Monti di pietà, quando il pegno è d’obbligo

Attenzione » il contenuto dell'articolo è poco significativo oppure è stato oggetto di revisioni normative e/o aggiornamenti giurisprudenziali successivi alla pubblicazione e, pertanto, le informazioni in esso contenute potrebbero risultare non corrette o non attuali.

Scadenza del mutuo, lavoro precario, pensioni fin troppo al minimo: problemi diversi, generazioni diverse, ma la soluzione sembra per tutti essere la stessa: il Monte di pietà. Insomma, quando la situazione economica familiare diventa difficile sono sempre di più gli italiani che scelgono di andare ad impegnarsi gli ori di famiglia per riuscire a sbarcare il lunario.

Anche se poi il campionario degli oggetti utilizzati per ricevere credito comprende anche argenteria, orologi di marca, pellicce di visone, pietre preziose.

Un movimento di merce che nel 2004 ha generato prestiti complessivi per circa 568 milioni di euro. Un dato in crescita rispetto al 2003 quando le erogazioni erano state pari a 561 milioni, e anche rispetto al 2002 quando avevano toccato quota 534 milioni.

Una crescita costante di circa il 5% annuo, spia di un fenomeno che dunque interessa sempre piu' persone. Ma non sono solo gli indigenti a prendere le strade dei banchi di pegno: spesso si tratta anche di professionisti, piccoli artigiani, piccoli commercianti che utilizzano questa forma di credito per ingrandire la propria attività o rinnovare i locali commerciali. Uno strumento finanziario che presenta i vantaggi dell'agilità, della velocità e dello snello iter burocratico: basta un documento, il codice fiscale e l'oggetto da impegnare e in breve si torna a casa con i soldi richiesti.

Le difficoltà riguardano invece soprattutto i tassi di interesse che spesso sono proprio un filo sotto la soglia dell'usura. E proprio in riferimento a quest'ultimo drammatico fenomeno, non si può non rilevare come spesso il ricorso al banco dei pegni sia proprio l'ultima spiaggia prima del baratro dello strozzinaggio.

16 Agosto 2008 · Patrizio Oliva


Commenti e domande

Per porre una domanda sul tema trattato nell'articolo (o commentarlo) utilizza il form che trovi più in basso.

Una risposta a “Monti di pietà, quando il pegno è d’obbligo”

  1. Ivano Caldera ha detto:

    All’interno della nostra struttura abbiamo nostri parametri con cui valutiamo le cose: ad esempio attualmente l’oro vale circa 5 euro al grammo, indipendentemente dal tipo di lavorazione. I tassi che applichiamo sono del 7% semestrale, quindi 14% annuale, sempre al disotto della soglia di usura che attualmente e’ pari a circa il 14,7%. Per fare un esempio, se si prendono 1000 euro, dopo 6 mesi bisogna pagarne 70 di interesse.

    L’anno scorso abbiamo erogato prestiti per circa 18 milioni, un valore che dovrebbe essere riconfermato anche nel 2006. Il prestito minimo erogato e’ di 100 euro. Prima era 250 euro, pero’ avevamo molte richieste per somme inferiori e abbiamo introdotto questa nuova opportunita’. La cifra media erogata e’ di circa 610 euro, con massimi che in teoria non hanno limiti. L’importo maggiore che ricordo e’ stato di 27mila euro, con in pegno un diadema e una collana di brillanti, che poi furono puntualmente riscattati.

    In media noi rimane il 5% degli oggetti dati in pegno. Dopo i sei mesi di scadenza iniziali, se la persona non viene a pagare la rata, ci sono ancora 30 giorni di tempo per riscattare l’oggetto, altrimenti vengono messi in vendita in aste pubbliche regolate per legge e aperte a tutti.

    La gente che viene da noi appartiene un po’ a tutti gli strati sociali: ad esempio proprio ieri e’ venuto un avvocato che ha portato ad impegnare dei gioielli che fanno parte di un’eredita’ sulla quale si sta decidendo la suddivisione. Ma vengono anche casalinghe, pensionati, piccoli imprenditori, liberi professionisti che utilizzano il nostro servizio per reperire fondi. Le comodita’ legate al pegno sono molteplici. Innanzitutto la rapidita’: basta un documento, il codice fiscale e l’oggetto da impegnare, e in 15 minuti si va a casa con i soldi richiesti. Inoltre non ci sono iter burocratici da seguire, insomma uno strumento agile, veloce e sicuro. Noi attualmente prendiamo solo oggetti d’oro, pietre preziose e orologi di marca. A Milano abbiamo tre periti orafi che lavorano ai nostri sportelli.

    E’ chiaro che la gente che viene da noi spesso e’ disperata, e vedono il banco dei pegni come ultima spiaggia. Pero’ negli ultimi tempi, come gia’ accennato e’ cresciuto il numero di imprenditori che hanno imparato ad usare il banco dei pegni come uno strumento finanziario da utilizzare regolarmente. E quindi abbiamo clienti abituali, che vanno e vengono con oggetti da impegnare e da riscattare a tempo debito.

    Ivano Caldera Responsabile servizio credito su pegno della Banca regionale europea che ha assorbito il Monte di Pieta’ di Milano

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


Se il post è stato interessante, condividilo con il tuo account Facebook

condividi su FB

    

Seguici su Facebook

seguici accedendo alla pagina Facebook di indebitati.it

Seguici iscrivendoti alla newsletter

iscriviti alla newsletter del sito indebitati.it




Fai in modo che lo staff possa continuare ad offrire consulenze gratuite. Dona!