separazione e divorzio - assegnazione casa coniugale


Il coniuge più debole può chiedere l’assegno di mantenimento al giudice italiano dopo che un giudice di uno stato europeo ne abbia dichiarato il divorzio

14 Febbraio 2016 - Carla Benvenuto


La legge sul divorzio, nel prevedere che con la sentenza che pronuncia lo scioglimento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio, il tribunale dispone, tenuto conto delle condizioni economiche dei coniugi e delle ragioni della decisione, l'obbligo per uno dei coniugi di somministrare a favore dell'altro periodicamente un assegno in proporzione alle proprie sostanze e ai propri redditi delinea l'ambito di competenza del giudice del divorzio non impone un necessario collegamento contestuale fra la pronuncia sullo status e quella sull'assegno divorzile. Il regime di riconoscimento automatico derivante dal regolamento Europeo comporta la ricezione nel nostro ordinamento del contenuto specifico della decisione, pronunciata in un paese dell'Unione, che si è limitata ad accertare le condizioni per lo scioglimento del matrimonio e lo ha sancito lasciando aperta la possibilità di far valere le pretese economiche in un separato procedimento. Non può dunque attribuirsi alla sentenza di divorzio pronunciata in un paese [ ... leggi tutto » ]


Assegnazione casa coniugale – si tratta di un atipico diritto personale di godimento e non di un diritto reale

12 Febbraio 2016 - Carla Benvenuto


In tema di imposte comunali sugli immobili (ICI, IMU, TASI) il coniuge affidatario dei figli al quale sia assegnata la casa di abitazione posta nell'immobile di proprietà (anche in parte) dell'altro coniuge non è soggetto passivo dell'imposta per la quota dell'immobile stesso sulla quale non vanti il diritto di proprietà ovvero un qualche diritto reale di godimento (diritto di abitazione, usufrutto, comodato). Con il provvedimento giudiziale di assegnazione della casa coniugale in sede di separazione personale o di divorzio, infatti, viene riconosciuto al coniuge un atipico diritto personale di godimento e non un diritto reale, sicché in capo al coniuge assegnatario non è ravvisabile la titolarità di un diritto di proprietà o di uno di quei diritti reali di godimento, specificamente previsti dalla norma, costituenti l'unico elemento di identificazione del soggetto tenuto al pagamento dell'imposta sull'immobile. Questo il concetto chiarito dai giudici della Corte di cassazione nella sentenza 2675/16. [ ... leggi tutto » ]


Immobile concesso in comodato da un terzo – successiva separazione dei coniugi ed assegnazione della casa familiare

11 Febbraio 2016 - Stefano Iambrenghi


Il coniuge affidatario della prole minorenne, o maggiorenne non autosufficiente, assegnatario della casa familiare, può opporre al comodante, che chieda il rilascio dell'immobile, l'esistenza di un provvedimento di assegnazione, pronunciato in un giudizio di separazione o divorzio, solo se tra il comodante e almeno uno del coniugi il contratto in precedenza insorto abbia contemplato la destinazione dei bene a casa familiare. Ne consegue che, in tale evenienza, il rapporto sorge per un uso determinato ed ha, in assenza di una espressa indicazione della scadenza, una durata determinabile per relatione, con applicazione delle regole che disciplinano la destinazione della casa familiare, indipendentemente, dunque, dall'insorgere di una crisi coniugale, ed è destinato a persistere o a venir meno con la sopravvivenza o il dissolversi delle necessità familiari che avevano legittimato l'assegnazione dell'immobile. Bisogna, quindi, distinguere due tipi di comodato: il comodato destinato a soddisfare stabili esigenze abitative familiari, destinato a protrarsi sinché [ ... leggi tutto » ]


Riconoscimento dell’assegno divorzile – non è influenzato dalla durata del matrimonio

9 Febbraio 2016 - Annapaola Ferri


L'accertamento del diritto all'assegno divorzile si articola in due fasi, nella prima delle quali il giudice verifica l'esistenza del diritto in astratto, in relazione all'inadeguatezza dei mezzi del coniuge richiedente, raffrontati ad un tenore di vita analogo a quello avuto in costanza di matrimonio e che sarebbe presumibilmente proseguito in caso di continuazione dello stesso o quale poteva legittimamente e ragionevolmente configurarsi sulla base di aspettative maturate nel corso dei rapporto. Nella seconda fase, il giudice procede alla determinazione in concreto deil'ammontare dell'assegno, che va compiuta tenendo conto delle condizioni dei coniugi, delle ragioni della decisione e dei contributo personale ed economico dato da ciascuno alla conduzione familiare e alla formazione del patrimonio di ognuno e di quello comune, nonché del reddito di entrambi, valutandosi tali elementi anche in rapporto alla durata del matrimonio. Può ritenersi costante l'affermazione nella giurisprudenza di legittimità per cui, in materia di divorzio, la durata [ ... leggi tutto » ]


Quando la ripresa della coabitazione fra coniugi separati può essere considerata riconciliazione

9 Febbraio 2016 - Lilla De Angelis


La mera ripresa della coabitazione non equivale a riconciliazione potendo essa deve essere equiparata alla coabitazione interessata da ragioni meramente materiali, dovute a fattori economici o logistici o di altra natura. Si ha riconciliazione con la ripresa della coabitazione solo quando essa assume il connotato della ricostituzione del consorzio familiare, attraverso la ricomposizione della comunione coniugale di vita, vale a dire della ripresa delle relazioni reciproche, oggettivamente rilevanti, tali da comportare il superamento delle condizioni che avevano reso intollerabile la prosecuzione della convivenza e che si concretizzino in un comportamento non equivoco incompatibile con lo stato di separazione. Questo è il principio giuridico enunciato dai giudici della Corte di cassazione con l'ordinanza 2360/16. [ ... leggi tutto » ]