separazione e divorzio - assegnazione casa coniugale


Al coniuge divorziato titolare di assegno divorzile spetta anche il 40% del tfr percepito dal coniuge obbligato

15 Dicembre 2015 - Carla Benvenuto


Il coniuge nei cui confronti sia stata pronunciata sentenza di scioglimento o di cessazione degli effetti civili del matrimonio ha diritto, se non passato a nuove nozze e in quanto titolare di assegno divorzile, ad una percentuale del trattamento di fine rapporto (TFR) percepita dall'altro coniuge all'atto della cessazione del rapporto di lavoro, anche se l'indennità viene a maturare dopo la sentenza. Tale percentuale è pari al quaranta per cento del TFR totale riferibile agli anni in cui il rapporto di lavoro è coinciso con il matrimonio. Ai fini del calcolo della percentuale spettante al coniuge divorziato titolare di assegno divorzile vanno conteggiate anche le anticipazioni sul TFR già percepite dal coniuge obbligato, a meno che quest'ultimo non dimostri che quelle anticipazioni si riferiscano ad epoca antecedente all'instaurazione del giudizio divorzile oppure coeva alla convivenza matrimoniale o al periodo di separazione personale. Questo il principio giuridico sancito dai giudici della [ ... leggi tutto » ]


Violazione dell’obbligo di mantenimento dei figli – rilevanza sul piano penale

7 Novembre 2015 - Loredana Pavolini


Lo stato di bisogno dei minore è presunto, salvo i casi in cui egli abbia personali autonome risorse economiche o finanziarie sufficienti in grado di permettere a chi ne ha il contingente affidamento l'utilizzazione finalizzata all'autonomo sostentamento. Nulla perciò rileva che il genitore affidatario, o la sua famiglia di origine, abbia i mezzi per provvedere essi, autonomamente, all'intero sostentamento in supplenza dell'obbligo violato dall'altro genitore. La violazione dell'obbligo di provvedere al mantenimento dei figli si concretizza, sul piano civile, ad ogni scadenza. Rileva sul piano penale quando tale violazione risulta non episodica e determina l'assenza dei mezzi di sostentamento per il minore. Questo il principio giuridico affidato ai contenuti della sentenza 44683/15 della Corte di cassazione. [ ... leggi tutto » ]


L’assegno di mantenimento non può essere rapportato al reddito di locazione dell’immobile, gravato da mutuo ipotecario, di proprietà del coniuge obbligato

5 Novembre 2015 - Roberto Petrella


L'assegnazione della casa familiare, rispondendo all'esigenza di conservare l'habitat domestico, inteso come il centro degli affetti, degli interessi e delle consuetudini in cui si esprime e si articola la vita familiare, è consentita unicamente con riguardo a quell'immobile che abbia costituito il centro di aggregazione della famiglia durante la convivenza, con esclusione di ogni altro immobile di cui i coniugi avessero la disponibilità. L'incremento dell'assegno di mantenimento non può essere rapportato al reddito locativo presuntivo dell'immobile di proprietà del coniuge obbligato se tale immobile è gravato da ipoteca volontaria a garanzia di un mutuo. Inoltre, quando sarà estinto il debito rappresentato dal mutuo con garanzia gravante sull'immobile, tale reddito presunto potrà integrare quello personale e della nuova famiglia del coniuge obbligato. Questi i principi formulati dai giudici della Corte di cassazione nella sentenza 22581/15. [ ... leggi tutto » ]


Revisione dell’importo relativo all’assegno divorzile

26 Ottobre 2015 - Carla Benvenuto


Con la sentenza che pronuncia la cessazione degli effetti civili del matrimonio, il giudice, tenuto conto delle condizioni dei coniugi, delle ragioni della decisione, del contributo personale ed economico dato da ciascuno alla conduzione familiare ed alla formazione del patrimonio comune, del reddito di entrambi, e valutati tutti gli elementi anche in rapporto alla durata del matrimonio, dispone l'obbligo per un coniuge di somministrare periodicamente a favore dell'altro un assegno divorzile quando quest'ultimo non ha mezzi adeguati o comunque non può procurarseli per ragioni oggettive. La determinazione dell'assegno divorzile va effettuata verificando, da un lato, l'inadeguatezza dei mezzi del coniuge beneficiario e tenendo conto, dall'altro lato, che l'accertamento del diritto all'emolumento non deve essere effettuatolimitandosi a prendere in esame le condizioni economiche del coniuge economicamente più debole, essendo necessario mettere a confronto le rispettive potenzialità economiche, intese non solo come disponibilità attuali di beni ed introiti, ma anche come attitudini [ ... leggi tutto » ]


L’assegno divorzile deve continuare a rendere possibili lo shopping i viaggi e le cene che l’ex coniuge effettuava in costanza di matrimonio

24 Ottobre 2015 - Chiara Nicolai


Incombe sempre al marito l'onere di provare che la moglie avrebbe la possibilità concreta di esercitare un'attività lavorativa a lei confacente e tale da consentire il raggiungimento non già della mera autosufficienza economica, ma di un tenore di vita sostanzialmente non diverso rispetto a quello goduto in costanza di matrimonio. L'assegno divorzile accordato in favore dell'ex coniuge deve essere sufficiente a coprire le consistenti spese per vestiario, per viaggi, cene ed altro che mediamente sono state effettuate nel corso del matrimonio. Così hanno deciso i giudici della Corte di cassazione con la sentenza 21670/15. [ ... leggi tutto » ]