Prescrizione di un libretto bancario dormiente al portatore

Libretto bancario dormiente e prescrizione per il prelievo delle disponibilità giacenti

Mio nonno (deceduto) aprì nel 1952 a Voghera un libretto bancario al portatore presso il Credito Italiano (oggi parte di Unicredit), a nome di mio padre e di mia zia, di quattromila lire. Nel libretto non sono presenti movimenti di nessun tipo, solo il versamento iniziale.

Ho controllato il sito dell'Unicredit sui conti dormienti. Ho scaricato TUTTI i PDF disponibili nel sito ed ho cercato il numero del libretto, per vedere se risulta tra quelli estinti.

Non l'ho trovato - o meglio, ho trovato un libretto con lo stesso numero di quello in mio possesso, ma risulta aperto in un'altra città in un'altra regione, quindi non credo sia il mio.

Ci sono gli estremi per chiedere alla banca la somma con gli interessi maturati? So che suona un po' utopistico, ma ho trovato articoli di stampa che parlano di situazioni simili.

A quanto pare non sono l'unico.

Prescrizione per riscossione libretto al portatore del nonno deceduto

Dopo dieci anni in cui non si esige il credito, c'è la prescrizione. La prescrizione vale per tutti i debitori, sia quando essi siano i clienti delle banche, sia quando il debitore sia la banca stessa.

La pubblicità che in alcune occasioni viene data ai tesori ritrovati,  serve solo ad alcune categorie di avvocati (e molte associazioni di consumatori sono fatte proprio da  avvocati).

Peccato proprio che gli  avvocati abbiano spinto  l'attuale governo (governo che osa anche definirsi liberale) ad  eliminare   la liberalità rappresentata del patto di quota lite, introdotto dal bistrattato Bersani (a cui pure si devono la portabilità dei mutui, l'automatica disdetta annuale dell'assicurazione auto ecc...).

Le dico questo perchè sarebbe stato interessante vedere se gli stessi avvocati che oggi promuovono le class action per il recupero delle somme depositate sui  libretti ritrovati dopo più di dieci anni, avessero accettato di portare avanti liti temerarie come quella che oggi propongono  sulle basi di un patto di "quota lite". Io dico di no.

30 Ottobre 2012 · Andrea Ricciardi


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