Quando il de cuius è ricco anche di debiti

La rinuncia all'eredità si effettua immediatamente alla morte del de cuius.

1) Il de cuius è ricco ma ha anche debiti (e non si sa quanti) – La legge concede all'erede una ulteriore possibilità: aspettare (massimo dieci anni) in modo che i creditori possano farsi vivi nei tempi di prescrizione (decennali, appunto) e poter fare di conto. I debiti del de cuius sono superiori ai beni ereditabili? Bene, l’erede rinuncia. I beni ereditabili hanno un valore superiore ai debiti contratti in vita dal de cuius? Allora l’erede accetta.

Questa è la rinuncia con beneficio di inventario.

2) L’erede è un debitore, il de cuius no – Muore lo zio d’America che lascia una fortuna. Al debitore erede, che non vorrebbe pagare pegno, gli si accende la lampadina. Pensa:

“Adesso rinuncio definitivamente all’eredità, mi accordo sottobanco con gli altri eredi che poi mi passano in nero la quota a cui avrei diritto. Così frego tutti.”

In questo contesto la legge prevede che il creditore possa opporsi alla rinuncia del debitore erede e subentrargli. Accettando in sua vece l’eredità e lasciando al debitore solo eventuali residui attivi al netto dei debiti (saldati con la quota quota di eredità presa in carico dal creditore al posto del debitore erede).

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18 Settembre 2010 · Chiara Nicolai