Andrea Ricciardi

Soltanto nell’ultimo anno, conti alla mano, sono ben 260 i milioni di euro illegittimamente calcolati e pretesi dalle società di gestione dell’energia e regolarmente pagati dai clienti, che successivamente, ma non sempre, sono stati rimborsati.

Insomma, un vero e proprio illecito su cui è intervenuta la Guardia di finanza in collaborazione con l’Arera, l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente.

Premettendo che sono in corso le procedure per la restituzione attraverso riduzioni tariffarie, occorre adesso scoprire come fare a ottenere il rimborso e qual è la procedura da seguire.

È interessante scoprire in che modo le società di gestione delle energia hanno preteso costi aggiuntivi addebitati nelle bollette di luce e gas perché si ottengono riscontri ai sospetti.

Si va da investimenti inesistenti ai presunti interventi di odorizzazione del gas affinché gli utenti possano percepirlo in caso di fughe alla non conformità alle norme – parole testuale dei militari delle Fiamme gialle e del personale dell’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente – che regolano il pronto intervento in caso di segnalazioni e necessità di revisione delle procedure di sicurezza di diverse piccole imprese di distribuzione elettrica.

Arera e Guardia di Finanza promette adesso controlli più stretti, anche per evitare i costi degli aumenti illegittimi ricadano sui consumatori finali

A essere coinvolti sono anche le società per la produzione dell’energia elettrica, quelle incaricate dell’acquisto e della vendita all’ingrosso del gas naturale, della distribuzione, misura e vendita di altri gas a mezzo di reti.

Ma anche gli enti che si occupano di potabilizzazione dell’acqua, vendita di acqua all’ingrosso, distribuzione e vendita di acqua agli utenti finali, fognatura nera e mista, vendita all’ingrosso dello stesso servizio e raccolta e allontanamento delle acque meteoriche e di drenaggio urbano.

Laddove non automatica, la procedura per ottenere il rimborso di quanto legittimamente pagato con le bollette di luce e gas passa per l’invio del reclamo ai gestori attraverso una raccomandata con ricevuta di ritorno o via Pec poiché ha lo stesso valore legale.

Nel caso di mancate risposte può rivolgersi direttamente all’Arera, protagonista di questa attività di smascheramento, con l’avvio della procedura di conciliazione.

Altrimenti occorre presentare reclamo a una Camera di commercio convenzionata o ad altri mediatori autorizzati.

La strada finale per cercare di fare valere le proprie ragioni e ottenere il rimborso sperato è quella del ricorso al Giudice di Pace.

Il tutto ricordando che con la sparizione del mercato tutelato, prevista nel mese di luglio del prossimo anno, prende il posto del giudice amministrativo diventando un ente risolutivo con la stessa Autorità di regolazione per l’energia, le reti e l’ambiente per la decisione finale.


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