I fighetti e le fighette del loft

I fighetti e le fighette del loft

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La strana coppia (di fatto, ma i PACS o i DICO non c'entrano): Walter Veltroni e Dario Franceschini.

Passeranno alla storia come i due che portarono alla disfatta, oops pardon, al trionfo, il Partito Democratico nelle elezioni politiche del 2008?

Vedremo.

Intanto passiamo in rassegna gli altri fighetti e le altre fighette del loft.

Marianna Madia

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Veramente carina la giovane "economista" dell'Arel, dottoressa Marianna Madia. Sia ben chiaro, però, che non si tratta di una raccomandata! E' una che ha fatto la gavetta, che, come si suol dire, si è fatta (la messa in piega) da sola (e si vede, non c'è che dire). In ogni caso Giulio Napolitano, Giovanni Minoli, Enrico Letta, Walter Veltroni, ecc. ecc. potranno senz'altro confermarlo. Cosa? Che la signorina non ha alcuno sponsor, ovvio.

Un pò di pazienza (in realtà credo ce ne vorrà molta). Appena avremo un pò di materiale, vi proporremo il Marianna Madia pensiero. Quello che c'è disponibile al momento, tipo ricordi dell'esclusivo liceo CHATEAUBRIAND, racconti su emozionanti cene al Quirinale, il tè delle 5 (rigorosamente di marca PG - articolo da visualizzare in una finestra di navigazione anonima del browser) gustato in compagnia del Presidente Cossiga, non credo vi interessi.

Per questi gossip, queste "pariolinate" basta accendere la TV e guardarsi "Il grande fratello", "L'isola dei famosi" o "Amici" della De Filippi, che, probabilmente, presentano contenuti assai più stimolanti.

Ma c'è anche chi difende a spada tratta la bellissima Marianna Madia, e noi per correttezza, vi proponiamo anche questo contributo video:

per il quale ringraziamo erezioni politiche 2008

Oltre a queste, altra intervista della serie non sono raccomandata!! articolo da visualizzare in una finestra di navigazione anonima del browser.

Per ora tocca accontentarsi.

Matteo Colaninno

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Toh, guarda chi c'è: Matteo Colaninno. Il papà Roberto è il ragioniere più famoso della finanza italiana. Con qualche spicciolo e senza alcun appoggio esterno, riusci a comprarsi la TELECOM. Davvero un mago della finanza. E sicuramente uno (il papà) non raccomandato. Chiedete conferma a Massimo D'Alema. Se buon sangue non mente ....

Massimo Calearo, il Falco di Confindustria

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Il Falco di Confindustria, Massimo Calearo: le solite esagerazioni, a guardarlo sembra un tipo così tranquillo .... Anche se è vero che Massimo è un convinto fan di Clemente Mastella, cui riconosce il merito di aver abbattuto il governo Prodi.

Pare anche che Massimo Calearo abbia chiarito con Arturo Parisi, che minacciava le dimissioni nel caso in cui le affermazioni di Calearo (su San Clemente e la propizia caduta del governo Prodi) fossero state confermate ... Ma chiarito cosa?

Se il "chiarimento" (acrobazie politiche o patologie uditive, altrimenti non si spiega cosa ci sia da chiarire) su una affermazione sconcertante e "chiarissima" (qui non si può dire che i giornalisti hanno frainteso) sta bene ad Arturo Parisi, a Walter Veltroni, a Dario Franceschini e company, allora sta bene a tutti. Figuriamoci. Ciò che potrebbe non star bene ai lavoratori, invece, è la circostanza che Massimo Calearo, nelle sue esternazioni, dichiara apertamente di volersi battere per cancellare l'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori. Obiettivo senz'altro legittimo per gli industriali dell'opulento Nord Est (pronipoti fortunati, magari di quelli che morirono a Marcinelle). Un modo come un altro per rendere precari anche i pochi, ormai, superstiti titolari di un contatto a tempo indeterminato.

L’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori stabilisce che “(…) il giudice con la sentenza con cui dichiara inefficace il licenziamento (…) o annulla il licenziamento senza giusta causa o giustificato motivo (…) ordina al datore di lavoro, imprenditore o non imprenditore, che in ciascuna sede, stabilimento, filiale, ufficio o reparto autonomo nel quale ha avuto luogo il licenziamento occupa alle sue dipendenze più di quindici prestatori di lavoro o più di cinque se trattasi di imprenditore agricolo, di reintegrare4 il lavoratore nel posto di lavoro. (…)”. Il lavoratore, dunque, che ritenga di essere stato licenziato senza una giusta causa o un giustificato motivo, può ricorrere al giudice. Se in sede giudiziaria viene accertata l’assenza di questi due requisiti, il giudice emette una sentenza con la quale può obbligare il datore di lavoro a riassumere il lavoratore licenziato. Questa norma è valida per tutti coloro che lavorano in aziende con più di quindici dipendenti.

