Pignoramento del settimo dello stipendio da parte di ex marito

Pignoramento del settimo stipendio - una quota insolita se il creditore non è un soggetto esattoriale

Il mio ex marito mi ha fatto pignoramento del settimo dello stipendio per gli alimenti che non gli avevo pagato negli anni che non lavoravo.

Vorrei sapere se è giusto che nella somma che mi viene pignorata siano compresi i crediti del mio 730 e gli assegni famigliari che ricevo per i due figli che non ho avuto con lui.

Pignoramento in busta paga e verifica - Può darsi che il pignoramento sia pari ad un quinto al netto degli assegni familiari

Il pignoramento in busta paga deve interessare le sole voci stipendiali: potrebbe adesso opporsi al giudice per le esecuzioni per rimediare all'errore, ma prima sarebbe meglio procedere ad una verifica.

Può essere accaduto che il giudice a cui il suo ex marito si è rivolto abbia, in effetti, disposto il pignoramento del quinto dello stipendio, al netto delle ritenute di legge, degli assegni familiari e di eventuali rimborsi IRPEF.

Il calcolo della cifra pignorata sullo stipendio comprensivo degli importi appena indicati, potrebbe portare a concludere, erroneamente, che si tratti d un pignoramento di un settimo e che il pignoramento incida anche su assegni familiari e rimborsi da 730.

22 Ottobre 2012 · Genny Manfredi


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2 risposte a “Pignoramento del settimo dello stipendio da parte di ex marito”

  1. Francesco ha detto:

    Il rimborso del 730 in busta paga è pignorabile da parte della finanziaria? Mi piacerebbe una risposta precisa, ad esempio facendo riferimento a un decreto, perché fino ad ora ho avuto risposte, sia dal consulente che dal caf, superficiali e contradditorie!

    Grazie

    • Dobbiamo partire da un presupposto (e non sono necessari riferimenti a normative vigenti): il rimborso da 730 rappresenta la restituzione di un reddito da lavoro dipendente tassato in più del dovuto (per la presenza di deduzioni da assegno di mantenimento a coniuge divorziato o separato, ad esempio, o per detrazioni da spese sanitarie, da contributi pensionistici versati a favore dei propri familiari, da assicurazioni sulla vita, o da interessi passivi sul mutuo casa) – In altre parole se a luglio il rimborso da 730 è pari a 1.200 euro, ciò vuol dire che in assenza spese deducibili o detraibili, nell’anno di imposta precedente il dipendente avrebbe ricevuto 100 euro in più al mese in busta paga per 12 mensilità.

      Quindi, se siamo d’accordo che il rimborso percepito da Agenzia delle Entrate, dopo la presentazione della dichiarazione dei redditi, altro non è che un reddito da lavoro versato in modalità differita, allora l’articolo 545 del codice di procedura civile ci dice che tale rimborso è tassabile nella misura del 20% in seguito all’atto di pignoramento notificato dal creditore al terzo (Agenzia delle entrate).

      Una volta confluito sul conto corrente, invece, l’importo rimborsato è pignorabile interamente ad esclusione di una sola quota mensile (l’importo accreditato diviso 12) non oltre tre volte l’importo massimo dell’assegno sociale /ad oggi, quindi, non oltre circa 1.380 euro).

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