Locazioni in nero » Le dichiarazioni degli inquilini fornite alla Guardia di Finanza sono un indizio rilevante per l’accertamento del reddito

Locazioni in nero? Nel processo tributario valgono come prova anche le testimonianze dei vicini di casa.

Le dichiarazioni di terzi possono essere utilizzate nel processo tributario, non a titolo di fonti di prova in senso proprio, quanto piuttosto a titolo di ausilio all'accertamento.

Devono quindi essere tenute presenti da parte del giudice come elemento indiziario, da valutare unitamente agli altri elementi, come le presunzioni, la documentazione acquisita, le eventuali movimentazioni finanziarie.

Ciò è quanto disposto dalla Corte di Cassazione con sentenza 16223/14.

Da ciò che si evince dalla pronuncia esaminata, le dichiarazioni degli inquilini, acquisite dalla Guardia di Finanza, sono un indizio rilevante per l’accertamento del reddito da locazione nei confronti del padrone di casa, nei cui confronti, dunque, l’Agenzia delle Entrate potrà, di conseguenza, emettere un atto di accertamento.

Si, avete letto bene: si prospettano tempi durissimi per i padroni di casa che affittano la propria abitazione cercando di evadere il fisco.

Come accennato, infatti, a parere degli Ermellini, la Guardia di Finanza, nella propria attività rivolta a stanare gli affitti in nero, ben può acquisire informazioni dagli inquilini stessi, all'interno dello stabile.

In parole povere, d'ora in avanti sarà possibile vedere agenti delle fiamme gialle che si mettano a bussare, porta a porta, per verificare se, nell'appartamento, vi è l’effettivo titolare o, invece, un inquilino.

Ciò perché, a sentire piazza Cavour, le dichiarazioni, dei terzi, raccolte dai finanzieri durante le indagini e da questi ultimi inserite, anche per riassunto, nel verbale di constatazione, hanno natura di mere informazioni acquisite nell'ambito di ricerche amministrative e sono, pertanto, pienamente utilizzabili quali elementi di convincimento.

21 Luglio 2014 · Andrea Ricciardi


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