Mutuo e carte di credito non pagate per pensionati in difficolta’

Carte di credito mutuo e altri debiti

Sono mesi che non paghiamo alcune carte di credito, 3 sono mie e 3 di mio marito.

Praticamente le stesse finanziarie ma con contratti firmati singolarmente, senza la firma del coniuge.

Abbiamo altri prestiti, fatti sempre come rifinanziamenti per chiuderne altri, ma che stiamo pagando regolarmente tramite rid, due sono delle stesse finanziarie delle carte di credito.

Le carte sono di 2 di € 4.000 cad.- 1 di € 4.600- 1di € 3.

000- 1 di € 4.000 tan 20% tra l'altro quest'ultima volevamo inserirla nel rifinanziamento ma non è stato possibile.

Una carta invece è di € 9.800, la finanziaria aveva sbagliato concedendomi un piccoli prestito (errore nominativo) per risolverlo aveva aggiunto l'importo alla carta revolving.

Pago tutti i mesi più di € 100 di interessi (più di 10 anni), ho smesso di pagare ma è quella che più mi preoccupa.

Ho chiesto di tramutarmela in finanziamento (con loro non ho nulla), ma nulla da fare, ora ho scritto la mia disponibilità ma nessuno mi risponde.

Ho un mutuo ancora per 8 anni ma con un debito residuo pari a 40.000 euro. Avevo anche pensato ad un prestito vitalizio ipotecario, ma ho ancora il mutuo da apagare e mi hanno detto che così è impossibile che me lo concedano.

Siamo persone oneste, e quando ci chiamano i recupero crediti, alcuni gentili e altri purtroppo no, viene l'angoscia ad entrambi.

Siamo pensionati con già la cessione del quinto, fatta per chiudere le carte, ma purtroppo non siamo riusciti.

Per un anno non le abbiamo usate, poi purtroppo con le pensioni con la trattenuta del quinto, che non ci permetteva di andare avanti con le spese (mutuo, bollette varie, medicine ecc) le abbiamo usate.

Alla prima angoscia, subentra la seconda più grave per me, quella di mettere in vendita l'appartamento.

Ho accontentato mio marito, ci siamo rivolti ad un'immobiliare ed oggi viene la prima persona.

Sono angosciata, ho la gola che mi si chiude dal magone, e vorrei chiedervi: ma faccio bene? E' la cosa giusta vendere l'appartamento?

Stando a mio marito si, perchè secondo lui o lo vendiamo noi, o il giudice all'asta.

Informazioni su mutuo e altri debiti

Francamente signora, penso che la prima cosa intelligente che abbia fatto sia stata quella di scrivere su questo forum.

Dal Suo resoconto risultano evidenti più di un grave errore:

  1. il tentativo "a casaccio" di chiudere i debiti facendone altri, e per altro non riuscendoci (l'esatta antitesi della pianificazione del debito);
  2. l'ansia demolitiva da stress da telefonate di recupero, foriera di altre avventatezze;
  3. come conseguenza al punto precedente, la vendita dell'immobile che all'apparenza può sembrare sconsiderata.

Per avere il vitalizio è necessaria la presenza di un immobile, il richiedente (o i richiedenti, se coppia coniugata) deve avere più di 65 anni, e deve godere di un diritto reale sull'immobile, quindi sicuramente va bene la proprietà, ma va bene anche l'usufrutto o il diritto di abitazione. Quando il richiedente non è anche il proprietario dell'immobile, quest'ultimo parteciperà all'operazione come terzo datore di ipoteca.

Più è alta l'età anagrafica del richiedente, maggiore è la cifra erogabile, generalmente fino al 50% del valore dell'immobile.

Non è previsto l'ammortamento del debito se non dopo la morte del richiedente (di entrambi, se coppia coniugata): quindi tale onere ricadrà sugli eredi, che avranno un anno di tempo dalla morte dei richiedenti per rimborsare il debito.

La presenza di un pregresso vincolo ipotecario sull'immobile non pregiudica la fattibilità dell'operazione, purchè con l'erogazione sia possibile estinguere il residuo debito.

Si tratta di un finanziamento ipotecario a medio-lungo termine solo a tasso fisso, dedicato e riservato a chi ha più di 65 anni, ma senza alcun limite all'età massima dei sottoscrittori: è regolato tramite la legge del 2 dicembre 2005, numero 248 ed è caratterizzato dal fatto di non prevedere alcuna rata di rimborso (né capitale, né interessi) per tutta la vita di chi lo sottoscrive. L'importo concesso al cliente è normalmente erogato in un'unica soluzione e dipende dal valore dell'immobile e dall'età del mutuatario. Più è alta, maggiore sarà la quota finanziabile (in quanto il rischio morte aumenta, e conseguentemente il prestito verrà rimborsato prima). Gli interessi, normalmente più alti rispetto a quelli di un mutuo standard, e le spese che maturano sul finanziamento vengono capitalizzati annualmente e devono essere corrisposti in un'unica soluzione alla scadenza del finanziamento, ovvero dopo la morte del mutuatario.

Il rimborso viene quindi effettuato dagli eredi in un'unica soluzione e tipicamente entro un anno dalla scomparsa del mutuatario o, in caso di finanziamenti concessi a una coppia, dalla scomparsa del più longevo tra i due. Agli eredi è anche lasciata la possibilità di scegliere come rimborsare: possono farlo con risorse proprie e liberare così l'immobile dall'ipoteca o venderlo e rimborsare, tenendo l'importo in eccedenza derivante dalla vendita.

Nel Vostro caso occorrerebbe verificare quale cifra sarebbe erogabile in forza della Vostra età anagrafica. Se la cifra fosse sufficiente a ripianare il residuo di mutuo e gli altri debiti che avete in essere, potreste azzerare le vostre pendenze e - successivamente - pensare con calma (anche in accordo con i futuri eredi) se estinguere anticipatamente il prestito vitalizio ipotecario anche ricorrendo ad un ulteriore mutuo, oppure rimandare tutto ad un lontano domani quando - maturata l’eredità - gli eredi decideranno se vendere l'immobile ed estinguere così il debito, ovvero ripianare

22 Novembre 2012 · Ornella De Bellis




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