Il Canone di abbonamento Rai

E’ tempo di Canone Rai, un argomento del quale si parla sovente: ci sono movimenti di protesta più o meno organizzati e varie associazioni che tentano di farlo abolire; ne parlano i mezzi di informazione che raccolgono lettere e lamentele degli utenti; è stato oggetto di promesse di abolizione nel corso delle campagne elettorali. Di fatto si tratta di una delle imposte più discusse, spesso identificata come un odioso balzello, contestato e odiato dai contribuenti italiani. Ma nonostante tutto ciò, resiste da moltissimi decenni.

Le domande ricorrenti sono sempre le stesse: ci si chiede se sia indispensabile, se sia opportuno pagarlo, cosa succede se non viene pagato, cosa offre il Servizio Pubblico in cambio.

Vedremo chi deve pagarlo e con quali modalità, come lo Stato si difende dall'evasione, -in questo settore è particolarmente diffusa-, se è cambiato qualcosa dopo una recentissima sentenza della Corte di Cassazione e dopo un provvedimento che con ogni probabilità sarà inserito nella Finanziaria per il 2008. Vedremo, infine, in che modo il canone può essere disdetto senza incorrere in sanzioni.

Il Canone di abbonamento è stato istituito in base ad un Regio Decreto del lontano 1938, in pieno ventennio fascista, e si riferiva agli apparecchi radio, perché la televisione non esisteva ancora. Attualmente costituisce il principale mezzo di finanziamento del Servizio Pubblico in molti paesi; in particolare, secondo le tabelle puntualmente diffuse tutti gli anni, l’importo pagato dagli abbonati in Italia è uno dei più bassi a livello europeo. Secondo quanto riportato dal portale internet della Rai, alla pagina dedicata agli abbonamenti, il canone è un’imposta sul possesso o sulla detenzione di uno o più apparecchi TV e deve essere pagato indipendentemente da quali emittenti televisive l’utente decida di vedere.

Il canone può essere ordinario o speciale. Quello ordinario si riferisce all'uso o alla detenzione di uno o più apparecchi nelle famiglie ed è unico, anche in caso di possesso di più apparecchi e anche in abitazioni secondarie. In altre parole chi possiede più di un apparecchio, non solo nella abitazione principale, è tenuto a pagare una sola volta. Quello speciale è riferibile invece ai locali aperti al pubblico o comunque agli apparecchi posseduti o usati fuori dall'ambito familiare. Il pagamento può essere effettuato annualmente (entro il 31 gennaio), in due rate (31 gennaio e 31 luglio), o in quattro rate (31 gennaio, 30 aprile, 31 luglio e 31 ottobre). L’importo viene stabilito ogni anno con apposito provvedimento e in caso di pagamento oltre i termini di legge, è necessario corrispondere una maggiorazione, che va da 1/12 dell'importo per ciascun semestre, se il ritardo è inferiore a trenta giorni, ad 1/6 dell'importo per ciascun semestre, se il ritardo è superiore ai trenta giorni. Alle maggiorazioni si devono naturalmente aggiungere gli interessi di mora. In caso di mancato pagamento, il S.A.T. (Sportello Pagamenti TV), provvede al cosiddetto "recupero bonario" in una prima fase e al "recupero coattivo" tramite cartella esattoriale in una seconda fase.

di Lorenzo Pellegrini

11 Dicembre 2007 · Patrizio Oliva


Commenti e domande

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2 risposte a “Il Canone di abbonamento Rai”

  1. Enrico ha detto:

    è uno schifo.La sera regalano milioni di euro nei quiz di merda e poi chiedono l’elemosina a noi.Vergogna

  2. Massimo ha detto:

    GRAN CAVOLATA…………..
    Il canone rai, per il possesso di apparecchi radiotelevisivi è ormai obsoleto!
    le tv, secondo me , dovrebbero essere tutte private e i loro entroiti dovrebbero essere tutti provenienti dalle publicità (che siamo costretti a sorbirci sempre)
    Poi una tassa per il possesso di tv a volte del valore di 200€ e anche meno,
    non è troppo oneroso 106 €————–
    Dovremmo unirci nelle piazze con tv da 30 €…………………e gridare…………
    BASTA CANONE, BASTA SOLDI…………………………NO NE ABBIAMO ORMAI + !!

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