Il parere dell’esperto: "ma io vi dico è ora di buttarsi – prezzi così non si vedranno più, metterei anche il 100% in azioni"

Il parere dell'esperto: "ma io vi dico è ora di buttarsi - prezzi così non si vedranno più, metterei anche il 100% in azioni"

No, non è un invito di oggi, in pieno meltdown dei mercati finanziari mondiali: l'articolo data 7 luglio 2008, però fate sempre in tempo a seguire il consiglio di Pietro Giuliani, che non è uno qualunque. Pietro Giuliani, infatti, è un TOP MANAGER, chairman of all operational companies of the Azimut Group as well as the president and managing director of the parent company, Azimut Holding SpA, listed on the Milan Stock Exchange, come apprendiamo dal sito Azimut.

Ma non perdiamo tempo in chiacchiere (ché il tempo è denaro) e leggiamo l'articolo del Corriere della Sera del 7 luglio 2008.

«Mi riempirei di azioni al 100%». Pietro Giuliani, timoniere di Azimut, una delle poche sgr italiane indipendenti e quotate in Borsa, sfida qualsiasi legge di gravità finanziaria. «So bene che lo scivolo non è finito. I mercati potrebbero perdere un altro 10%». Sicuro che sia il caso di riempire fino all'orlo il portafoglio di Borsa? «Sì, sì. E la dico anche più grossa: andrei anche a leva, utilizzando i derivati per superare il limite del 100%. Perché a questi prezzi in Borsa non compreremo più per parecchi anni».

Provocare gli piace, si sa. A certificare però che le sue temerarie visioni qualche volta sono profetiche c' è un pacco di ritagli di giornale datati 2002. «Dicevo queste stesse cose allora, mentre tutto crollava. Con il senno di poi avevo ragione...». Ma gli investitori si muovono spesso nel modo opposto: «Se negli ultimi dieci anni invece di vendere azioni tutte le volte che il mercato scendeva le avessero tenute in portafoglio o meglio ancora avessero avuto il fegato di comprarne ancora in media sarebbero molto più ricchi».

Il momento è delicato, ma lui è irriducibilmente ottimista: la tattica dell'attesa, dell'investimento in liquidità «è solo un modo per congelare le perdite. O per tarparsi le ali, se si comincia ad investire oggi». Ma perché? «Perché chi ha perso in questi mesi scegliendo il rischio zero si condanna a non riguadagnare il terreno perduto. E chi parte ora ha davanti un lungo periodo che può essere pieno di sorprese, di mercati Emergenti che galoppano a velocità che nemmeno ci immaginiamo».

La proposta non è evidentemente potabile per chi ha una bassa propensione al rischio

La proposta non è evidentemente potabile per chi ha una bassa propensione al rischio, ma Giuliani la argomenta bene e alcuni numeri sono dalla sua. Negli ultimi anni di terribili deflussi dal sistema dei fondi italiani Azimut ha tenuto ed è cresciuta: i 6 miliardi di patrimonio del 2002 a fine 2007 erano diventati 15. I clienti erano 97 mila, oggi sono 150 mila. Quanto soddisfatti? «L' orgoglio della casa è aver offerto in media negli ultimi dieci anni l'1,7% più dei Bot, mentre il sistema nel complesso, controllato al 90% dalle banche, si è distinto per aver bruciato ricchezza, per aver offerto un rendimento pari al Bot meno un punto e mezzo».

Certo che oggi il Bot da solo viaggia oltre il 4% netto. Avere anche solo quello....E i saldi di Borsa se la frenata continua e i profitti si sgonfiano non saranno poi così allettanti. Un conto è comprare utili a prezzi bassi, un conto è scoprire che dietro quei prezzi c' erano molti meno utili del previsto. E' vero o no? «Macché. Non sono per nulla d' accordo. Gli analisti devono fare il loro mestiere con la calcolatrice.

Ma un vero gestore - e noi siamo gestori - a un certo punto deve buttare i calcoli dalla finestra, andare a mettere il naso nelle aziende e decidere che hanno un valore intrinseco, anche se per un anno i profitti calano» E che cosa metterebbe nel suo portafoglio al 100% azionario? «Eviterei le azioni inglesi e spagnole, le più provate dalla crisi». Alla larga anche dai grandi retailer: le Wal Mart, tanto per intenderci. Invece sarebbe ora di selezionare i finanziari ipervenduti. E così Giuliani tanto per cominciare si è ricomprato insieme a manager e gestori il suo bastonatissimo titolo con un articolato piano di buy back. Se la fortuna aiuta gli audaci.... .

dal Corriere della Sera del 7 luglio 2008.

Io aggiungo semplicemente che Pietro GIULIANI ci aveva "azzeccato" (quasi) tutto: ai prezzi del 7 luglio 2008 non si comprerà per parecchi anni. Complimenti vivissimi!

