Recupero crediti – spese legali che il debitore ritiene non dovute

Recupero crediti - Spese legali richieste dopo la definizione di un accordo con piano di rientro

Mia sorella lavora come rappresentante per una nota azienda che vende prodotti per la pulizia della casa e nel suddividere tra i vari rappresentanti le fatture le è capitato che le chiedessero di versare un importo inferiore rispetto al valore dei prodotti che lei aveva ordinato per i clienti.

In un primo momento mia sorella non si è accorta dell'errore, una volta presa coscienza lo ha fatto notare all'azienda che l'ha invitata ad aspettare la fattura successiva nella quale le avrebbero richiesto anche il pagamento pregresso.

Neanche in questa fattura le è stato però richiesto il pregresso.

Di qui tutta una serie di disguidi sino al ricevimento di una lettera senza raccomandata nella quale veniva invitata a versare l'importo di 198 euro che era l'importo dei prodotti ordinati e non ancora pagati e si richiedeva il versamento di ulteriori 40 euro per le spese legali (o forse di recupero, lei non ricorda come le avessero qualificate).

Nel frattempo lei aveva già concordato con le sue responsabili un piano di rientro nel debito, rientro che è stato concluso successivamente rispetto alla ricezione della lettera.

Attualmente restano insolute solo le spese legali o di recupero, continuo ad essere ambigua nei termini anche perchè la sua responsabile di zona le ha qualificate spese per la lettera scritta dall'avvocato (anche se dalla lettera evinco anche mediante una ricerca su internet che è una società di recupero crediti ) e ha sollecitato mia sorella al pagamento di questi ultimi 40 euro entro pochi giorni pena l'aggravarsi ulteriore della sua situazione per l'attivazione di una seconda procedura che dovrebbe avere un importo di un centinaio di euro.

E' possibile evitare di pagare questi 40 euro considerando che le lettere di questa società di recupero crediti sono state inviate sempre senza raccomandata, e i versamenti per i prodotti ordinati e non pagati è stato effettuato direttamente all'azienda con assegno circolare e non alla società di recupero crediti e quindi sarebbe anche ipotizzabile uno spontaneo adempimento e l'assenza di un'attività di recupero della società?

Non è tutta colpa della società di recupero crediti

Mi sembra un pò scorretto e fuorviante prendersela con la società di recupero crediti.

Il mandato di procedere alla riscossione coattiva dell'importo richiesto a sua sorella, la società di recupero crediti l'ha sicuramente ricevuto dalla nota azienda per cui sua sorella lavora.

Sembrerebbe, piuttosto, che i responsabili della nota azienda, che interagiscono con sua sorella, non siano in grado di risolvere la questione. In pratica la nota azienda dovrebbe accollarsi l'onere di corrispondere i 40 euro di spese legali o di recupero, sia perchè è la prima responsabile del disguido, sia perchè non era il caso di affidare un mandato di recupero crediti per un importo così esiguo.

Questo nel merito. Per quanto attiene gli aspetti legali, una lettera non raccomandata non può costituire comunicazione di messa in mora. E, dunque, è come se sua sorella, ad oggi, non avesse ricevuto nulla.

D'altro canto, la società di recupero crediti sta cercando di ottenere la provvigione che le spetta. Ci prova con sua sorella, e, naturalmente, non si sogna di aggiungere al danno la beffa rimettendoci anche il costo della raccomandata.

In realtà i 40 euro andrebbero richiesti al committente (la nota azienda) che, una volta affidato il mandato di riscossione coattiva, non avrebbe dovuto concludere la transazione con il debitore senza pretendere le spese di esazione da riconoscere al mandatario.

24 Ottobre 2012 · Paolo Rastelli


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