Strisce blu – per parcheggiare gratis e non pagare la multa bisogna dimostrare che l’ordinanza comunale è illegittima

Il trasgressore che ritenga illegittima l'ordinanza comunale istitutiva del parcheggio a pagamento e voglia proporre opposizione avverso l'atto di accertamento della contravvenzione di sosta all'interno delle strisce blu - senza esposizione del relativo tagliando - ha l'onere di dedurre e dimostrare le ragioni di tale illegittimità.

In particolare, il trasgressore che ritenga di censurare la mancata osservanza del requisito di legittimità costituito dalla messa a disposizione, nelle immediate vicinanze, di un'area di parcheggio libero, ha l'obbligo di riportare, nell'atto di impugnazione, il contenuto dell'ordinanza comunale istitutiva del parcheggio a pagamento.

Solo in questo modo il giudice di legittimità può valutare, dal testo stesso di quell'atto, la configurabilità stessa del vizio lamentato, esclusa dal giudice di merito.

Non basta sostenere nel ricorso che le aree destinate a parcheggio avrebbero determinato un notevole restringimento della carreggiata richiamando a sostegno la documentazione fotografica che il giudice di merito ha già ritenuto inidonea a dimostrare il denunciato restringimento e la conseguente difficoltà di circolazione.

Queste le conclusioni a cui sono giunti i giudici di piazza Cavour nella sentenza numero 14980 del 14 giugno 2013.

In pratica, l’onere della prova spetta al trasgressore che deve procurarsi l'ordinanza comunale da cui risulta violata l’equa distribuzione tra strisce bianche e strisce blu.

18 Giugno 2013 · Simone di Saintjust