Il grande spreco

Voci insospettabili continuano a sollevarsi ed ammettere l'evidenza di «un’era di inquità oscene»: «Le prime 50 banche controllano quasi 50 mila miliardi di dollari, un terzo di tutti gli attivi del mondo». Siamo tutti vittime di un sistema di liberismo senza regole studiato a tavolino «nelle università» ce ha distrutto consapevolmente lo «Stato sociale» previdenziale e l'ordine stesso dettato dal patto sociale tra le diverse classi.

Possibile ricostruirlo? Il mercato finanziario globale è divenuto «un mostro che va domato»: l’ha detto Horst Koehler, il presidente della Germania.

La carica è ornamentale; ma il fatto che Koehler sia stato capo del Fondo Monetario Internazionale dice che la vastità della devastazione provocata dal capitalismo terminale senza regole sta creando, persino fra i sacerdoti del dogma iperliberista, sgomento e forse qualche dubbio.

Persino il Financial Times comincia a dubitare della «razionalità» ed «efficienza» di un «mercato senza confini» dove «il gestore del più grande hedge fund ha guadagnato 3 miliardi di dollari l’anno scorso», mentre ponevano le basi per la rovina di migliaia di piccoli risparmiatori, lavoratori e famiglie col mutuo variabile, nonchè dei fallimenti bancari a catena e della restrizione mondiale del credito.

Il giornale della City riconosce che 25 anni di «libero flusso di capitali, massiccio, istantaneo, e controllato solo da poche istituzioni finanziarie di pochissimi Paesi» ha prodotto «un’era di inquità oscene», dove i 1.100 più ricchi del mondo si sono accaparrati il doppio della ricchezza distribuita fra i 2,5 miliardi di uomini dello strato più povero (1).

di Maurizio Blondet da EFFEDIEFFE.COM

22 Maggio 2008 · Antonio Scognamiglio




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Una risposta a “Il grande spreco”

  1. Guglielmo Rinaldini ha detto:

    Gli unici mostri sono quelli che pretendono di governare il mercato, ancor piu’ finanziario. Non avrei mai creduto di dover dare ragione a Bersani, il cui cellulare girava tra “finanzieri italioti”, quando commentando le boiate di Tremonti-Hood faceva notare la demagogia e l’aumento dei prezzi che ne sarebbe derivata.
    Basta con questi oligarchi senza contatto divino, erano difficilmente sopportabili quando erano guidati dall’Alto, figuriamoci ora che si fanno guidare dal Basso.
    Chi ha fame non aspetta…che boiata

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