8 Ottobre 2008 · Patrizio Oliva


Commenti e domande

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11 risposte a “Il parere dell’esperto: "ma io vi dico è ora di buttarsi – prezzi così non si vedranno più, metterei anche il 100% in azioni"”

  1. Ornella De Bellis ha detto:

    Bobo Vieri chiede tre milioni di risarcimento a promotore finanziario e ad Azimut Consulenza

    L’ex bomber di Juventus, Inter e della Nazionale Christian Vieri ha chiesto tre milioni di euro a un promotore finanziario, reputato «infedele», e alla società Azimut Consulenza per investimenti Sim a cui ha consegnato la somma perché fosse investita e che non gli è mai stata restituita. Per questo, ha presentato un atto di citazione al Tribunale civile di Milano mentre la vicenda penale (è stata anche presentata una denuncia per truffa) è stata trasmessa a Roma per competenza.

    Vieri e suo fratello Massimiliano, a sua volta calciatore, avevano cominciato a versare somme al promotore nel 2004 fino al 2005, in quanto il professionista aveva prospettato investimenti da cui avrebbero tratto dei guadagni ingenti. Guadagni che non sono arrivati così come non sono stati restituiti i tre milioni che avevano affidato al promotore, nonostante i numerosi solleciti.

    L’ex bomber, assistito dall’avvocato Danilo Buongiorno, aveva anche provato a ricomporre la vicenda davanti alla camera di Conciliazione di Milano ma né il promotore, né i rappresentanti della Azimut si sono presentati. Da qui l’iniziativa di una causa civile perché, tra l’altro, il reato di cui è accusato il procuratore dovrebbe essere prescritto.

  2. angelosergio ha detto:

    guarda un pò se non aveva ragione veramente. informatevi prima di spalare sterco sulle persone che producono ricchezza vera in italia senza speculare. cercate di conoscere chi sono i gestori di un gruppo e di capire come mai il presidente possa fare queste affermazioni in mezzo al panico. guardate la performance media ponderata dei clienti azimut. da ottobre 08 ad oggi. comparatela con il resto del settore e ammutolite.

    • Anonimo ha detto:

      Giorgio perna evidentemente sapeva che sarebbero fallite fannie MAE e lehman brothers. Il resto del mondo no poteva saperlo e non lo sapeva. Sono tutti capaci di fare previsioni post eventum, ma pensare a prospettive future è tutto un altro paio di maniche.

  3. giorgio perna ha detto:

    Egregio dott. Giuliani, mi onoro di chiederle una consulenza finanziaria.

    Che faccio compro un pò di azioni a debito, utilizzando la leva finanziaria?

    Mi butto? Cosa ne pensa?

    Tanto ai prezzi di oggi, 2 marzo 2009, non compreremo per parecchio.

    Oooops, ma aspè la sua intervista è del 7 luglio 2008!!!

    Cazzo che stronzata stavo per fare: chiedere a lei che mi sa è più sfigato di me.

    Faccia come non scritto, caro sig. Pietro Giuliani :-))

  4. Franco Abruzzo ha detto:

    Quando ho lanciato l’”operazione Azimut” mi era noto che in passato e anche nel presente moltissime aziende della moda, della bellezza, del risparmio gestito e dell’auto amano presentare strategie, iniziative e novità in luoghi esotici invitando i giornalisti come possibili aedi e cantori: viaggi, alloggio a 5 stelle, vitto e spese di svago tutto a carico di chi ospita. L’invito Azimut cade nel pieno di una battaglia contrattuale aspra, che ha visto anche il Governo impotente e rassegnato davanti ai niet della Fieg.

    Bisogna fermarsi e riflettere. La tecnica delle spallate di cadorniana memoria non regge e non paga. Bisogna cambiare al più presto strategie di lotta, accantonando per ora gli scioperi, un’arma spuntata e perdente. Occorre inventarsi qualcosa di nuovo, ma non lo sciopero delle firme o la battaglia per la pubblicazione dei comunicati della Fnsi che nessuno legge. Meglio distribuire in migliaia e migliaia di copie l’articolo di Furio Colombo (pubblicato dall’Unità del 5 novembre), che con linguaggio facile spiega l’obiettivo degli editori, che è quello di disarticolare la professione di giornalista. Il nostro avversario non è soltanto l’editore Caltagirone, ma anche l’editore De Benedetti, il democratico De Benedetti padrone della “Repubblica”. Bisogna citare tutti gli editori cattivi, anche quelli che hanno patrocinato il Governo Prodi.

