Simonetta Folliero

L’assegno postale vidimato è simile all’assegno bancario circolare ed è, per questo, anche impropriamente indicato come assegno postale circolare: con il visto apposto sull’assegno, infatti, Poste Italiane garantisce la copertura dell’assegno. A differenza di quanto avviene per l’assegno bancario circolare, quando la banca garantisce con il proprio patrimonio l’importo facciale dello stesso, tuttavia, la copertura dell’assegno postale vidimato è assicurata bloccando la disponibilità, sul conto corrente del traente (colui che ha emesso l’assegno), di un importo pari a quello riportato nel modulo di assegno postale vidimato.

Ma attenzione: il termine per la presentazione all’incasso (presso un qualsiasi sportello bancario o postale) dell’assegno postale vidimato è di due mesi a partire dalla data di vidimazioneo (in caso di presentazione ad uno sportello bancario o postale, dopo la scadenza, l’assegno postale vidimato viene segnalato come “estinto”).

Qualora il traente si trovasse nella condizione di detenere un assegno postale vidimato scaduto, deve ritornare nell’ufficio postale, dove detiene il conto corrente, consegnare il titolo scaduto, e farsi vidimare un nuovo assegno (pagando 65 centesimi circa per il servizio).

Può accadere anche che, scaduti i due mesi di validità dell’assegno, dopo una richiesta precedente di chiusura, il conto corrente postale non sia più attivo e la giacenza (a copertura dell’assegno vidimato) sia confluita in un conto corrente di appoggio.

In questa eventualità, dovrà essere Poste Italiane ad emettere un assegno circolare vero e proprio, dietro presentazione dell’assegno vidimato scaduto ed il pagamento degli oneri previsti come costo per il servizio di emissione dell’assegno circolare.


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