Signora lei rischia il pignoramento del quinto dello stipendio, ma a babbo morto come si dice a Roma. E dovendole lasciare almeno il “minimo vitale”, il creditore rischia di riscuotere neanche cento euro al mese, anticipando però le spese per “fare gli atti”.
Se è consapevole del fatto che non potrà più accedere ad altri prestiti e non potrà fare shopping con le carte di credito, allora li mandi a quel paese e non paghi più nulla, visto che non ne ha i mezzi.
Questi non si rendono conto della situazione di crisi che ci travolge e non capiscono che non basta la sola volontà per pagare, ma ci vogliono anche i soldi.
Continui ad inviare raccomandate AR chiedendo estratto conto e lettera di cessione. Non è necessario che le rispondano.
Anzi, se non le rispondono è meglio. Questi documenti le serviranno quando (e se) faranno “gli atti”.
Alla notifica del procedimento giudiziale finalizzato ad ottenere un decreto ingiuntivo per il pignoramento del quinto della sua pensione di reversibilità, lei si attiverà per accedere al beneficio del gratuito patrocinio e tramite il suo avvocato esibirà tutta la documentazione (senza risposte) che nel frattempo avrà custodito.
Vedremo come questi signori giustificheranno, al giudice, il fatto di non avere mai adempiuto alle sue richieste di conoscere l’entità degli interessi applicati e la legittimità del loro presunto titolo di soggetto creditore.
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