Andrea Ricciardi

Sta suscitando molto clamore la notizia di importi concessi, per chi ha avuto accesso al reddito di cittadinanza, davvero molto bassi: in più di un caso si è parlato addirittura di 40 euro mensili.

Ma come è possibile tutto ciò?

In realtà, la legge che ha istituito questo aiuto per i disoccupati è chiara: i 780 euro al mese (9.360 all’anno) sono la cifra massima che un cittadino può ricevere, e proprio 40 al mese (480 annui) sono il minimo.

Da cosa dipende, dunque, l’importo che ogni cittadino riceve sulla card?

Poniamo che i limiti dell’Isee annuo (9.360 euro), di reddito famigliare (6.000 euro, oppure 9.360 se si è in affitto), di beni immobili (30mila euro di valore, escluso la casa in cui si abita) e mobili (tra 6mila e 10mila a seconda dei componenti della famiglia) siano rispettati, e dunque il cittadino abbia diritto a un aiuto.

Fatto tutto questo, la cifra viene calcolata come integrazione del reddito famigliare (quindi questo, qualora non sia zero, viene sottratto al valore che ci si trova sulla card), a cui eventualmente si aggiunge un sostegno all’affitto o al mutuo o le maggiorazioni in caso di famiglie numerose, per un totale, appunto, di 9.360 euro l’anno (sempre i ‘classici’ 780 euro).

Non solo: eventuali altri sussidi percepiti, se compatibili con il Rdc, vanno sottratti dalla somma che si va a ricevere.

Un esempio è la Naspi (Nuova assicurazione sociale per l’impiego), cioè l’indennità di disoccupazione introdotta dal Jobs Act (che varia, di fatto, a seconda dello stipendio che si prendeva quando si era assunti): è compatibile con il reddito di cittadinanza – quindi non viene cancellata – ma il suo importo va sottratto a quello del nuovo sussidio.

Dunque, in linea teorica, ricevere solo 40 euro al mese di reddito di cittadinanza è possibile.


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