Occhio all’esattore – I contribuenti vessati dalle cartelle pazze

Attenzione » il contenuto dell'articolo è poco significativo oppure è stato oggetto di revisioni normative e/o aggiornamenti giurisprudenziali successivi alla pubblicazione e, pertanto, le informazioni in esso contenute potrebbero risultare non corrette o non attuali.

Ipoteca sulla casa per una multa, scatta il fermo anche sull’auto. E’ l’effetto di tasse non pagate, di una multa per infrazioni al codice della strada dimenticata, ma, qualche volta, anche delle “cartelle pazze”.

Le cartelle pazze colpiscono oramai in maniera indiscriminata, coinvolgendo addirittura bambini e defunti.

Quando lo Stato o un qualsiasi ente pubblico deve recuperare un credito derivante da sanzione amministrativa o da imposte, tasse, contributi, canoni non pagati, multe, ecc.

vi provvede attraverso la cartella esattoriale. Accertato il debito, l'ente creditore (detto anche "ente impositore") lo iscrive in un elenco denominato "ruolo" che contiene i nominativi dei debitori e che viene periodicamente inviato all'agente della riscossione (o 'concessionario") territorialmente competente, in relazione al domicilio fiscale dei contribuenti, affinché provveda alla riscossione.

Dal 1 ottobre 2006 la riscossione è attribuita alla Agenzia delle Entrate e all'lnps che, per tale attività, si avvalgono della società Equitalia Spa, la quale a sua volta agisce direttamente o tramite partecipate che di solito sono le stesse società operanti precedentemente come "concessionarie" (ad es. la Gerit è ora diventata Equitalia Gerit, Esatri è ora Equitalia Esatri).

L'agente della riscossione, ricevuto il ruolo, emette e notifica le cartelle esattoriali contenenti le richieste di pagamento.

Come difendersi dalle cartelle pazze

Perché cartelle "pazze"? Perché si tratta di cartelle esattoriali che non avrebbero dovuto essere emesse e notificate. Accade ad esempio in caso di:

  1. errore di persona;
  2. evidente errore logico o di calcolo;
  3. errore sul presupposto dell'imposta;
  4. doppia imposizione;
  5. mancata considerazione di pagamenti regolarmente avvenuti;
  6. mancanza di documentazione successivamente sanata (non oltre i termini di decadenza);
  7. sussistenza dei requisiti per fruire di deduzioni, detrazioni o regimi agevolativi, precedentemente negati;
  8. errore materiale del contribuente facilmente riconoscibile dall'amministrazione;
  9. mancata notifica del cosiddetto atto presupposto (ci0è preventiva richiesta di pagamento);
  10. prescrizione del termine per la notifica della cartella.

Quando arriva una cartella esattoriale per un debito infondato, è opportuno rivolgersi prima di tutto all'ente creditore. Di regola l'ente creditore e la sua sede sono indicati nella cartella nella sezione "dettaglio degli addebiti". Se l'Ente creditore riscontra che effettivamente l'atto e illegittimo è tenuto ad annullare la cartella in base alle norme sull'autotutela e a concedere lo "sgravio". In tal modo vengono interrotte le procedure di riscossione.

Recandosi presso la sede dell'Ente creditore è necessario portare la documentazione che attesti l'infondatezza dell'addebito (ricevute di pagamento e/o documenti attestanti le date dei vari adempimenti).

E' anche possibile richiedere l'annullamento inviando un'istanza all'ente creditore (l'indirizzo e riportato nella cartella esattoriale nella sezione dettaglio degli addebiti"). E' sempre opportuno inviare l'istanza tramite una raccomandata con ricevuta di ritorno. L'istanza di annullamento dovrà contenere una semplice memoria in carta libera contenenre un'esposizione sintetica dei fatti corredata da documentazione idonea a comprovare le tesi sostenute.

Occhio ai termini!

