Riceve multe da tutta Italia senza muoversi mai di casa

Per dieci anni, non si è mai spostato da Carmagnola, dove tutt’ora lavora come carpentiere in una ditta. Eppure, secondo i vigili di tutta Italia, la Punto grigia di Carlo Fernicola è stata pizzicata in divieto di sosta a Napoli, Roma, Scafati, Tivoli e in altri comuni. Collezionando negli anni multe per un importo pari ad oltre 3mila e 400 euro.

L’odissea di Carlo Fernicola e del padre Gerardo è iniziata addirittura nel 1999, quando si sono visti recapitare a casa la prima multa da Tivoli. Inizialmente hanno pensato ad un errore, invece era solo la prima tappa di un lungo calvario.

«Ci siamo rivolti ai vigili e ai carabinieri, ma non siamo riusciti a far annullare la multa - racconta Gerardo -. Ma la vera sorpresa ce la siamo trovata davanti pochi giorni dopo, quando ci è stata recapitata un’altra multa. Questa volta da Napoli.». I due si sono rivolti anche al giudice di pace, ma anche qui senza ottenere giustizia. «Abbiamo presentato al giudice un foglio che testimonia come mio figlio fosse regolarmente a lavoro a Carmagnola nei giorni in cui prendeva multe a Napoli e a Roma - spiega Gerardo -. Ma anche qui nessuno ci ha annullato quelle contravvenzioni. Ma oltre al danno abbiamo dovuto subire anche la beffa. Il tribunale ci ha infatti addebitato anche le spese processuali».

A dar credito al racconto dei due, anche i carabinieri avrebbero ammesso l’errore. «Mi hanno detto che in Italia c’è qualcuno che gira con la stessa targa di mio figlio, probabilmente contraffatta - continua -. Eppure, nonostante l’evidenza, ci hanno detto che dovevamo continuare a pagare».

Stanchi di ricevere multe senza essersi mossi di casa, nel 2004 i due hanno deciso di vendere la vecchia Punto per acquistare una nuova macchina. Da quel momento non hanno più ricevuto contravvenzioni e la brutta storia sembrava alle spalle. Fino alla scorsa settimana, quando hanno ricevuto il saldo delle vecchie multe, mai pagate, insieme al verbale di fermo della macchina, valido finchè non salderanno le vecchie pendenze. «Ma noi di pagare non abbiamo proprio intenzione - conclude Gerardo -. Se necessario, ricorreremo anche al Tar del Lazio, ma continueremo a lottare fino a quando non otterremo giustizia».

di Andrea Magri da Cronaca Qui.it

29 Agosto 2008 · Patrizio Oliva




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