Euribor Eurirs e tasso BCE – questi sconosciuti

In questi ultimi tempi, a proposito di mutui, ho sentito spesso parlare di ancoraggio all'Euribor,  all'Eurirs o al tasso BCE. Potreste spiegare cosa indicano questi  termini così apparentemente astrusi?

Grazie, Serafino Bordì - Modena

Eurirs

L’Euro interest rate swap è il tasso di interesse applicato ai mutui a tasso fisso, in altre parole quelli in cui il mutuatario sa fin dal momento della stipula quale sarà il costo di ogni rata e l’importo complessivo da rimborsare.

L’Eurirs (o IRS)  è il risultato di un contratto che le banche sottoscrivono per cautelarsi dal rischio di modifica delle condizioni del mercato. Il suo valore può cambiare in base alla durata (da 1 a 50 anni) e in base alla valutazione del rischio che le parti contraenti fanno al momento della sottoscrizione del contratto.

Euribor

L’Euro interbank offered rate è l’indice per i mutui a tasso variabile, quelli in cui il mutuatario alla firma del contratto non conosce l’ammontare delle singole rate né l’esborso complessivo cui va incontro.

L’Euribor è il tasso cui le banche concludono, tra loro, le operazioni finanziarie. Nei mutui si usa in larga parte l’Euribor che può essere “definito” standard: è tasso medio fissato ogni da oltre 50 banche, quasi tutte europee, ma anche asiatiche e americane.

Il mutuo ancorato all'Euribor può essere molto utile nel caso di previsione di tassi bassi, ma può presentare molti problemi in caso di tassi crescenti. Essendo un saggio di breve periodo può subire forti oscillazioni. Nella fase attuale, a causa della crisi finanziaria, il suo valore per alcune scadenze è “schizzato” oltre il 5,50%, perché le banche ritengono rischioso concedere finanziamenti. Inoltre risponde alla legge della domanda e dell'offerta, per cui aumenta nei momenti in cui la richiesta di finanziamenti è più alta dell'offerta.

Ulteriore aspetto da valutare è quale Euribor viene applicato. Esso varia infatti ogni giorno e assume un valore diverso in base alla durata (da 1 settimana a 12 mesi) e al divisore ( 360 o 365) presi in considerazione. A causa del suo continuo oscillare, si immagina che alla scadenza delle singole rate venga fissato il nuovo tasso per la rata successiva (per convenzione internazionale quello di due giorni prima scadenza). In molti casi però ciò non avviene: esistono contratti che prevedono l’applicazione del saggio fissato il mese precedente, oppure una media dell'ultimo mese o dell'ultimo semestre. Infine, in alcuni casi si adotta un tasso con periodicità diversa rispetto alla scadenza della rata (tasso a 3 mesi con rata a scadenza mensile). Queste scelte, che teoricamente dovrebbero essere neutre rispetto ai costi, nella pratica si traducono spesso in una remissione per il mutuatario che ha anche maggiore difficoltà a riconoscere, o meglio ricostruire, il tasso applicato al proprio mutuo.

Il tasso BCE

Infine vediamo il mutuo a tasso variabile ancorato al tasso ufficiale di riferimento della Banca centrale europea. Si tratta di un prodotto che si pone l’obiettivo fornire una scelta maggiore del mutuatario. Il vantaggio di questa tipologia di tasso è quello di presentare una variabilità meno accentuata rispetto all'Euribor. Ciò che non convince al momento è lo spread applicato. Nei mutui ancorati all'Euribor il valore attuale è compreso, in media, tra lo 0,75% e l’1,25%; per quello ancorato al tasso Bce è pari a 1,50%. Se a ciò si aggiunge una vicinanza di condizioni anche per i mutui a tasso fisso, si evince che le banche, a prescindere dalla tipologia di tasso applicato, decidono a monte quale deve essere il tasso complessivo adottato. Una scelta che penalizza i mutuatari.

27 Febbraio 2009 · Piero Ciottoli




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