    L’uso “articolato ed intelligente della forza e della combattività espressa dai giornalisti italiani” non deve riguardare soltanto “il pieno rispetto delle regole contrattuali liberamente sottoscritte e ancora in vigore”, ma deve riguardare soprattutto il rispetto rigoroso ma anche ragionevole delle regole deontologiche che sono contenuto nel Contratto (un contratto di professionisti), nella legge professionale, nell’articolo 114 del Codice di procedura penale, nel Dlgs n. 206/2005 (Codice del consumo che detta regole sulla pubblicità ingannevole) e nei Codici che hanno veste di legge (Privacy e Treviso). I direttori devono capire che sono dei giornalisti e non dei manager. Gli editori devono capire che le regole deontologiche fissate per legge vincolano anche le loro aziende.

    Facciamo un elenco sommario di queste regole:

    1) separazione tra pubblicità e informazione; pretendere che negli articoli non siano infilate citazioni o foto di comodo; tenere d’occhio le inserzioni dei quotidiani onde evitare che il committente sia ripagato con pubbliredazionali nei settimanali di proprietà dell’editore del quotidiano stesso; impedire la pubblicazione dei pubbliredazionali che non abbiano una grafica diversa dal resto del giornale (o del periodico) e che siano prive della indicazione “informazione commerciale”; rifiuto di scrivere testi e di dare contributi grafici e fotografici per gli Uffici marketing;

    2) rispetto della dignità della persona per quanto riguarda i soggetti deboli (minori, persone violentate, cittadini in manette). Dire no ai direttori che chiedono gossip o di essere elastici sul rispetto delle regole nelle cronache “piccanti”;

    3) rinuncia alla firma tutte le volte che un articolo viene ritoccato dal direttore o da chi per lui. Difesa puntigliosa delle mansioni contrattuali;

    4) richiesta di firmare un articolo una volta la settimana da parte di chi lavora al desk;

    5) pretendere che siano indicate le qualifiche dei collaboratori dei giornali (capo ufficio stampa, consigliere d’amministrazione, azionista, consulente) sul presupposto che il lettore deve percepire l’identità dell’autore dell’articolo che non fa parte della redazione;

    6) pretendere che negli articoli gli azionisti della testata siano qualificati come tali;

    7) rifiutare inviti generosi delle aziende (viaggi, etc).

    Appare evidente che il grosso della battaglia è sul fronte pubblicitario. Chiedo ai colleghi di comportarsi da professionisti. Nulla di più, nulla di meno. In questi 7 punti è il segreto di una battaglia vittoriosa. L’”operazione Azimut” era solo l’inizio di una strategia forte e innovativa.

    Anche l’apertura di vertenze aziendali è una arma che può integrare la fase2 della rinnovata strategia. Le vertenze andrebbero aperte subito almeno in 14 aziende: Corriere della Sera, la Repubblica, La Stampa, Il Messaggero, Il Sole 24 Ore, Mondadori, Rcs Periodici, Gruppo Espresso/Repubblica, Gruppo Riffeser/Monti, Rusconi/Hachette, Rai, Mediaset, Sky e La7/Tv.

    Il seguito dell’argomento qui

  5. Pietro torna indietro ha detto:

    Pietruzzo, proprio con le mani nella marmellata ti hanno bekkato.

    Ammazza che figuraccia. Ma ancora in questi giorni ti leggo nell’informazione (cosiddetta) finanziaria che altro non è se non pubblicità mascherata.

    Ma per un pò di tempo non sarebbe più decente se ti eclissassi un pò?

    Certo, come diciamo qui a Roma, ciai la faccia come er culo …

  6. federico ha detto:

    Ammazza che caimano che è sto Pietro Giuliani!!!

  7. Beppe Scienza ha detto:

    Franco Abruzzo presidente dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia, ha denunciato l’offerta di un sontuoso viaggio nel Dubai dal 17 al 20 novembre 2006 (con accompagnatrice/tore!), che spiega i ripetuti articoli positivi sui fondi comuni, le gestioni ecc. della Azimut e le continue interviste a individui della Azimut (per es. Pietro Giuliani), altrimenti inspiegabili; si veda anche il programma completo del viaggio, reso pubblico da Giuseppe D’Orta nel suo interessante sito Investire Oggi.

    Per la cronaca ad es. Nicola Porro de Il Giornale è andato in Dubai invitato dall’Azimut (vedi al punto seguente): il risultato è un articolo composto da una sequela di dichiarazioni di Pietro Giuliani, intercalate a commenti elogiativi e senza la minima obiezione neppure nel caso di affermazioni spudoratamente false come per es. «quello dei fondi è un settore supertrasparente».

  8. Piero ha detto:

    Sono questi distruggeranno l’economia mondiale!

  9. mariangela ha detto:

    Ma buttarsi dove? Dalla finestra, forse!!!
    E pensare che questi li paghiamo pure per farci amministrare i nostri soldi.

  10. lorenzo ha detto:

    Questo Pietro Giuliani deve essere uno con le palle!!!

    Ma come vanno i fondi AZIMUT? Quasi quasi ne compro un pò.
    Grazie per la dritta ragazzi. Questo sito dà veramente ottimi consigli.

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