Reato di riciclaggio e confisca dei beni di proprietà del reo

Integra il delitto di riciclaggio il compimento di operazioni volte non solo ad impedire in modo definitivo, ma anche a rendere difficile l'accertamento della provenienza del denaro, dei beni o delle altre utilità, attraverso un qualsiasi espediente che consista nell'aggirare la libera e normale esecuzione dell'attività posta in essere.

Ad esempio, sono configurabili i gravi indizi del reato di riciclaggio in relazione ad una condotta consistente nella ricezione di somme di provenienza illecita su conti correnti personali e nella successiva effettuazione di operazioni bancarie comportanti ripetuti passaggi di denaro di importo corrispondente su conti di diverse società, oggettivamente finalizzate alla "schermatura" dell'origine delle disponibilità.

in tema di confisca conseguente dei beni del reo, alla accertata sproporzione tra guadagni (desumibili dal reddito dichiarato ai fini delle imposte) e patrimonio detenuto scatta una presunzione di illecita accumulazione patrimoniale, che può essere superata dall'interessato sulla base di specifiche allegazioni, dalle quali si possa desumere la legittima provenienza del bene sequestrato in quanto acquistato con proventi proporzionati alla propria capacità reddituale lecita e, quindi, anche attingendo al patrimonio legittimamente accumulato.

La documentazione allegata deve dimostrare la provenienza lecita dei beni e del patrimonio del soggetto reo di riciclaggio: deve dimostrare cioè che la propria attività professionale lecita ha prodotto reddito, o conseguito profitti, compatibili con il patrimonio accumulato.

Questo è quanto hanno stabilito i giudici della Corte di cassazione, seconda sezione penale, nella sentenza 48288/15.

10 Dicembre 2015 · Ornella De Bellis




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