Passare a rata fissa e durata variabile? Conviene più alle banche che ai clienti

Che fare, dunque, se si è oggi in difficoltà? Diverse banche hanno deciso di venire incontro ai propri clienti e hanno avviato una campagna per la rinegoziazione delle condizioni senza spese. Messa così sembrerebbe un'opportunità da cogliere al volo, occorre invece la massima attenzione per evitare di cadere dalla padella nella brace. Infatti il più delle volte quella che viene proposta come soluzione ottimale è il passaggio alla formula “rata fissa e durata variabile” . Il che significa che si “congela” il valore della rata alla data di rinegoziazione con la certezza che questa non potrà aumentare in seguito a tutti gli ulteriori rialzi dei tassi, mentre a variare sarà la durata del mutuo.

Il che significa che a guadagnarci prima di tutto sono le banche. Infatti il meccanismo di restituzione del capitale è il cosiddetto sistema di ammortamento “alla francese”, un sistema che comporta che nella prima parte della vita del mutuo le rate sono composte principalmente di interessi e solo di una minima parte di restituzione del capitale. Un rapporto che si inverte via via con il passare del tempo. Ora però è chiaro che se la rata va mantenuta costante anche se aumentano gli interessi, si comincia sempre più tardi a restituire il capitale, come sa bene chi ha accettato in passato formule di questo tipo. E la conseguenza ovvia è che così non si sa mai quando si potrà smettere di pagare.

Molto più conveniente, allora, chiedere che si allunghi la vita del mutuo ma passando al tasso fisso, in modo da avere comunque una rata più sopportabile ma anche maggiori certezze. Oppure chiedere che venga ridotto lo spread, la percentuale applicata in aggiunta all'Euribor e che costituisce il guadagno della banca. Oggi ci sono ancora prodotti con uno spread sopra al 2%, mentre le ultime offerte sul mercato sono al di sotto dello 0,75%. Per cui se la banca non ci sta è meglio cambiare istituto.

di Antonella Donati

17 Dicembre 2007 · Patrizio Oliva




Commenti e domande

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4 risposte a “Passare a rata fissa e durata variabile? Conviene più alle banche che ai clienti”

  1. c0cc0bill ha detto:

    karalis eddai, dicce che Antonella Donati di Repubblica sei te …

  2. robertau ha detto:

    Roma, una filiale Banca di Roma (adesso gruppo UNICREDIT). Un anno fa ho chiesto ed ottenuto un prestito personale di durata tre anni. Due settimane fa, in filiale, incrocio il Direttore. Con modi gentili, lui che non mi aveva mai filato di pezza, mi invita nel suo Ufficio. Qui mi chiede se avessi voluto rinegoziare il debito, allungando la durata e diminuendo l’importo della rata mensile. La cosa mi era apparsa strana, e comunque, avevo cortesemente risposto che non mi interessava, al momento.
    Adesso leggendo l’articolo e i commenti comincio a capire. Qui gatta ci cova. Questi non sanno più come spennare i propri polli e si sono inventati la rinegoziazione (la chiamano anche ristrutturazione dei prestiti o consolidamento del debito).
    Del resto solo un ingenuo può pensare che questi contattino i clienti perchè sensibili alle loro difficoltà finanziarie. Proprio loro, i banchieri sorridenti a quattro ganasce, sempre incuranti del livello di servizio offerto da quei carrozzoni che chiamano banche. Protetti dall’assenza di qualsiasi concorrenza ed affiancati dalle potenti lobbies che siedono fra i banchi di camera e senato.

  3. briillo ha detto:

    mi sembra moltro strano che una banca contatti i propri cllienti per andare contro i propri interessi…
    secondo me il loro unico scopo è quello di diventare padroni delle nostre vite, ci illudono con affascinanti promesse ma il loro unico scopo è quello di far indebitare ancora di più la popolazione.
    e come dice Grillo:”La vita e’ una tempesta, ma prenderla nel culo e’ un lampo.”

  4. karalis ha detto:

    Ecco finalmente una giornalista corretta. Pane al pane e vino al vino, finalmente un articolo che non costituisce una pubblicità ingannevole a favore della lobbie bancaria.
    Signora Donati, i miei complimenti.
    Non se ne leggono molti di articoli come il suo. Dovere di cronaca, ma anche corretto esercizio di critica e obiettiva valutazione dei fatti.

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