“Il peso dell’aria”, un film sul fenomeno dell’usura

Venerdì 4 luglio 2008 è uscito nelle sale italiane “Il peso dell'aria” di Stefano Calvagna.Il film è tratto da una storia vera e racconta l’incubo di due giovani che, per un investimento sbagliato, si trovano alle prese con un usuraio senza scrupoli.

Travolti dalla disperazione, i due tentano di sfuggire allo strozzino fino ad arrivare a gesti estremi.

Il film è sostenuto dall'Associazione antiusura.

[Nella foto Corinne Clery interprete del film]

1 Luglio 2008 · Patrizio Oliva




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3 risposte a ““Il peso dell’aria”, un film sul fenomeno dell’usura”

  1. Giuliano ha detto:

    Ho visto il film a Firenze e non posso negare che abbia superato le mie aspettative. Non ho apprezzato particolarmente le doti recitative della giuovane Denardo, forse troppo decantate ma c’è da dire che è al suo primo film. Passiamola. Mi ha stupito Calvagna che alla prima si è rivelato una bella persona sensibile senza ipocrisia ai problemi che affliggono la società.

  2. Serena Savelli ha detto:

    Presentato in anteprima nazionale al cinema Barberini di Roma, Il peso dell’aria è la nuova opera di Stefano Calvagna, regista indipendente che porta avanti con passione un cinema improntato su tematiche di denuncia sociale e di vita vera.

    In questo film si racconta un amaro caso di usura, tratta da una storia reale. Una giovane coppia di protagonisti, marito e moglie alle prese con la drammatica situazione del mondo del lavoro italiano tra contratti a tempo determinato e le difficoltà per arrivare a fine mese. L’analisi sociologica di questo spaccato importante dell’Italia di oggi è duro e lancinante non solo per noi, ma per la stessa coppia che risente persino nel suo rapporto privato delle angherie subite da una società senza scrupoli.

    Carlo, marito presente e attento che sogna di rendere felice sua moglie, si ritrova improvvisamente disoccupato e, pressato dal senso di inutilità e di inadeguatezza, decide di fare un investimento che sarà poi la sua rovina. Per accaparrarsi l’affare, infatti, finirà nelle mani di Stefano, un terribile usuraio nei panni del vecchio compagno di scuola, che lo aiuterà a distruggere, passo dopo passo, la sua vita e quella dei suoi cari, soprattutto della moglie Laura, vittima indotta di questa triste storia.

    Calvagna nella triplice veste di regista, sceneggiatore e attore, rende questa pellicola difficile da digerire, con risvolti quasi documentaristici, dove nulla è romanzato e tutto è preso dalla reale concezione di un problema sociale attuale. Durante la conferenza stampa ci racconta amichevolmente del set “completamente blindato” a causa delle continue minacce subite durante la produzione del film, che comprovano quanto parlare di questi argomenti sia scomodo non solo per le stesse vittime. Una denuncia a cuore aperto, raccontata attraverso la vera esperienza di un Carlo e una Laura in carne ed ossa, realmente esistenti e che hanno purtroppo vissuto questa terribile violenza, decidendo poi di raccontarla, tutelati dall’anonimato.

    “Per affrontare questo argomenti ho scelto di aprire uno squarcio sulla vita di un uomo comune – afferma Calvagna – con un problema molto diffuso quale quello del lavoro precario, senza apparenti difficoltà economiche se non quelle quotidiane legate ai timori del futuro che riguardano un po’ tutti, per trasmettere l’idea di un pericolo che è sempre dietro l’angolo, insistendo sull’importanza di non lasciarsi sedurre da mani apparentemente amiche”.

    Del film è già pronto il seguito che, come anticipa il regista “sarà più romanzato, ma sempre imperniato su uno spunto reale” e verrà distribuito in autunno. Intriso di paura, emozione e suspense, Il peso dell’aria è stato presentato in anteprima mondiale a Los Angeles e premiato da Steven Zaillian, premio Oscar per Schindler’s List e sarà nelle sale il prossimo 3 luglio. .

  3. Emanuele Bigi ha detto:

    Dopo la vita di Luciano Liboni raccontata nel film Il lupo, Stefano Calvagna denuncia la piaga dell’usura con Il peso dell’aria, nelle sale il 3 luglio. Carlo (Giampiero Lisarelli) e Laura (Brunella De Nardo) sono marito e moglie, la vita non procede nel migliore dei modi, la precarietà causa preoccupazioni e insicurezza.

    Un giorno Carlo incontra un vecchio amico, Stefano (Calvagna), i cui affari sembrano andare per il verso giusto, con l’occasione Carlo trova il coraggio di chiedere un prestito che investirà, insieme a degli amici, su una proprietà da trasformare in agriturismo. Per Stefano non ci sono problemi, il prestito viene depositato in banca. La realtà sorride a Carlo e Laura, ignara di tutto, ma sarà solo apparente.

    Malati di usura – In breve i due giovani si ritrovano nell’inferno dell’usura con tassi d’interesse del 60% a settimana. La fuga potrebbe essere la via d’uscita? E la vendetta? “Ho preso spunto da una storia vera – spiega il regista – ero in un centro benessere quando una coppia ha iniziato a fissarmi insistentemente, ero stato scambiato per il loro usuraio. Gli assomigliavo parecchio. Poi mi hanno raccontato la vicenda e da lì è nato il film. Volevo denunciare una piaga sociale che non trova freno”.

    Nel cast Corinne Clery – Il tema ha catturato anche Corinne Clery, nel ruolo della madre di Laura. “Una tragedia di questo tipo non colpisce solo i diretti interessati – racconta – coinvolge anche i genitori, i figli, gli amici. Tutti rischiano la vita. Sono una ribelle, rifiuto il ricatto e la violenza psicologica, e poi sono fissata con la giustizia, per questo ho accettato di partecipare al film”. Una giustizia troppo lenta e poco incisiva.

    Giustizia sia fatta – “L’usurario di cui si parla ne Il peso dell’aria vive sereno in Venezuela, è stato visto in un bar”, aggiunge il regista, inoltre “se i reati di questo tipo dovessero entrare nella sospensione dei processi – afferma Claudio Angelici, nella parte del padre di Laura – non credo sia una soluzione per la sicurezza dei cittadini. In una vicenda del genere in cui vivi uno stato d’angoscia e di terrore, una volta trovato il coraggio di denunciare gli strozzini non puoi vederti bloccare il processo. Non si tratta di un discorso politico ma di giustizia”.

    Le minacce – È stato un film difficile da girare, “il set era blindato – afferma Calvagna – ho ricevuto delle minacce alla scorsa Biennale di Venezia, il negozio di mio padre è saltato in aria e ho trovato dei proiettili nella cassetta delle lettere”. Una dura realtà che non ha fermato il regista, è già pronto Il peso dell’aria 2 che uscirà in autunno “sarà molto più romanzato”. E poi Calvagna si dedicherà alle bestie di satana e alla strage del Circeo.

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