Prassi da seguire dopo il decesso di un familiare
Indice dei contenuti dell'articolo
In seguito del decesso di una persona cara, è necessario esplicare alcune pratiche al fine della successione. A causa del dolore per la morte del proprio parente; spesso non si ha la lucidità per affrontare tutte le pratiche che la burocrazia richiede. Nell’articolo vi illustreremo qual’è la prassi da eseguire correttamente.
4 Luglio 2013 · Giuseppe Pennuto
Indice dei contenuti dell'articolo
Assistenza gratuita - Cosa sto leggendo
Richiedi assistenza gratuita o ulteriori informazioni su prassi da seguire dopo il decesso di un familiare. Clicca qui.
Commenti e domande
Per porre una domanda sul tema trattato nell'articolo (o commentarlo) e visualizzare il form per l'inserimento, devi prima accedere. Potrai accedere velocemente come utente anonimo.
Salve sono uno studente di giurisprudenza e desidero sapere quando si attua sia la collazione ereditaria che l’azione di riduzione, so che si attuano all’apertura della successione, ma se all’apertura della successione non viene richiesta ne la collazione ne l’azione di riduzione e si passa alla divisione ereditaria si puo’ inoltrare la richiesta per la collazione ereditaria o l’azione di riduzione?
L’articolo 737 del Codice Civile stabilisce che i figli e i loro discendenti ed il coniuge del soggetto deceduto che concorrono alla successione devono conferire ai coeredi tutto ciò che hanno ricevuto dal defunto per donazione in vita direttamente o indirettamente.
L’obbligo della collazione sorge automaticamente e i beni donati in vita dal “de cuius” devono essere conferiti indipendentemente da una espressa richiesta, essendo sufficiente, a tal fine, la proposizione della domanda di accertamento della lesione della quota di legittima e di riduzione e la menzione in essa dell’esistenza di determinati beni facenti parte dell’asse ereditario da ricostruire (Corte di Cassazione 8510/2018).
L’azione di divisione ereditaria e quella di riduzione sono fra loro sostanzialmente diverse, perché la prima presuppone l’esistenza di una comunione tra gli aventi diritto all’eredità che, invece, non sussiste nella seconda, ove il de cuius ha esaurito il suo patrimonio in favore di alcuni di tali aventi diritto, con esclusione degli altri, mediante atti di donazione o disposizioni testamentarie. Ne consegue che la domanda di riduzione, pur potendo essere proposta in via subordinata rispetto a quella di divisione, la quale ha, rispetto alla prima, carattere pregiudiziale (Corte di Cassazione 9192/2017).