mobiliare, il pignoramento immobiliare o il pignoramento presso terzi. Il debitore può però chiedere al giudice di limitare il mezzo utilizzabile ovvero che lo stabilisca il giudice stesso, nonché può chiedere che l'espropriazione sia limitata ad uno o più beni di sua proprietà, richiedendolo direttamente all'ufficiale giudiziario. Azione esecutiva e pignoramento – Il titolo esecutivo Le azioni esecutive [ ... leggi tutto » ]