Cartelle esattoriali pazze » Come difendersi? Tutto su sospensione sgravio ed autotutela

Cartelle esattoriali pazze di Equitalia: ecco come difendersi. Piccolo refresh su sospensione sgravio ed autotutela.

Nell'articolo che segue, vogliamo ribadire ai contribuenti italiani quali sono i diritti previsti dalla legge nel caso della ricezione delle classiche cartelle esattoriali pazze.

Per cartelle esattoriali pazze, intendiamo tutte quelle richieste di pagamento per sanzioni amministrative o tributi ormai prescritti, oppure già sgravate da un provvedimento del giudice o dell’autorità amministrativa, o, addirittura, già pagate.

Prima della legge di stabilità del 2013, l'unico modo concesso al contribuente per difendersi da questo tipo di cartelle esattoriali, era ingaggiare un legale e fare ricorso al giudice di pace o al tribunale.

Con questa prassi, il contribuente che aveva proposto ricorso vinceva, quasi sempre, il giudizio.

Tuttavia, nel frattempo, era costretto a subire un'ipoteca, un blocco del conto corrente, un pignoramento del quinto dello stipendio o della pensione o il fermo amministrativo della propria autovettura, a meno che il giudice avesse concesso, immediatamente, la sospensiva.

Grazie alle introduzioni normative, però, le cose sono, in teoria, cambiate.

La normativa vigente prevede, infatti, che, in caso di cartelle esattoriali pazze notificate da non oltre 90 giorni, il contribuente abbia il diritto di presentare ad Equitalia una richiesta di sospensione.

Nel caso fossero decorsi i termini, di 90 giorni, Equitalia è comunque tenuta a ricevere qualsiasi tipo di istanza o richiesta presentata dai contribuenti: in questo modo, l’interessato potrà depositare o spedire un'istanza in autotutela.

L'istanza di autotutela, in parole povere, è una sorta di reclamo, con cui si segnala l’irregolare pretesa e se ne chiede l’annullamento.

Con la domanda di autotutela il cittadino chiede all'ente creditore di correggere un errore.

Anche se non c’e' alcun termine per presentare la domanda, e' consigliabile agire tempestivamente per evitare che Equitalia attivi le procedure di riscossione.

Lo stesso ente, dopo avere effettuato le verifiche, se riscontra che il cittadino ha ragione, adotta un provvedimento di sgravio comunicandolo a Equitalia.

Contestualmente alla domanda di autotutela, per evitare che, in attesa della risposta dell’ente, le procedure di riscossione proseguano, e' necessario presentare una richiesta di sospensione.

Lo sgravio può essere totale, quando il tributo richiesto viene annullato per intero, o parziale se il tributo richiesto viene annullato solo in parte.

Al provvedimento di sgravio segue il rimborso, totale o parziale, delle somme eventualmente già pagate.

Per ottenere lo sgravio e' possibile, inoltre, fare ricorso all’autorità giudiziaria competente, secondo le modalità stabilite dalle norme, indicate nel documento da impugnare.

Se l’ente creditore non emette lo sgravio, nonostante il provvedimento favorevole da parte del giudice, il cittadino puç attivare il cosiddetto giudizio di ottemperanza.

Si tratta di un ulteriore ricorso, volto proprio a ottenere che l’ente applichi quanto deciso dal giudice.

Per segnalare qualsiasi irregolarità riscontrata è possibile, comunque, rivolgersi al Garante del contribuente con richiesta scritta in carta libera, specificando i propri dati anagrafici e il codice fiscale.

27 Ottobre 2014 · Gennaro Andele


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