Multa su segnalazione altrui » Per giudici di pace e’ illegittima

Scoppia il misterioso caso della multa elevata dopo una spiata di un altro cittadino

Multa su segnalazione: a parere di un giudice di pace, la procedura è scorretta e va annullata.

Scoppia il misterioso caso della multa elevata dopo una spiata di un altro cittadino.

Multa con spiata: la vicenda

Il conducente di una Renault Megane oltrepassava l'attraversamento pedonale, regolamentato da semaforo, benché l'impianto emettesse luce rossa.

La violazione non era stata contestata immediatamente poiché l'accertamento era stato effettuato in un momento successivo.

Da qui la multa di 175,88 euro (spese di notifica incluse) e la decurtazione di 6 punti della patente.

A denunciare la vicenda è stato il legale del sanzionato, il quale ha già annunciato la presentazione del ricorso.

A suo parere, è un'assurdità il fatto che viene contestato il passaggio con il rosso sulla base di una dichiarazione fatta da un altro privato cittadino. E non da un pubblico ufficiale.

Insomma, è facilmente immaginabile cosa potrebbe succedere se una simile prassi dovesse prendere piede.

Basterebbe un piccolo sgarbo del vicino per subire una multa.

Secondo il comandante della polizia municipale di Roma, invece, non c'è nulla di incredibile.

L'agente in servizio avrebbe emesso il verbale in base all'articolo 13 della legge 689/81 e dopo aver verificato le dichiarazioni del denunciante acquisendo anche testimonianze e prove documentali sul posto.

In effetti, il testo dell'articolo citato parla chiaro. Nella norma è chiarito che gli organi addetti al controllo sull'osservanza delle disposizioni per la cui violazione è prevista la sanzione amministrativa del pagamento di una somma di denaro possono, per l'accertamento delle violazioni di rispettiva competenza, assumere informazioni e procedere a ispezioni di cose e di luoghi diversi dalla privata dimora, a rilievi segnaletici, descrittivi e fotografici e ad ogni altra operazione tecnica.

La posizione del giudice di pace in merito alle multe su segnalazione

La multa su segnalazione? E’ una procedura scorretta e va annullata.

A dirlo è il vicecoordinatore della I sezione dei giudici di pace di Roma. Il magistrato, spiega che la procedura è scorretta e che il verbale redatto dalla polizia municipale è un atto pubblico e non può essere scritto basandosi su dichiarazioni di un privato cittadino o testimone occasionale dell'infrazione.

La procedura inusuale e scorretta, inoltre, apre la strada facile al ricorso, perché si può contestare il fatto che a differenza del pubblico ufficiale, la dichiarazione del privato cittadino non gode della fede privilegiata, circostanza questa che rende facilmente annullabili le contravvenzioni medesime in sede di ricorso.

Il giudice spiega poi che la legge citata dal comandante dei vigili, sulla denuncia di illeciti da parte di cittadini non vale per le multe. E’ vero, c’è un principio di diritto costituzionale che prevede la possibilità per ogni cittadino di denunciare illeciti, ma di natura penale. Non in materia stradale.

La multa, se il sanzionato presenterà ricorso, è quindi annullabile, assicura il Gdp. Se verrà presentato ricorso, il verbale sarà perfettamente annullabile. E così tutte le altre contravvenzioni elevate con lo stesso procedimento.

Conclusioni finali sulla legittimità della multa su segnalazione

La violazione del passaggio con luce rossa semaforica non comporta nessun margine di apprezzamento in sede giudiziaria.

Perché è un caso di non possibilità di contestazione immediata.

Ma occhio: per l'articolo 2700 del Codice civile, fa fede privilegiata la dichiarazione del pubblico ufficiale (può essere il vigile che ha visto passare l'auto col rosso).

In questo caso, invece, la partita si gioca privato contro privato: l'automobilista sanzionato può fare ricorso, vincerlo, e perfino denunciare per calunnia il privato che ha fatto la segnalazione al vigile.

È ovvio che questo sistema della multa con delazione, se verrà confermata e utilizzata ancora, susciterà molte polemiche.

Alla fine, in ogni caso, qualcuno può vederla come una spiata inopportuna, altri come una forma di collaborazione per migliorare la sicurezza stradale.

Intanto, vedremo che cosa ne penserà il giudice di pace (o il prefetto, a seconda del tipo di ricorso che l'avvocato imposterà).

19 Febbraio 2014 · Andrea Ricciardi


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