Garante di un prestito e problemi per gravi debiti con equitalia

Debiti equitalia e garante

Ho un debito da un milione di euro con equitalia, in quanto ero socio di una snc all'1% con altre due persone con la stessa quota.

L'amministratore aveva quota 97%, non pagando i suoi debiti che inizialmente erano 200 mila euro ora sono diventati un milione di euro ed Equitalia si e rivalsa su di noi tre, in quanto l'amministratore è nullatenente.

Mi hanno pignorato il quinto dello stipendio e il conto corrente bancario,adesso sto pagando due finanziamenti agos, un conto pim ricaricabile di 6000 euro che mi aveva fatto da garante mio fratello.

Adesso ho dato disposizioni di chiusura e sto pagando i bollettini postali, l'altro è una carta revolving anche lei di 6000 euro,che uso ancora e sto pagando anche lei con i bollettini.

Mi chiedevo se Equitalia può rivalersi su mio fratello che mi ha fatto da garante con il conto pim di agos, ma che ho già chiuso e sto rientrando con i bollettini.

Garante prestito

Assolutamente no, Equitalia non potrà mai aver nulla a che vedere con suo fratello. Importante è che lei rientri con il prestito di cui è garante suo fratello.

25 Agosto 2014 · Simone di Saintjust


Commenti e domande

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2 risposte a “Garante di un prestito e problemi per gravi debiti con equitalia”

  1. criss ha detto:

    ciao a tutti mio marito ha ricevuto un atto di pignoramento crediti verso terzi per un debito di 427.000 euro ma attualmente non possiede niente se non uno stipendi da dipendente privato di 1.400 e ha a carico due minori e un mutuo trentennale ma nel decreto gli hanno bloccato tutto lo stipendio fino a estinzione del debito.
    Mi chiedo se è legale e cosa si fa in questa situazione?
    grazie a chiunque mi risponde

    • Ludmilla Karadzic ha detto:

      Lei, probabilmente, intende riferire che a suo marito è stato pignorato il conto corrente sul quale il datore di lavoro ha versato l’ultimo stipendio. Una volta confluito nel conto corrente, infatti, la retribuzione può essere pignorata per intero, in quanto indistinguibile da eventuali giacenze di altra natura. Il problema si risolve aprendo un altro conto corrente dedicato esclusivamente agli accrediti dello stipendio e ricorrendo al giudice delle esecuzioni (con il supporto di un avvocato) nel caso in cui il creditore pignori anche quello.

      Le retribuzioni stipendiali possono essere pignorate nella misura massima di un quinto per tutti i crediti ordinari (banche, finanziarie, privati), per un altro quinto massimo per tutti i crediti di origine esattoriale (tasse, spese di giustizia, tributi locali, multe), per un terzo per quel che attiene crediti alimentari (ad esempio l’assegno di mantenimento o di sostegno ai parenti indigenti). In nessun caso, qualora concorrano crediti di natura ordinaria, esattoriale ed alimentare, la quota prelevata presso il datore di lavoro può superare il 50% della busta paga netta.

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