Obbligo del mantenimento verso i figli – l’articolo 148 del Codice civile
Mantenimento dei figli - cosa prevede l'articolo 148 del codice civile e chi può ricorrervi
L'articolo 148 del Codice civile prevede un procedimento speciale per ottenere in tempi rapidi la corresponsione del mantenimento per i figli.
Questo procedimento può essere azionato da "chiunque vi abbia interesse".
Potrebbero quindi ricorrere all'articolo 148 i seguenti soggetti:
- ciascuno dei genitori, legittimi o naturali;
- i figli maggiorenni, non ancora economicamente indipendenti (non per loro colpa);
- in genere, chi contribuisce materialmente al mantenimento, come ad esempio eventuali altri ascendenti o addirittura l'istituto che si è preso cura del minore ricoverato.
Mantenimento dei figli - legittimazione a ricorrere del figlio maggiorenne e del coniuge non onerato che con questi convive
Più precisamente, nell'ipotesi in cui sussistano i presupposti per l'assegno di mantenimento, ma il genitore onerato non vi provveda, possono agire in giudizio il figlio maggiorenne o l’altro genitore. In particolare, se il figlio maggiorenne non convive più con il genitore affidatario, è lui l’unico creditore dell'assegno, e quindi l’unico legittimato ad agire per ottenerlo.
Se, invece, il figlio maggiorenne non ha abbandonato la casa familiare e convive con il genitore affidatario, entrambi (genitore affidatario e figlio maggiorenne) sono legittimati a chiedere il mantenimento (Corte di Cassazione - sentenza numero 2934/1999). Il genitore convivente, inoltre, conserva il diritto ad ottenere dal genitore obbligato anche l'assegno di mantenimento per il figlio maggiorenne, a titolo di rimborso di quanto già anticipato. La legittimazione del genitore che convive con il figlio maggiorenne è dunque diversa dalla legittimazione del figlio maggiorenne. La prima è fondata sulla continuità dei doveri gravanti su uno dei genitori nella persistenza della situazione di convivenza, l’altra invece trova fondamento, nella titolarità del diritto al mantenimento.
Comunque, il giudice può prevedere che il genitore onerato versi direttamente l'assegno di mantenimento al figlio maggiorenne e non all'ex coniuge che con il figlio maggiorenne convive, secondo le direttive tracciate dalla Corte di Cassazione.
Mantenimento dei figli - contro chi va rivolta la domanda
La domanda può essere rivolta contro tutti coloro che sono obbligati al mantenimento, e quindi:
- i genitori, in primo luogo;
- gli altri ascendenti, ma solo nel caso in cui i genitori siano privi di mezzi per provvedere al mantenimento. Dovranno essere chiamati in causa tutti gli ascendenti più prossimi, sia di linea paterna che materna, poichè tutti concorrono all'obbligo in questione. I genitori che agiscono contro gli ascendenti, agiscono "iure proprio", ossia per far valere un diritto proprio, e non un diritto dei figli (al contrario di quanto avviene nel caso in cui si ricorra per ottenere gli alimenti, secondo quanto previsto dall'articolo 433 del Codice civile). In altre parole, con tale procedimento il genitore chiede all'ascendente non di assumersi l'obbligo di mantenere i nipoti bensì di mettere i figli nelle condizioni di adempiere ai loro doveri genitoriali.
Mantenimento dei figli - il procedimento speciale a cognizione sommaria
Si tratta di un procedimento speciale a cognizione sommaria.
Esso viene introdotto mediante ricorso rivolto al Presidente del Tribunale. Il Presidente del Tribunale, ricevuto il ricorso, fissa l'udienza per la comparizione delle parti con decreto.
Il ricorrente ha quindi l'onere di notificare il ricorso ed il decreto alla controparte.
Il Presidente, sentito l'inadempiente ed assunte informazioni, potrà ordinare con decreto che una quota dei redditi dell'obbligato, in proporzione agli stessi, sia versata direttamente all'altro coniuge o a chi sopporta le spese per il mantenimento, l'istruzione e l'educazione della prole.
Il decreto dovrà essere notificato agli interessati ed al terzo debitore.
Esso, una volta emesso, costituisce titolo provvisoriamente esecutivo ed è titolo idoneo all'iscrizione di ipoteca giudiziale sui beni dell'obbligato (Corte costituzionale, sentenza del 14 giugno 2002, numero 236).
Gli interessati ed il terzo debitore possono proporre opposizione nel termine di venti giorni dalla notifica.
L'opposizione è regolata dalle norme relative all'opposizione al decreto di ingiunzione, in quanto applicabili.
In mancanza di opposizione, il decreto diventa definitivo e potrà essere revocato o modificato solo in caso di mutamento delle circostanze, con le forme del processo ordinario.
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