In teoria, quando sussiste una causa per la separazione, il tribunale accerta le capacità economiche dei due coniugi, al fine di stabilire chi dei due ha il reddito più alto e così quantificare l’assegno di mantenimento.

Per far ciò, si parte, naturalmente, dalla dichiarazione dei redditi.

Se ad esempio, come nel suo caso, un coniuge risulta disoccupato dinanzi lo Stato, è difficile stabilire il reddito e conseguentemente proporzionare qualsiasi sorta di mantenimento.

Ma non è sempre così.

Infatti, recentemente, la Corte di Cassazione, con la sentenza 769/18, ha stabilito che in caso di separazione e di condanna al marito al versamento del mantenimento dei figli, a nulla serve eccepire di non avere un lavoro e di essere alla ricerca di un’attività.

A parere dei giudici, infatti, nella sentenza in esame, e’ poco credibile che un soggetto giovane e in salute e che sappia fare un mestiere non guadagni nulla: in tali casi è evidente che il soggetto svolga il mestiere a nero senza dichiarare nulla al Fisco.

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