La soluzione classica è quella di ottenere un consolidamento dei debiti. Vale a dire una rata più leggera e sostenibile da diluire in tempi di ammortamento più lunghi per entrambe le esposizioni debitorie: la sua e quella di suo marito.
Ma, il problema è che la ristrutturazione o consolidamento dei debiti pare sia solo uno spot pubblicitario per banche e finanziarie: se ne parla tanto, ma è difficilissimo, se non impossibile, rintracciare un esemplare di debitore che ne abbia effettivamente fruito.
Ed allora non resta altro che il “fai da te”. Si smette di pagare inutilmente a pioggia e si attende che il giudice decreti il pignoramento del quinto dello stipendio: un quinto per tutti i debiti suoi ed un quinto per tutti i debiti del marito. Qualsiasi sia il numero di creditori dell’una e dell’altro.
A volte è anche accaduto che il creditore abbia desistito dal perseguire via giudiziali. In questo caso il debito viene pagato con il disagio di doversi sorbire, di tanto in tanto, le prediche di qualche sedicente avvocato che minaccia sfracelli. Insomma, non sarebbe poi così male: per 300 euro al mese io sarei disposto a sorbirmeli mezz’ora pro die.
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