Fallimento e pignoramento delle quote di proprieta’

Azienda che dichiareremo fallita entro la fine dell'anno

Abbiamo un'azienda che dichiareremo fallita a fine anno (porteremo i libri in tribunale). Entrambi siamo soci al 50% e Amministratori sempre al 50. E' una srl.

Purtroppo in questi anni la crisi ci ha portato a dover fare una scelta tra pagare le tasse (iva compresa) o pagare 20 dipendenti.

Eravamo convinti che la crisi potesse passare, che lasciare a casa 20 persone con mutui e famiglie non era una buona cosa, per cui abbiamo deciso di non pagare tasse e tentare di andare avanti lo stesso pagando le more.

Adesso non ce la facciamo più e dopo aver liquidato sia tutti i dipendenti (contributi e tfr compresi) che i fornitori, ci rimane solo il debito verso lo Stato che è di circa 500.000 €.

Per far questo abbiamo dovuto vendere tutte le proprietà dell'azienda per cui ad essa non rimane più nulla.

Bene; essendo una srl lo Stato aggredirà solo il capitale sociale versato (che ancora esiste).

Già, ma abbiamo trovato un problema di Bilancio, per cui ci sono circa 150.000 € che non sappiamo negli anni dove sono andati a finire (nessuno dei due se li è rubati sia chiaro); è solo stata una gestione sbagliata avendo cambiato in 10 anni 3 commercialisti perchè non ci davano garanzie di affidabilità e questo è appunto il risultato.

Premesso che "ufficialmente" i 350.000 € di differenza sono stati usati per pagare i dipendenti e i fornitori per cui non li abbiamo fatti sparire ed è dimostrabile (questo ci fa stare tranquilli sulla nostra buona fede e credo non ci porti ad una bancarotta fraudolenta e ad un'aggressione del nostro patrimonio personale...o si?), la cosa che ci preme di più è:
quando il Curatore controllerà i libri troverà questo buco da 150.000 € e quindi ci chiederà dove sono andati a finire: gli diremo quello che ho scritto qui in alto a proposito della gestione scriteriata dei commercialisti, ma questo basterà per toglierci il pensiero della bancarotta fraudolenta con tutte le conseguenze?

Metttiamo il caso peggiore: ci portano nel penale e ci pignorano i beni personali in quanto responsabili civilmente con il nostro patrimonio.

Per il penale non credo andremo in carcere: al massimo una pena con la condizionale.

Per i beni personali abbiamo un altro problema:
entrambi abitiamo in una villa quadrifamiliare di cui siamo proprietari al 25% con gli altri due inquilini che poi sono i nostri fratelli. La proprietà è indivisa (tutti siamo proprietari di tutto l'immobile con annesse pertinenze).

Non abbiamo altro di intestato (nemmeno le auto) e le nostre mogli quello che hanno acquistato negli ultimi 5 anni possono dimostrare di averlo fatto con i proprio soldi (scartata quindi la responsabilità muciana).

A questo punto il Curatore che può farci "personalmente" per recuperare questi 150.000 €?

Può decidere di vendere l'intera casa e liquidare le quote a tutti comprese quelle dei nostri fratelli mandando via 4 famiglie senza che 2 di queste (dei nostri fratelli) non c'entrino assolutamente nulla?

Abbiamo una via di scampo per non mandare la casa all'asta e distruggere tutto? Possono i nostri fratelli opporsi alla vendita del tutto?

Chiuderemo il bilancio 2011 e poi a marzo porteremo i libri in tribunale dicendo appunto che non ce la facciamo più.

Il futuro ci porterà a lavorare come dipendenti presso un'azienda "amica" che ci aiuterà ad andare avanti e a farci guadagnare uno stipendio normale, ma ne usciremo vivi da tutta questa storia? Lo Stato ci lascerà stare o si accanirà?

In fin dei conti non abbiamo rubato nulla e abbiamo salvato (o tentato di salvare) 20 famiglie e i fornitori.

Non basterà invocare il comportamento di commercialisti scriteriati per salvarsi dal fallimento

Non credo basterà invocare il comportamento di commercialisti scriteriati per salvarsi dal fallimento ed alle successive azioni di responsabilità del curatore e dei creditori.

Una eventuale azione di responsabilità per il fallimento porterà senz'altro al pignoramento delle quote di proprietà.

Una villetta quadrifamiliare è un bene divisibile (per fortuna degli altri comproprietari) ed alla ripartizione, anche formale, penserà il giudice per le esecuzioni con il supporto di un consulente tecnico d'ufficio.

20 Novembre 2012 · Marzia Ciunfrini


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