Nulla cambia quindi, in caso di abrograzione dell'articolo 18 dallo Statuto, per coloro che lavorano in aziende con meno di 15 dipendenti. Votate pure PD e, quindi, Massimo Calearo, se credete. Per gli altri, occhio. Ricordate che votando PD, in qualsiasi circoscrizione, darete un voto al fighetto Massimo Calearo. Sarebbe un pò come tagliarsi le pa... . Uomo avvisato, come si dice, è mezzo salvato.... E poi non dite che non lo sapevate.

Nel frattempo, godetevi qualche pillola del CALEARO pensiero tanto per capire quali siano le intenzioni di questo simpaticissimo signore:

Interessante l'affermazione conclusiva ".. difficile che io possa dire qualcosa di centro-sinistra. Io spero di convincere quelli di sinistra a diventare sempre più di centro!".

Insomma elettori ed elettrici del Partito Democratico, Massimo Caleano si è messo in testa di farvi morire "democristiani".

Io non ci vedo nulla di male in questo, anzi. Ma allora, mi chiedo, perchè, visto che ci siamo, il caro Uolter non propone una annessione all''UDC o la fusione con l'UDEUR di San Clemente Mastella?

Lasciamo spazio alla Provvidenza: magari ci starà pensando. Forse sarà la prossima mossa. Ma che marpione sto Veltroni ....

Che ci siano incompatibilità (seppur marginali, sic) fra interessi dei lavoratori e quelli di Massimo Calearo pare, purtroppo, che in Veneto qualcuno se ne sia già accorto. Che importa: per qualche operaio che va via, c'è sempre un buon numero (tanti) di "cummenda" che entrano nel PD. Quelli che propendono per lo sciopero fiscale sanno di avere in Massimo Calearo un grande caporione e nel Partito Democratico una nuova casa.

Allora, eccolo il nostro Walter Veltroni, che dichiara di essere contro i condoni e contro l'evasione fiscale MA ANCHE a favore dello sciopero fiscale, se è vero, come è vero, che fra tanti ha deciso scientemente di candidare proprio il "falco" di Federmeccanica.

Daniela Cardinale

E questa è la dolce signorina Daniela, figlioletta di Salvatore Cardinale, già ministro delle PPTT.

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Non c'è che dire. Sarà una gara avvincente quella fra Marianna e Daniela, le due vallette/veline del Partito Democratico. Complimenti a Walter Veltroni (per Marianna) ed a Giuseppe Fioroni (per Daniela). Fra le due, con tutta onestà non saprei chi scegliere, oooops chiedo scusa, non saprei chi votare (ad un concorso di bellezza).

Il grande merito politico della bellissima "rampolla" pare sia stato, a detta del suo pigmalione Giuseppe Fioroni, quello di aver inventato lo slogan "se po' fa" almeno come risulta qui articolo da visualizzare in una finestra di navigazione anonima del browser.

Per approfondimenti, cliccare qui.

Augurissimi alla futura "onorevolessa"?

Anna Maria Carloni in Bassolino

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La gentile consorte dell'onorevole Antonio Bassolino, signora Anna Maria Carloni: la sua candidatura (con un posto "sicuro" al Senato) è certo un premio alla "oculata" gestione dei rifiuti in Campania da parte del marito Governatore, che ancora non ha avuto la decenza di dimettersi. Signora, faccia la cortesia, convinca Lei suo marito a "riciclarsi" come amministratore di condominio, visto che non riesce a riciclare la mondezza. Forse, amministrare una regione è cosa più grande di Lui. Alcuni, in Campania, sostengono che il seggio al Senato per la sig.ra Carloni sia un tentativo per rivalutare l'on. Clemente Mastella e la sua concezione nepotista della politica, sempre criticata dagli esponenti del PD, ma che pare sia diventata un trend. Non c'è che dire. Complimenti ai dirigenti del PD: si tratta sicuramente di una operazione ben riuscita.

All'on. Antonio Bassolino ed alla gentile signora Anna Maria Carloni, vogliamo ricordare questa intervista del 1993.

Ascoltate attentamente cosa dice l'on. Antonio Bassolino: "... bisogna ripulire Napoli ...", "... non bisogna guardare in faccia nessuno", "... bisogna dare risposte concrete alla questione dela pulizia della città", " ... io penso che la politica debba rinnovarsi ...".

