Grado di parentela » Ecco come calcolarlo
La parentela è il vincolo che unisce le persone che discendono dalla stessa persona o, come il codice civile afferma, dallo stesso stipite. Vediamo come calcolarlo correttamente all'interno dell'articolo.
Le persone che discendono da uno stesso stipite sono parenti fra loro.
Il Codice civile stabilisce che la parentela sorge sia nel caso in cui il figlio sia nato da matrimonio, sia nel caso di coppia di fatto, sia nel caso in cui il figlio sia adottivo.
La parentela, dunque, non sorge soltanto nei casi di adozione di maggiori di età.
Comunque, ai fini della determinazione del vincolo si distinguono:
- la linea retta, la quale unisce le persone di cui l’una discende dall'altra (ad es. padre e figlio, nonno e nipote);
- la linea collaterale, la quale unisce le persone che, pur avendo un uno stipite comune, non discendono l’una dall'altra (ad es. fratelli, zio e nipote).
I gradi si contano calcolando le persone e togliendo lo stipite, ad esempio:
- tra padre e figlio c’è parentela di primo grado;
- tra fratelli c’è parentela di secondo grado (figlio, padre, figlio = 3; 3 – 1 = 2);
- tra nonno e nipote, parentela di secondo grado (nonno, padre, figlio = 3; 3 – 1 = 2);
- tra cugini parentela di quarto grado e così via.
Costruito l'albero genealogico, pertanto, il grado di parentela fra due individui dell'albero è dato dalla lunghezza del percorso che li unisce, essendo 1 la lunghezza fra due elementi contigui.
Abbiamo, quindi, come accennato, che due fratelli sono legati da un vincolo di parentela di secondo grado; genitore e figlio sono legati da un vincolo di parentela di primo grado; due cugini (figli di fratelli) sono parenti di quarto grado.
Nell'illustrazione in alto, il capostipite Marco ed il suo discendente Luigi (in basso a sinistra) sono parenti di quarto grado. Fra Luigi e Marzia (in basso a destra) intercorre un vincolo di parentela di ottavo grado. Michela e Giuditta, entrambe nipoti di Marco, sono fra loro "cugine" e legate da un grado di parentela pari a 4. Lorenzo e Giovanna, fratello e sorella, sono parenti di secondo grado.
In pratica, sono parenti in linea retta i soggetti che discendono l'uno dall'altro, ad esempio padre e figlio. La parentela in linea collaterale si esplica fra soggetti che pur condividendo un "capostipite", non discendono l'uno dall'altro (ad esempio fratello e sorella, zio e nipote).
Infine, gli affini, ovvero i suoceri, i cognati, la nuora, il genero. Affinità è il vincolo tra un coniuge e i parenti dell'altro coniuge. Gli affini quindi non hanno nessun vincolo di consanguineità.
Il grado della parentela è rilevante nelle diverse situazioni: di norma la parentela (se non diversamente specificato dalla legge) si ferma al sesto grado.
In particolare, nel caso di successione legittima (in mancanza di testamento) possono diventare eredi i parenti sino al sesto grado e non quelli di grado più elevato.
Solo in alcuni casi il codice civile parla di linea retta all'infinito (per il caso di incesto e di rappresentazione), ma è la natura umana a non consentire l’esistenza in vita contemporaneamente di infinite generazioni.
Il rapporto di parentela è dunque estremamente rilevante, oltre che per gli impedimenti al matrimonio, in tema di successioni, ma conta anche in materia di prestazioni di alimenti a chi si trovi in stato di bisogno, in relazione a persone incapaci e meritevoli di protezione (ad esempio per promuovere la domanda di interdizione, inabilitazione e amministratore di sostegno) e con riferimento ai diritti dei minori, compreso il loro affidamento nel caso in cui i genitori non siano in grado di tenerli con sé.
Da sottolineare poi come il rapporto fra marito e moglie viene definito “rapporto di coniugio” e non di parentela.
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