Recupero TFR – Ecco come ottenerlo tramite il Fondo di Garanzia INPS quando l’azienda presso cui lavori presenta domanda di concordato preventivo

E' possibile recuperare il TFR (trattamento di fine rapporto) tramite il fondo di garanzia dell'INPS nel caso in cui la vostra azienda abbia presentato domanda di concordato preventivo.

Quando l'azienda presso cui lavorate manifesta dei segnali di rischio potenziale come pagamenti insoluti, è bene cominciare a drizzare le antenne.

Dunque, se il vostro datore di lavoro ha presentato domanda di concordato preventivo, per evitare il fallimento, come fare per recuperare il TFR?

Innanzitutto, chiariamo che il concordato preventivo è uno strumento di soluzione della crisi d'impresa che si attua attraverso un accordo di natura negoziale tra l'impresa debitrice e i creditori, la cui volontà è espressa per maggioranze di credito, finalizzato al risanamento aziendale e alla ristrutturazione del debito.

In parole povere, il concordato preventivo è la procedura concorsuale, prevista dalla legge fallimentare, grazie alla quale l'imprenditore per evitare il fallimento cerca di trovare un accordo con i creditori.

In quest'ottica, ricordiamo che il nostro ordinamento giuridico ha istituito presso l’Inps il Fondo di garanzia per il trattamento di fine rapporto, il quale è esteso alle ultime tre retribuzioni e anche alla previdenza complementare.

Il Fondo di Garanzia ha lo scopo di sostituirsi al datore di lavoro, in caso di insolvenza di quest’ultimo, nel pagamento del TFR e/o delle ultime tre mensilità ai lavoratori subordinati, cessati dal lavoro, o ai loro eredi.

Il suddetto Fondo di Garanzia interviene in tutti i casi di cessazione del rapporto di lavoro subordinato a condizione che sia stato accertato lo stato di insolvenza del datore di lavoro: quindi nei casi di:

Come accennato, il concordato preventivo costituisce il mezzo offerto al debitore per evitare che su di esso ricada la gravosa procedura fallimentare.

Il Tribunale, sulla base della documentazione fornita dall’imprenditore e della proposta di pagamento almeno parziale dei debiti da questi formulata, emette decreto di omologazione del concordato, ovvero dichiara il fallimento.

Dal giorno successivo alla pubblicazione del decreto di omologa, ovvero del decreto che decide di eventuali opposizioni o impugnazioni al concordato preventivo ed entro i 5 anni successivi, il lavoratore può quindi presentare domanda all’INPS di intervento del Fondo di Garanzia per ottenere il pagamento del TFR non ancora liquidato dal datore.

La domanda in parola deve essere presentata presso la sede Inps del territorio di residenza, previa compilazione di appositi modelli reperibili in tutte le sedi e le agenzie Inps e sul sito internet dell’Inps.

Presentata la domanda, corredata da tutta la documentazione richiesta, l’Inps provvederà al pagamento del TFR spettante in un tempo variabile dai 4 ai 6 mesi circa.

15 Ottobre 2014 · Andrea Ricciardi




Commenti e domande

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12 risposte a “Recupero TFR – Ecco come ottenerlo tramite il Fondo di Garanzia INPS quando l’azienda presso cui lavori presenta domanda di concordato preventivo”

  1. Anonimo ha detto:

    Buongiorno, la ditta di mio marito è fallita e non gli sono state liquidate 3 mensilità (inclusa la tredicesima) e il TFR, ed è già stata effettuata l’insinuazione al passivo, mi sono rivolta al sindacato e mi è stato detto, dopo aver consegnato i diversi documenti pertinenti, che una volta ricevuto il bonifico da parte dell’Inps, avrei dovuto versare a loro, per le spese burocratiche, il 10% della somma dovuta. Da segnalare che la somma dovuta ammonta a 24000 euro, il sindacato dovrebbe ricevere 2400 euro, a me sembra una pazzia. Vorrei sapere cosa ne pensate a riguardo, grazie mille.

    • Rosaria Proietti ha detto:

      Inutile entrare nel merito circa l’eventuale esosità della somma dovuta come corrispettivo (molto dipende dal tipo di attività svolta nonchè dalla difficoltà della questione, che noi non conosciamo nei dettagli): se suo marito ha sottoscritto il mandato al pool di avvocati per l’assistenza legale nel recupero del TFR presso l’INPS, secondo un patto di quota lite (così si dice quando l’accordo preventivo fra cliente e avvocato prevede il pagamento del corrispettivo solo in presenza di un risultato raggiunto, sulla base di una quota percentuale della somma ottenuta dal cliente e nessun anticipo spese) il suggerimento è quello di adempiere, per evitare guai (decreto ingiuntivo, precetto e pignoramento) ai quali si va sicuramente incontro. Peraltro, al di fuori del patto di quota lite, quando ci si presenta in uno studio di avvocato bisogna sborsare un congruo anticipo perchè il professionista inizi solo a leggere le carte.

  2. Anonimo ha detto:

    Salve sono un ex dipendente A.T.A.C. sono andato in pensione OTTO mesi fa, ed ad oggi non ho ancora ricevuto il TFR, e ancora non si sa quando, e come, e se lo riceveremo come posso fare per averlo? faccio presente che sono anche invalido civile al100x100 con accompagno

  3. Irene Perra ha detto:

    Ho una domanda per quanto riguarda il TFR…vorrei sapere se il TFR che mi spetta è quello scritto nell’ultimo Cud?

