Mobbing » Il danno alla salute del dipendente non comporta necessariamente anche il riconoscimento del danno alla professionalità
In caso di mobbing, l’accertamento del danno alla salute del dipendente non comporta necessariamente anche il riconoscimento del danno alla professionalità.
Il danno alla professionalità, infatti, non può essere considerato in re ipsa nel semplice demansionamento, essendo invece onere del dipendente provare tale danno dimostrando, ad esempio, un ostacolo alla progressione di carriera.
Questo, in breve, l'orientamento espresso dalla Corte di Cassazione con sentenza 172/2014.
Il danno alla salute del dipendente non comporta sempre il danno alla professionalità
Confermando l'orientamento di una consolidata giurisprudenza di legittimita' in materia, la Suprema Corte ha affermato che, qualora ci sia stato mobbing, la liquidazione del danno alla professionalità del lavoratore non può prescindere dalla prova del danno stesso.
In sostanza, il danno alla professionalità, in caso di mobbing, non può ritenersi scontato quando si è subito un danno alla salute. E' un obbligo del dipendente, infatti, provare che tale danno ha, ad esempio, prodotto un ostacolo alla carriera.
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