Recupero crediti » Pratiche aggressive ed ingannevoli

Una piccola sintesi delle pratiche più aggressive ed ingannevoli nel mondo del recupero crediti

Recupero crediti: il nuovo incubo dei consumatori, tra persecuzioni telefoniche e lettere di minacce . Ma è lecito quello che fanno queste società? Di seguito vi proponiamo uno schema delle pratiche più scorrette adottate da queste aziende di recupero.

Ad esempio, può accadere che nonostante la disdetta inoltrata regolarmente la società telefonica continua a mandare bollette all'utente.

Noncurante dei ripetuti reclami, sia orali che scritti, la compagnia telefonica cede il credito alla società di recupero, che inizia la sua attività inviando lettere con minacce di azioni legali in caso di mancato pagamento.

Oppure, nel caso del credito al consumo, il consumatore estingue anticipatamente il credito alla finanziaria, pagandolo in un’unica soluzione, ma la società, causa negligenza, non invia alcuna dichiarazione di avvenuta estinzione a pagamento avvenuto.

Qualche tempo dopo iniziano le richieste della società di recupero credito per un debito estinto!

Recupero crediti - Ecco cosa c’è da sapere

Nella maggioranza dei casi le società di recupero crediti non vanno in tribunale e nemmeno utilizzano forme evolute di soluzione extragiudiziale delle controversie come la mediazione o la conciliazione.

La motivazione che spinge una società ad affidare il recupero di un credito alle società a ciò dedicate, piuttosto che avvalersi di un avvocato è chiaramente di natura economica: nel primo caso il credito viene venduto, nel secondo il creditore deve sopportare le spese legali e i costi dell'azione giudiziale, senza garanzia alcuna della capienza del patrimonio del consumatore.

Recupero crediti - Le prassi scorrette più frequenti

Ecco le prassi scorrette più frequenti in materia:

  • utilizzare programmi computerizzati che a cadenza fissa contattano telefonicamente il cliente invitandolo a pagare;
  • minacce di azioni legali, reiterate, a cui non fa seguito alcun reale tentativo di percorrere la via giudiziale ordinaria;
  • visite ripetute di “riscossori” al domicilio dei consumatori;
  • finti atti di citazione (atti di citazione che convocano il consumatore avanti Giudici di Pace territorialmente incompetenti o, finti, nel senso che parte attrice non si costituisce);
  • buste di posta ordinaria di colore verde, che simulano le buste degli atti giudiziari

4 Settembre 2013 · Carla Benvenuto


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