    • Ludmilla Karadzic ha detto:

      Nella Certificazione Unica rilasciata dal datore di lavoro c’è il riferimento alla data di elaborazione del documento (di solito risale a fine febbraio). All’importo del TFR indicato nella Certificazione Unica va aggiunto, naturalmente, quanto spettante per i mesi lavorati successivamente. In pratica, anche se approssimativamente, si ottiene la somma residua da aggiungere dividendo la retribuzione netta mensile per 13 e moltiplicandola per i mesi lavorati dopo la data di rilascio della Certificazione Unica.

  4. andrea_zolfi ha detto:

    Ringrazio per la risposta.

    Nonostante io abbia tentato di essere esaustivo, ho sbagliato ad usare una espressione chiave: per “richiesta di recupero” intendevo “causa legale intrappresa prima che il datore di lavoro sia sottoposto ad una procedura concorsuale (dato lo stato di insolvenza cronico)”.

    Mi e’ stato segnalato il caso in cui :
    – nel corso dell’esercizio di impresa e lontano da ogni preavviso di procedura concorsuale;
    – una causa legale intrappresa dal dipendente, tramite un sindacato nazionale, che diventa esecutiva con il pignoramento dei beni, ma i beni sono insufficienti;
    – SUCCESSIVAMENTE il datore e’ sottoposto ad una procedura concorsuale;
    – tale causa legale sara’ accodata alle richieste di rimborso al fondo di garanzia INPS.

    Invece, il caso in cui:
    – nel corso dell’esercizio di impresa e lontano da ogni preavviso di procedura concorsuale;
    – una causa legale intrappresa dal dipendente, tramite un proprio avvocato, che diventa esecutiva con il pignoramento dei beni, ma i beni sono insufficienti;
    – SUCCESSIVAMENTE il datore e’ sottoposto ad una procedura concorsuale;
    – tale causa legale sara’ accodata alle richieste di insinuazione allo stato passivo, alla stregua degli altri creditori chirografari.

    Quindi, con un sindacato nazionale (e pagando la provvigione del 5%), paghera’ l’INPS alle calende greche. Invece, con un proprio avvocato, si potra’ subire una perdita dal 25 al 75% del TFR vantato.

    Voglio ricordare che tutti i sindacati nazionali affermano con sicurezza che la (famosa e famigerata) richiesta di rimborso al fondo di garanzia INPS non e’ affatto facilitata se tale richiesta e’ avviata da un dipendente o da un avvocato: “chi voglia capire, capisca”!

    • Che il sindacato sia “raccomandato” anche in sede giudiziale”? Ci sarebbe da gridare all’incostituzionalità o all’invalidità di norme e procedure che “facilitano” la richiesta di accesso al Fondo di garanzia del TFR se effettuata dal sindacato.

      Vero è che quando il sindacato interviene, con i propri legali, soprattutto per rivendicazioni collettive, esiste sempre una pressione di ordine psicologico, per i funzionari INPS ed i giudici, dal momento che si tratta di tutelare gli interessi di più soggetti.

      Ed è anche vero, ma non sempre, che i costi per onorari legali se la causa è supportata dal sindacato, e soprattutto a fronte di cause collettive, risultano minori per il lavoratore. Ecco, posta in questi termini la questione ha un suo fondo di verità.

  5. andrea_zolfi ha detto:

    Buongiorno.

    A riguardo del mancato pagamento, da parte del datore di lavoro, del TFR verso un fondo pensione di categoria, mi e’ stato segnalato che questa specifica richiesta di recupero del TFR e’ elaborata in modo diverso a seconda che sia presentata da un sindacato nazionale o da un avvocato privato.

    E precisamente, in caso di insolvenza del datore e prima che questo sia sottosposto ad una procedura concorsuale:

    – la richiesta di recupero presentata da un sindacato nazionale e’ titolo per chiedere l’intervento del fondo di garanzia INPS, in caso di successiva ed eventuale procedura concorsuale;

    – la richiesta di recupero presentata da un avvocato privato andra’ nel cumulo delle richieste di insinuazione dello stato passivo, in caso di successiva ed eventuale procedura concorsuale.

    E’ importante conoscere se un sindacato nazionale, in quanto tale e non per una questione di merito, abbia una corsia preferenziale a scapito di chi invece utilizza un singolo avvocato.

    • Ornella De Bellis ha detto:

      Il cittadino può presentare direttamente la richiesta al Fondo di garanzia. L’istanza può essere inoltrata, insieme alla delega, anche da un avvocato oppure da un patronato (CAF).

      A quanto ci è dato sapere, la procedura INPS a disposizione degli Enti di Patronato funziona secondo le stesse modalità di quella a disposizione del cittadino o del proprio avvocato.

  6. 'Stefano Langellotto ha detto:

    Vorrei chiedere aiuto in merito alla mia posizione. Due anni fa mi sono licenziato da una azienda dove ho lavorato per 5 anni, mi hanno sempre rimandato negli ultimi pagamenti e sul tfr. Un anno fa mi hanno regolarizzato gli stipendi ma non il tfr. Adesso che l’azienda è fallita cosa devo fare visto che non ho la possibilità economica di rivolgermi ad un avvocato?

    • Ornella De Bellis ha detto:

      Purtroppo ha bisogno di un avvocato adesso, perchè per recuperare il TFR deve insinuarsi nel fallimento (se non è già troppo tardi). Può rivolgersi (ma deve muoversi subito) ad un sindacato che opera sul territorio in cui lei vive, oppure ad un’associazione di consumatori. Al solo costo di iscrizione riceverà il necessario supporto dai procuratori legali affiliati e corrisponderà il saldo solo a recupero credito avvenuto.

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