Recupero crediti » Impariamo a difenderci dalle pratiche scorrette

Impariamo a difenderci dalle scorrettezze delle società di recupero crediti

Le agenzie di recupero crediti, mai come oggi, utilizzano pratiche scorrette per intimorire il debitore. Ma quali sono le più comuni? E come bisogna fare per difendersi da queste scorrettezze? Vi diamo qualche dritta nel prosieguo dell'articolo.

Usualmente, da una parte c'è un debitore che fatica a pagare, dall'altra un creditore che pretende quanto dovuto e se non lo ottiene cerca chi riesca a farlo per lui.

Ma cosa accade precisamente quando si parla di recupero crediti?

In parole povere, quando un'azienda, come un istituto di credito o una finanziaria, ha un cospicuo numero di fatture o rate non pagate, difficilmente tiene occupato il proprio ufficio legale per il recupero di tali somme.

Più spesso capita che affidi questa fastidiosa attività ad aziende specializzate nel recupero crediti, che lavorano a percentuale sulle pratiche effettivamente recuperate.

Quando anche dopo questa prima fase il credito rimane insoluto, l'azienda titolare spesso decide di cederlo ad aziende di factoring che, pagando una somma molto più bassa, diventano a tutti gli effetti i nuovi titolari del credito e quindi entrano nella posizione di poter agire per il pagamento dell'insoluto. E così via

Il rischio però di non ottenere nulla è molto alto.

Questa, in generale, la linea teorica.

Un principio che in tempi di crisi, come quelli dei nostri giorni, si trasforma purtroppo in realtà per molti. I casi, infatti, sono in forte aumento.

Fermo restando il principio che i debiti vanno onorati, quello che mette in allarme i consumatori sono i metodi utilizzati da alcune società di recupero crediti.

Difendersi dalle pratiche scorrette delle agenzie di recupero crediti

Se ne sentono di tutti i colori: da chi equipara il mancato pagamento ad un reato penale col rischio del carcere quando invece è un inadempimento di natura civilistica; a chi invia buste in tutto e per tutto simili a quelle dell'Agenzia delle Entrate oppure buste di posta ordinaria di colore verde, che simulano quelle degli atti giudiziari, fino a chi tempesta di telefonate anche notturne e chi si reca ripetutamente al domicilio del debitore.

Pratiche scorrette che, purtroppo, oltre ad intimorire chi le subisce mettono in cattiva luce anche le agenzie che operano in maniera trasparente.

E sicuramente non è d'aiuto il fatto che il settore sia ancora normato da leggi datate 1931.

Ma come fare per difendersi? Quali sono i diritti dei consumatori? E fino a che punto le compagnie di recupero crediti si possono spingere?

Innanzitutto, è fondamentale conoscere alcuni aspetti della questione. Ad esempio quando la società di recupero contatta il debitore deve sempre presentarsi e riferire immediatamente per conto di chi sta telefonando e per quale credito.

Gli incaricati del recupero crediti possono recarsi presso l’abitazione dell'interessato ma, non essendo pubblici ufficiali, non si è obbligati ad aprire. Inoltre, ricordate che al mancato pagamento può far seguito il pignoramento di beni mobili o immobili o addirittura dello stipendio solo dopo una sentenza o un decreto ingiuntivo e previo procedimento dinanzi al giudice.

Perciò, non fatevi intimorire da eventuali atteggiamenti arroganti o minacciosi.

A volte più semplice a dirsi che a farsi.

17 Febbraio 2014 · Giorgio Martini


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