Si deve fare attenzione ai termini entro i quali si presenta istanza di autotutela, poiché la stessa non sospende i termini utili per ricorrere all'Autorità Competente (a seconda dei casi Commissione Tributaria, Giudice di Pace, Tribunale). Pertanto:

Attenzione: l'annullamento può essere effettuato anche in pendenza di giudizio e anche se sono scaduti i termini per il ricorso del contribuente e questo è stato respinto per motivi formali (inammissibilità, improcedibilità, ecc.).

Quando e dove fare ricorso contro la cartella esattoriale?

I termini per il ricorso e l'autorità competente devono essere indicati nella cartella esattoriale.

È bene sapere che, a seconda dell'oggetto della cartella esattoriale e dell'Ente creditore (Stato o altro ente pubblico), cambia il termine e il Giudice competente a cui presentare ricorso.

Il termine per il ricorso decorre dalla notifica della cartella esattoriale.

A migliaia arrivano sui media le segnalazioni dei contribuenti. Tra i tanti episodi  due meritano una pubblicazione integrale:

1) “Salve ho seguito con molta attenzione la trasmissione mi manda rai tre, la questione delle cartelle pazze coinvolge quasi tutta l'Italia ecco la mia esperienza. Circa due anni fa viene notificata una cartella esattoriale a mio nipote di 4 anni per non aver pagato la somma di circa 4.ooo euro ad un notaio di Taranto. Io mi chiedo chi ha emesso la cartella non ha letto che si trattava di un bambino come è possibile?

Ciò ci ha costretto a fare ricorso, essendo della provincia di Napoli, abbiamo dovuto contattare un avvocato del foro di Taranto pagandolo......semplicemente per evidenziare l'impossibilità del fatto, un'impossibilità che chi ha emesso la cartella doveva notare - la data di nascita - e ci ha costato le spese all'avvocato”.

2) “Equitalia ha inviato a mio padre una lettera datata 20/06/2008 con la quale richiede (sempre a mio padre!) il pagamento di tributi retroattivi in nome e per conto del Comune di Camaiore (nelle cartelle non viene specificato di che tassa si tratta) per gli anni 1993-94-95-96 e del Consorzio Bonifica Versilia-Massaciuccoli per gli anni 2002 e 2003 per un totale di euro 1055,10.

Tenuto conto che MIO PADRE E' DECEDUTO IN DATA 15 GENNAIO 1992, A CHE TITOLO GLI VIENE RICHIESTO IL PAGAMENTO DI QUESTI TRIBUTI?”

I cittadini, inoltre, condannano unanimi il comportamento di Attilio Befera (Agenzia delle Entrate) che ieri nel corso di un collegamento telefonico durante Mi Manda Rai3 ha dato vita a uno spiacevole siparietto che non fa certo onore alla carica che egli ricopre, invitando addirittura il rappresentante dell'amministrazione presente in studio ad abbandonare il programma, ordine immediatamente eseguito, e minacciando ritorsioni in capo al Codacons.

Addirittura Befera si è molto “offeso” per il dato che vedrebbe 1,6 milioni di cartelle pazze da giugno a oggi… ci chiediamo se abbia querelato anche La Stampa e le altre testate che hanno diffuso tali numeri.

Ma mentre i cittadini chiedono oggi un intervento urgente del Ministro della Funzione Pubblica Brunetta, affinchè valuti quei comportamenti quale tutore della pubblica amministrazione, il Presidente del Codacons propone alla Agenzia delle Entrate un urgentissimo incontro per:

  1. sospendere le riscossioni per 90 gg termine entro il quale mettere in rete enti impositori e esattori;
  2. riattivare l’accordo del 2004 tra Monte dei Paschi e CODACONS con il limite minimo di 750 euro per i fermi amministrativi;
  3. stabilire un indennizzo automatico, come avviene per il ritardo dei treni o della posta, pari al 10% della richiesta indebita, a favore del cittadino colpito da una cartella pazza.

18 Febbraio 2009 · Paolo Rastelli




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