accertamento fiscale


Debiti con il fisco – la vendita simulata di un bene del debitore non sempre configura un reato tributario

2 Luglio 2015 - Tullio Solinas


In base alle norme vigenti è'punito con la reclusione chiunque, al fine di sottrarsi al pagamento di imposte sui redditi o sul valore aggiunto, ovvero di interessi o sanzioni amministrative relativi a dette imposte di ammontare complessivo superiore ad euro cinquantamila, aliena simulatamente o compie altri atti fraudolenti sui propri o su altrui beni idonei a rendere in tutto o in parte inefficace la procedura di riscossione coattiva. E' evidente che l'alienazione simulata o il compimento di altri atti fraudolenti, idonei a rendere inefficace la procedura di riscossione coattiva nei quali la condotta sanzionata consiste, devono essere finalizzati alla sottrazione al pagamento di imposte sui redditi o sul valore aggiunto ovvero di interessi o sanzioni amministrative relativi a dette imposte. Ed allora, una condotta il cui risultato economico fosse destinato ad andare, anziché a detrimento, addirittura a beneficio dell'Erario, non potrebbe dirsi accompagnata dal dolo specifico, indipendentemente dal fatto [ ... leggi tutto » ]


Nullo l’accertamento fiscale basato sui movimenti in conto corrente se il contribuente non ha svolto attività

1 Luglio 2015 - Giorgio Valli


Quando sussistono flussi finanziari che non trovano corrispondenza nella dichiarazione dei redditi, i dati risultanti dai conti correnti bancari possono essere utilizzati sia per dimostrare l'esistenza di un'eventuale attività occulta (impresa, arte o professione), sia per quantificare il reddito ricavato da tale attività, incombendo al contribuente l'onere di dimostrare che i movimenti bancari che non trovano giustificazione sulla base delle sue dichiarazioni non sono fiscalmente rilevanti. Tuttavia, la presunzione di esercizio di attività occulta basata sui movimenti dei conti bancari del contribuente viene superata se il contribuente dimostra che nell'anno d'imposta non ha svolto attività imprenditoriale o professionale. Sono queste le considerazioni giuridiche che emergono dalla lettura della sentenza numero 13369/15 della Corte di cassazione. [ ... leggi tutto » ]


Agente di commercio e procacciatore d’affari – differenze e implicazioni fiscali

18 Giugno 2015 - Giorgio Martini


La figura del procacciatore di affari non è disciplinata da alcuna norma del codice civile o di altre leggi speciali, anche se la relativa attività presenta, sotto il profilo pratico una rimarchevole analogia con quella dell'agente commerciale. Ma è proprio questa circostanza che, per così dire, complica le cose, rendendo il rapporto suscettibile di impreviste insidie per l'impresa che ha conferito un incarico di tal tipo. Mentre la figura del procacciatore di affari non è disciplinata da alcuna norma, l'attività dell'agente commerciale è espressamente regolata da disposizioni del Codice civile (dall'art. 1742 all'art. 1753) da alcune leggi speciali e da accordi economici collettivi. Per differenziare le due figure è sufficiente da un lato, individuare quali sono gli elementi di distinzione tra le due figure e, dall'altro, evidenziare che la professione di agente è una attività protetta. Sotto il primo profilo gli elementi tipici che contraddistinguono il contratto di agenzia sono [ ... leggi tutto » ]


Accertamento basato su parametri e studi di settore – il contribuente può contestarne l’applicabilità

18 Giugno 2015 - Giorgio Valli


La procedura di accertamento tributario standardizzato mediante l'applicazione dei parametri o degli studi di settore costituisce un sistema di presunzioni semplici. La gravità, precisione e concordanza di tale sistema di presunzioni non è ex lege determinata dallo scostamento del reddito dichiarato rispetto agli standards in sè considerati – meri strumenti di ricostruzione per elaborazione statistica della normale redditività – ma nasce solo in esito al contraddittorio da attivare obbligatoriamente con il contribuente, pena la nullità dell'accertamento. Il contribuente ha l'onere di provare, senza limitazione alcuna di mezzi e di contenuto, la sussistenza di condizioni che giustificano l'esclusione dell'impresa dall'area dei soggetti cui possono essere applicati gli standards o la specifica realtà dell'attività economica nel periodo di tempo in esame, mentre la motivazione dell'atto di accertamento non può esaurirsi nel rilievo dello scostamento, ma deve essere integrata con la dimostrazione dell'applicabilità in concreto dello standard prescelto e con le ragioni per [ ... leggi tutto » ]


Imposta di registro – criteri per la rettifica fiscale del valore dichiarato dell’immobile ceduto

3 Giugno 2015 - Paolo Rastelli


Come noto, l'Amministrazione finanziaria può provvedere alla rettifica del valore dell'immobile ceduto, e alla conseguente liquidazione della maggiore imposta dovuta, se ritiene che il bene alienato abbia un valore venale superiore a quello dichiarato o al corrispettivo pattuito. Sarà sufficiente, al riguardo, prendere a riferimento i trasferimenti effettuati a qualsiasi titolo e le perizie giudiziarie, anteriori di non oltre tre anni alla data dell'atto, che abbiano avuto per oggetto immobili di analoghe caratteristiche e condizioni. Per procedere alla rettifica del valore dell'immobile ceduto, l'ADE potrà anche considerare il reddito netto prodotto da immobili con caratteristiche simili, capitalizzato al tasso mediamente applicato alla detta data e nella stessa località, nonché ogni altro elemento di valutazione, anche sulla base di indicazioni eventualmente fornite dai Comuni. La giurisprudenza consolidata in riferimento al criterio comparativo, infatti, ha rilevato che la circostanza secondo cui deve aversi riguardo ai trasferimenti a qualsiasi titolo ed alle divisioni [ ... leggi tutto » ]