Ludmilla Karadzic

Per quanto riguarda l’ipotesi di conversione del rapporto a tempo pieno da tempo parziale, la legge prevede un diritto di priorità nelle assunzioni a tempo pieno per i lavoratori che abbiano trasformato il rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale, purché si tratti di assunzioni relative a mansioni quanto meno equivalenti.

La legge precisa, peraltro, che l’eventuale violazione del diritto di prelazione spettante al lavoratore determina solo un risarcimento del danno, commisurato nella differenza tra la retribuzione percepita e quella che sarebbe spettata in caso di trasformazione a tempo pieno, per un periodo di sei mesi.

Dunque, bisogna mettersi l’anima in pace. Se il datore di lavoro non rispetta il diritto di prelazione del lavoratore che chiede il passaggio da tempo parziale a tempo pieno, anche a fronte di nuove assunzioni con mansioni equivalenti, il massimo che si può ottenere, adendo il giudice del lavoro, e con tutte le conseguenze che questo comporta, è un risarcimento del danno.


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