Soltanto nell’ultimo anno, conti alla mano, sono ben 260 i milioni di euro illegittimamente calcolati e pretesi dalle società di gestione dell’energia e regolarmente pagati dai clienti, che successivamente, ma non sempre, sono stati rimborsati.
Insomma, un vero e proprio illecito su cui è intervenuta la Guardia di finanza in collaborazione con l’Arera, l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente.
Premettendo che sono in corso le procedure per la restituzione attraverso riduzioni tariffarie, occorre adesso scoprire come fare a ottenere il rimborso e qual è la procedura da seguire.
È interessante scoprire in che modo le società di gestione delle energia hanno preteso costi aggiuntivi addebitati nelle bollette di luce e gas perché si ottengono riscontri ai sospetti.
Arera e Guardia di Finanza promette adesso controlli più stretti, anche per evitare i costi degli aumenti illegittimi ricadano sui consumatori finali
A essere coinvolti sono anche le società per la produzione dell’energia elettrica, quelle incaricate dell’acquisto e della vendita all’ingrosso del gas naturale, della distribuzione, misura e vendita di altri gas a mezzo di reti.
Ma anche gli enti che si occupano di potabilizzazione dell’acqua, vendita di acqua all’ingrosso, distribuzione e vendita di acqua agli utenti finali, fognatura nera e mista, vendita all’ingrosso dello stesso servizio e raccolta e allontanamento delle acque meteoriche e di drenaggio urbano.
Nel caso di mancate risposte può rivolgersi direttamente all’Arera, protagonista di questa attività di smascheramento, con l’avvio della procedura di conciliazione.
Altrimenti occorre presentare reclamo a una Camera di commercio convenzionata o ad altri mediatori autorizzati.
La strada finale per cercare di fare valere le proprie ragioni e ottenere il rimborso sperato è quella del ricorso al Giudice di Pace.