separazione e divorzio - assegnazione casa coniugale


Separazione personale » l’importo dell’assegno di mantenimento va calcolato al netto del reddito del coniuge

25 Settembre 2014 - Genny Manfredi


Nell'ambito di una separazione personale, l'importo dell'assegno di mantenimento va calcolato al netto del reddito del coniuge obbligato. L'assegno di mantenimento da corrispondere al coniuge beneficiario deve essere calcolato dal giudice tenendo in considerazione il reddito netto percepito dal soggetto onerato e non quello lordo. Questo l'orientamento espresso dalla Corte di Cassazione con sentenza 20024/14. In primis, come sappiamo, per poter stabilire se sussiste il diritto all'assegno di mantenimento, bisogna verificare se il coniuge richiedente dispone o meno di mezzi adeguati per il proprio sostentamento e per il mantenimento dello stesso tenore di vita di cui godeva durante il matrimonio. In tale fattispecie, secondo la giurisprudenza, egli ha diritto all'assegno di mantenimento, il cui importo viene valutato dal giudice. E dunque, a parere degli Ermellini, nel porre a raffronto il tenore di vita mantenuto durante il matrimonio con quella esistente alla data della domanda di divorzio, il tribunale non deve [ ... leggi tutto » ]


Separazione personale » per la determinazione dell’assegno di mantenimento conta la durata del matrimonio

16 Settembre 2014 - Genny Manfredi


Nell'ambito di una separazione personale, per la determinazione degli importi da corrispondere nell'assegno di mantenimento incide la durata del matrimonio. La durata breve del matrimonio può incidere sulla determinazione dell'assegno divorzile ben potendo non essere osservati tutti i criteri indicati dall'art. 5, comma 6, l. n. 898/1970 e potendo alcuni prevalere su altri. Ciò è quanto disposto dalla Corte di Cassazione con sentenza 18722/14. Al termine del procedimento di divorzio, il giudice può legittimamente riconoscere all'ex moglie, che guadagna molto meno del marito, un assegno di mantenimento molto esiguo: cio, perché nella determinazione dell'assegno di mantenimento bisogna tenere conto non solo del livello di vita del coniuge benestante, ma anche della breve durata del vincolo coniugale. Nella fattispecie dalla quale è scaturita la pronuncia, ad esempio, il giudice ha disposto, per l'ex moglie che guadagna 16 volte meno del marito, un assegno di mantenimento di soli 200 euro mensili. Nell'emanare [ ... leggi tutto » ]


Il provvedimento di assegnazione della casa coniugale è opponibile al terzo acquirente ma non ne impedisce l’espropriazione

11 Settembre 2014 - Ornella De Bellis


L'esistenza di un provvedimento di assegnazione della casa familiare non è elemento che possa incidere sulla pignorabilità del bene. Per giurisprudenza consolidata il provvedimento giudiziale di assegnazione della casa familiare al coniuge affidatario, avendo per definizione data certa, è opponibile, ancorché non trascritto, al terzo acquirente in data successiva per nove anni dalla data dell'assegnazione, ovvero ma solo ove il titolo sia stato in precedenza trascritto - anche oltre i nove anni. In tale contesto il diritto vantato dall'assegnataria, opponibile al terzo acquirente, non paralizza tuttavia quello del creditore di procedere sul bene oggetto dell'assegnazione, pignorandolo e facendolo vendere coattivamente. Così si è espressa la Corte di cassazione nella sentenza numero 12466/12. [ ... leggi tutto » ]


Separazione personale tra coniugi » ex casa coniugale in affitto: ora chi paga il contratto di locazione?

8 Settembre 2014 - Chiara Nicolai


Separazione personale tra due coniugi: in caso di contratto di locazione per l'ex casa coniugale, il padrone di casa da chi deve pretendere il pagamento dell'affitto? Chiariamo la questione nell'articolo seguente. Come sappiamo, nella fattispecie di una separazione personale tra due coniugi, durante la controversia in tribunale, viene decisa anche l'assegnazione dell'ex casa coniugale. Il giudice, infatti, stabilisce chi dei due coniuge deve andare ad abitare la casa dove una volta si viveva insieme: giurisprudenza consolidata stabilisce, sovente, che l'immobile venga assegnato a chi dei due ex coniugi è affidatario della prole. Ma nel caso in cui l'immobile in cui si abitava fosse affittato, cosa accade? In questi casi, nel caso in cui il contratto di locazione sia stato originariamente stipulato dal coniuge diverso da quello a cui poi il giudice assegna l'appartamento, si ha una estinzione del rapporto d'affitto in capo all'originario conduttore e una successione automatica nel contratto [ ... leggi tutto » ]


Separazione » figlio deve abitare stabilmente l’ex casa coniugale per non far decadere l’assegnazione

8 Luglio 2014 - Andrea Ricciardi


In tema di separazione personale ed assegnazione della casa coniugale, è necessaria la convivenza del figlio maggiorenne con il genitore collocatario. Qualora il ragazzo abbandoni l'abitazione, è legittima la revoca. L'assegnazione della casa coniugale è una delle questioni più conflittuali tra coniugi freschi di separazione. La questione si complica quando l'abitazione è di proprietà di chi non può più abitarla. In questo caso, infatti, il provvedimento del giudice che assegna il godimento del bene all'altro coniuge finisce con l'ostacolare non poco la possibilità che l'immobile divenga per quest’ultimo una risorsa economica. Di solito, la decisione del giudice sull'assegnazione della casa coniugale si fonda sulla necessità di offrire una stabilità domestica alla prole fino a quando quest’ultima non abbia raggiunto una autosufficienza economica. Solo quando il figlio sia divenuto economicamente autonomo, il genitore che sia stato privato del godimento dell'immobile, potrà rivolgersi al giudice perché questi revochi il provvedimento di assegnazione [ ... leggi tutto » ]