Da non credere alle proprie orecchie, esilarante e allo stesso tempo raccapricciante, questa intervista. Certo onorevole Bassolino, i tempi sono cambiati, Lei non è più quello di quindici anni fa. Si vede che era molto più giovane e si sente che non era ancora il "politico navigato ed attaccato alla poltrona" di oggi, quello che non si dimette perchè pensa "di poter dare ancora un contributo ... " o "perchè non bisogna lasciare solo De Gennaro".

Onorevole Antonio Bassolino, mi "consenta" da concittadina napoletana, ricordarle che a volte, come certamente saprà, è meglio andar soli che male accompagnati .... E dovrà convenire, che Lei, nel contesto dei problemi riguardanti lo smaltimento dei rifiuti, non è proprio quella che si direbbe una buona compagnia.

Il giuslavorista, professor Pietro Ichino

La rassegna continua con il giuslavorista, dottor Pietro Ichino, futuro rappresentante del Partito Democratico in Parlamento e papabile alla carica di Ministro del Lavoro.

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Inutile ogni presentazione. Per il dott. Pietro Ichino parlano i fatti, o meglio gli scritti, i libri (basta leggere il titolo per comprenderne i contenuti) e le interviste.

Per farla breve, mi sembra di capire che anche al dott. Ichino piacerebbe tanto cancellare l'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori. Ma, potrei sbagliare. Quello che è certo, invece, almeno analizzando la sua produzione letteraria, è che sarà relatore di qualche proposta di legge per la liquidazione dei Sindacati (cofirmatario, si accettano scommesse, Massimo Calearo, che dichiara di conoscere il dott. Ichino e di essere in piena sintonia con la sua proposta in tema di libero licenziamento per le aziende).

Del resto Uolter, sarai d'accordo anche tu, visto che hai candidato nel Partito Democratico questa perla rara di studioso: a cosa serve il Sindacato? A nulla, liquidiamolo pure. Cosa rappresentano gli operai e gli impiegati con contratto a tempo indeterminato? Una casta da estirpare, che limita la crescita e lo sviluppo delle aziende. Rendiamo precari anche loro, così imparano! I dipendenti pubblici? Quelli sono tutti dei vampiri succhia sangue, nullafacenti. Rinchiudiamoli in un lager e appena le organizzazioni umanitarie si distraggono, sottoponiamoli a tortura per tutto il male che hanno fatto e fanno allo Stato. Licenziamo gli impiegati pubblici a 1000 euro al mese, e aumentiamo gli stipendi alla moltitudine di manager e dirigenti statali di nomina politica che percepiscono indennità annuali di mezzo milione di euro (senza fare nulla, quando va bene) ed utilizzano sfacciatamente la Cosa Pubblica (auto blu, stages e posti di lavoro ad amici, parenti e nipoti) come una proprietà di famiglia.

Ma leggete pure, eruditevi sul pensiero dell'illustre dott. Pietro Ichino:

articolo da visualizzare in una finestra di navigazione anonima del browser.

E' bene che i lavoratori e le lavoratrici del Partito Democratico conoscano la proposta di legge a cui sta lavorando il dott. Pietro Ichino. Perchè certamente non la conosceranno, prima delle elezioni politiche di aprile, per bocca dei dirigenti del Partito democratico.

Ichino dice: «Sto lavorando a un contratto a tempo indeterminato per tutti i nuovi rapporti di lavoro dipendente, tranne ovviamente gli stagionali o gli occasionali, in modo da garantire a tutti una vera eguaglianza di opportunità. Ma con un sistema di protezione in parte nuovo: è qui che si deve realizzare la coniugazione di flessibilità per l'impresa e vera sicurezza per il lavoratore. (...) Dopo un periodo di prova di sei mesi, l'articolo 18 si applica per i licenziamenti disciplinari e contro quelli per motivo illecito, di discriminazione o di rappresaglia. Ma il controllo giudiziale deve essere limitato a questo. Se invece il motivo del licenziamento è economico od organizzativo, la protezione del lavoratore è costituita da un congruo indennizzo commisurato all'anzianità e da un'assicurazione contro la disoccupazione di livello scandinavo. (...) L'idea è di attivare questa assicurazione con un contributo interamente a carico dell'azienda, secondo il criterio bonus/malus: a ogni licenziamento, l'imprenditore meno capace di programmare la gestione del personale vede aumentare i costi aziendali».

L'estensore dell'articolo scrive che lui ci sta. E voi?

