Non siamo in grado di esaminare il decreto regionale citato: possiamo solo presupporre che si tratti, come già avvenuto spesso nella PA, di un provvedimento favorevole al soggetto posto in quiescenza, al quale si chiede solo il rimborso dei contributi non versati negli anni addietro e recentemente anticipati dalla Pubblica Amministrazione (e quindi non c’è prescrizione), peraltro senza sanzioni di ritardato pagamento, che hanno permesso la ristrutturazione della sua carriera e la conseguente possibilità di percepire il livello di rateo che le è stato erogato quando è andato in pensione.

Non è possibile contravvenire ad un decreto ministeriale recente, in base al quale è stato disposto un anticipo forzoso a favore dell’INPS, senza penalità, il cui diritto alla restituzione non è prescritto: ma se, per pura ipotesi, il pensionato avesse potuto scegliere di non versare quanto richiesto dalla PA che ha anticipato i fondi previdenziali, avrebbe dovuto poi rinunciare ad una congrua fetta della pensione attualmente percepita e paradossalmente, avrebbe dovuto anche restituire quanto percepito in più negli ultimi cinque anni.

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