Successione ereditaria: i debiti del defunto si dividono fra i coeredi in ragione delle rispettive quote mentre i crediti cadono in comunione

Nell'ipotesi di successione mortis causa con pluralità di eredi si registrano, in giurisprudenza e in dottrina, due diversi orientamenti. Secondo alcuni, i crediti del defunto dovrebbero seguire lo stesso destino dei debiti, conseguentemente dividendosi automaticamente tra i coeredi in ragione delle rispettive quote. Secondo altri, invece, i crediti del defunto, a differenza dei debiti, non si dividerebbero automaticamente, ma entrerebbero a far parte della comunione ereditaria.

La prevalente giurisprudenza di legittimità (da ultimo Cassazione 12192/2007) ha optato per la seconda ipotesi, argomentando che, in tema di divisione di beni ereditari, i crediti del defunto non si dividono automaticamente ma vengono ripartiti tra i coeredi con la divisione di tutta la massa ereditaria: e, poiché il mantenimento della comunione ereditaria dei crediti sino alla divisione soddisfa l'esigenza di conservare l'integrità della massa e di evitare qualsiasi iniziativa individuale idonea a compromettere l'esito della divisione stessa, è vietato al singolo coerede di compiere atti individuali dispositivi dei crediti vantati dal defunto ed è necessario che qualsiasi atto, che ai crediti si riferisca, sia posto in essere congiuntamente da tutti i coeredi.

Pertanto, secondo quanto stabilito nella decisione 2983/2016 dell'Arbitro Bancario Finanziario, la liquidazione delle somme e/o dei titoli depositati sul conto corrente e/o nel deposito titoli del defunto può essere effettuata dalla banca solamente sulla base di disposizioni congiuntamente impartite da tutti gli eredi.

23 Luglio 2017 · Roberto Petrella