Rosaria Proietti

In questi casi non c’è da pensarci su,si accetta, si fa un periodo di prova e poi si decide sulla base delle proprie valutazioni se lavorare o no in un recupero crediti

Noi non siamo in grado di, né ci piacerebbe, esprimere giudizi su questa o quella società di recupero crediti. Parliamo sempre molto male delle agenzie di rating, siano esse specializzate nella valutazione di debiti sovrani o in quella del debitore comune.

Non vorremmo predicare bene e razzolare male …

Per quanto attiene il discorso relativo alle “comunicazioni Creditech da buttare nel cestino” che asserisce aver letto, si tratta evidentemente di topics che, seppur eventualmente riferiti nello specifico alla Creditech, vanno opportunamente contestualizzati. E’ molto frequente in un forum di debitori consigliare di non tener conto, qualora non si possa pagare, delle comunicazioni telefoniche o cartacee provenienti da società di recupero crediti. Qualunque essa sia.

Su un aspetto, però, credo sia necessaria ancora una riflessione.

Il lavoro propostole è un lavoro di back office. Per quanto complesso possa risultare, non può essere inquadrato come prestazione autonoma o da libero professionista. Si può ricorrere ai contratti a termine (flessibilità e atipico). Non c’è alcuna ragione, se la società non è in grado, o non vuole assumere a tempo indeterminato, di imporre l’apertura di una partita IVA.

Comunque, quando elaborerà i suoi conti, alle tasse (IRPEF) aggiunga almeno un 27%/30% del reddito lordo per la gestione separata INPS (la quota aumenta ormai frequentemente) e si informi sull’IRAP.

A tal proposito deve trovarsi un fiscalista serio. Consideri anche i costi per la tenuta della contabilità.

Di nuovo in bocca al lupo.


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