Immaginate per un attimo che il futuro ministro dell'economia, dott. Massimo Calearo e quello del lavoro, dott. Pietro Ichino presentino la legge "licenziamento libero". In essa elencheranno le motivazioni valide per poter licenziare (tipo si possono buttar fuori i dipendenti quando l'amante dell'imprenditore chiede una villetta a Cortina). Quindi i due saranno chiamati a fissare l'importo, a carico dell'azienda, da corrispondere al povero dipendente licenziato per motivi economici ed organizzativi dell'impresa (due calci nel culo, una pacca sulle spalle e la benedizione del caro Uolter). Infine pensate che la loro proposta di legge dovrà essere discussa e approvata da gente come Marianna Madia ("porto in dote al PD tutta la mia inesperienza"), Daniela Cardinale ("se pò fa"), Matteo Colaninno ecc...

Agghiacciante signori. Un incubo. Ma anche uno scenario realistico, purtroppo. Però, se avete vocazioni suicide e/o masochiste accomodatevi pure. Votate Partito democratico e buon pro vi faccia.

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Questo invece, è mio figlio Gennarino. Spero che UOLTER me lo candidi alle prossime elezioni. Mi prenoto sin d'ora. Io sarò sempre con te, fedelissima, anche se il partito che verrà dovremo farlo con Bossi, Storace o con Fabrizio Corona.

Che dici UOLTER, d'accordo?

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Ok, meno male, è andata! Siete tutti testimoni.

Ne ho sistemato un altro .... EVVAIIIIIIII

Ma è tardi, sono le 5 ormai. Dopo questa chilometrica carrellata di fighetti e fighette del loft, parafrasando il buon Fabio Caressa, rientriamo negli spogliatoi a gustarci un bel tè caldo, di marca P&G, ovviamente.articolo da visualizzare in una finestra di navigazione anonima del browser

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6 Marzo 2008 · Patrizio Oliva


Commenti e domande

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7 risposte a “I fighetti e le fighette del loft”

  1. simone ha detto:

    UNO qualunque, vergognati tu… ” Una grande operazione di rinnovamento politico e di trasparenza viene fatta passare, in questo squallido blog, come un tentativo di nepotismo e di comportamento da casta.” E’ talmente radicata in te una ideologia… “Più che altro questa mi sembra una sagra paesana dell’invidia e del più becero qualunquismo.”..che neanche di fronte ad una concreta evidenza riesci a pensare oggettivamente al bene comune.. spero almeno siano tuoi interessi personali a spingerti ad indicare come squallido un qualcosa che non condividi… saresti giustificabile, quantomeno secondo canoni che non stò qui a giudicare. Perchè, UNO QUALUNQUE, se fosse un idea a renderti così chiuso all’altrui pensiero, evita per cortesia di parlare di grande operazione di rinnovamento e mantieniti fedele al nome con il quale firmi i tuoi commenti.

  2. nevevalenti ha detto:

    Ricky, l’eliminazione dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori e la ‘limitazione dello strapotere sindacale’, ossia licenziare in modo arbitrario, permetterà di creare nuovi posti di lavoro? Io ci ragionerei un attimo. Non è per niente un capolavoro di logica.

  3. platone ha detto:

    Non conosco una via infallibile per il successo, ma soltanto
    una per l’insuccesso sicuro: voler accontentare tutti

  4. indignato ha detto:

    Io non capisco il perchè delle candidature di Calearo ed Ichino.
    Anche le altre, la moglie di Bassolino, la figlia di Cardinale e l’altra amica non si sa di chi.

    Eppoi cosa c’entra Colaninno?
    Mah. Speriamo bene, ma comincio ad essere pessimista anche io.

  5. riccarda ha detto:

    sì, d’accordo. ma vacci piano. Ci vuole un giusto bilanciamento. In paesi dove la flessibilità è alta ci sono altre tutele. A meno che non ti riferisci alla flessibilità-competitività dei paesi del terzo mondo (dove al posto dei nullafacenti ci troviamo gli sfruttati, pure minorenni).

  6. ricky ha detto:

    La libertà di licenziamento che Calearo e Ichino vogliono ottenere eliminando l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori e la limitazione dello strapotere sindacale favoriranno la flessibilità e permetteranno di creare nuovi posti di lavoro.

    Non è poco. maggiore flessibilità significa più competitività per le nostre aziende.

    E’ ora davvero di finirla con la casta degli impiegati e degli operai con contratto a tempo indeterminato.

    E’ ora di dire basta ai nullafacenti della Pubblica Amministrazione che succhiano il sangue a coloro che mettono in gioco tutti i giorni sè stessi ed i propri capitali.

  7. uno qualunque ha detto:

    Più che altro questa mi sembra una sagra paesana dell’invidia e del più becero qualunquismo.
    Una grande operazione di rinnovamento politico e di trasparenza viene fatta passare, in questo squallido blog, come un tentativo di nepotismo e di comportamento da casta.

    VERGOGNATEVI!!!

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